Firenze 11 Ottobre 2003 - Le obbligazioni strutturate sono una sorta di
“bomba ad orologeria”. Vengono vendute dietro la rassicurazione che “il
capitale e’ garantito”, “sono obbligazioni sicure”, ma la verita’ e’
completamente diversa. Le Banche, lo sappiamo, hanno la tendenza ad
approfittare dell’ignoranza dei risparmiatori e raggirare la loro buona
fede con ogni artifizio possibile.
Da un po’ di tempo, le Poste stanno prendendo le stesse cattive abitudini
delle banche, come dimostra questa lettera che abbiamo ricevuto al
servizio di risposte a domande del sito “Aduc - Investire Informati”:
“Mi sono reso conto sulla mia pelle della vostra avversione per i
prodotti strutturati!
Sono un pensionato di 85 anni che nel gennaio 2002 viene avvicinato dal
direttore dell'ufficio postale, il quale mi consiglia di investire i miei
risparmi depositati (tutti quelli che ho) in maniera da farli fruttare
qualcosa.
Mi affido a lui che mi spiega che mi fa un buono che, oltre a mantenermi
in ogni momento il valore 'reale' del mio investimento (cioe’ capitale e
inflazione), mi da’ un interesse in piu' se le borse non scendono.
Sottoscrivo cosi’ 80 milioni di vecchie lire (oltre 41.000 euro di
PosteVita Classe 3 A valore reale
(
http://www.poste.it/bancoposta/postevita/classe3A_valorereale.shtml ).
Un mese fa un'improvvisa necessita’ mi costringe a recarmi in posta a
chiedere lo svincolo dell'investimento; l'impiegato ritira l'originale del
contratto da me sottoscritto e mi fa firmare una carta, dicendomi che mi
sarebbe arrivato dopo un paio di settimane l'assegno circolare.
Chiedo se ci fossero penalita’ o spese, ma non mi sanno dire alcunche’.
Beh, dopo circa un mese ho ricevuto il netto ricavo dell'investimento:
circa 33.000 euro!!!
In due anni quell'investimento SICURO A VALORE REALE mi ha fatto perdere
circa 15 milioni di vecchie lire!!!
Mi chiedo come sia possibile...
Cordiali saluti.”
Questo cliente delle Poste ha sperimentato sulla propria pelle il
rischio principale di questi strumenti: quello liquidita’. Il
capitale “garantito”, infatti, e’ tale solo alla scadenza del contratto
(di solito, detratti i costi). Chi dovesse liberarsi prima
dell’investimento incorre in fortissime penalizzazioni. Ragion per cui
sconsigliamo sempre questo tipo di investimento e, se proprio il
risparmiatore lo volesse fare, quantomeno che si legga con attenzione
tutta la nota informativa e decida di conseguenza.
Noi continuiamo a formulare la stessa domanda: il ministro Tremonti
non ha niente da dire circa questo comportamento di una societa’ che
rimane a capitale pubblico e che pareggia i propri bilanci a scapito dei
risparmiatori?
Alessandro Pedone, consulente Aduc per gli investimenti finanziari
http://www.aduc.it
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