Le Gestioni Patrimonali in Fondi, GPF, sono da me state
ribattezzate Gestioni Per Finta, ed i resoconti 2004 che stanno
pervenendo ai sottoscrittori testimoniano sempre piu' come tali prodotti
siano l'ennesimo esempio di come gli intermediari lavorino per
distruggere il patrimonio dei clienti.
Tramite le GPF il cliente paga doppie commissioni: quelle della
gestione ed anche quelle dei fondi comuni che la gestione compra. In
teoria, cio' avviene perche' c'e' un "gestore che coglie costantemente le
opportunita' che i mercati offrono e le ritaglia su misura del singolo
investitore". In realta', le GPF sono personalizzate solo di nome:
le scelte sono tutte uguali. Sono personalizzate sul serio solo per
importi davvero molto elevati, mentre tutto il resto finisce in un unico
calderone che viene movimentato tutto assieme. Ridicole, poi, le relazioni
che accompagnano i resoconti: la crescita economica...il dollaro...abbiamo
sottopesato lo yen...abbiamo aumentato l'esposizione sull'Europa...ed alla
fine di un anno ottimo per obbligazioni ed azioni si presentano al cliente
dei rendimenti uguali a quelli dei BOT o dei BTP al massimo. Ecco
alcuni esempi cui mi e' capitato di assistere nelle ultime settimane.
Gestione in fondi di una della maggiori banche italiane, 75% azionario +
25% obbligazionario. Nell'anno 2004, che ha visto un bel rialzo dei
mercati azionari ed obbligazionari, la gestione e' riuscita a portare a
casa "ben" il 3.6% netto.
Analizzando i movimenti, si nota come le compravendite siano fatte solo
per far vedere al cliente che si movimenta il portafoglio, con mosse a
tratti effettuate davvero a casaccio. Del resto, basta vedere i risultati
per comprenderlo. La gestione era stata avviata nel 1997. Risultato da
allora: + 15%, in ben otto anni. Con i BOT si sarebbe ottenuto di
meglio, senza correre i rischi dei mercati, soprattutto azionari, e
senza pagare commissioni. Oppure otto anni non sono un arco di tempo
sufficientemente ampio per valutare le capacita' dei gestori? Quanto
lungo deve essere il "lungo periodo", arma da sempre usata per
nascondere le proprie incapacita' e le reali intenzioni dei prodotti di
risparmio gestito? Come sempre, quindi, il vero guadagno finisce nelle
tasche di chi vende questi prodotti e non di chi li compra.
Altro esempio: gestione in fondi di una "primaria banca" (... per darsi un
tono...) Il cliente disponeva di 7500 euro, e gia' la somma farebbe capire
che la GPF e' inutile.
La "primaria banca", invece, ha il coraggio non solo di suggerire
(consulenza allo sportello, no?) la GPF ma anche di ripartire i 7500
euro in ben dodici fondi comuni diversi...tutti fondi della stessa
primaria banca, ci mancherebbe. Risultato della GPF nell'anno 2004: un
"fantasmagorico" 1% e rotti.
Le Gestioni Patrimoniali in Fondi sono da evitare come la peste, ed
invece milioni di clienti le sottoscrivono e ci restano dentro nonostante
i penosi rendimenti. Una cosa che molti non sanno, ad esempio, e' che si
puo' estinguere la gestione prelevando i fondi che la compongono.
Almeno si iniziano a risparmiare le commissioni della gestione, perche' i
resoconti dimostrano che si tratta davvero soldi buttati dalla finestra.
Fermo restando che la stragrande maggioranza dei fondi comuni nemmeno
pareggia i mercati in cui investe, e che quindi si farebbe molto meglio a
disinvestirli e ad acquistare prodotti passivi come gli ETF's, realizzando
un gran risparmio in commissioni ed ottenendo la certezza di pareggiare
almeno il rendimento dei mercati.
Archivio Risparmio Tradito
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