Lo
spot lanciato dal Forum Nucleare, con una spesa annunciata di tre milioni di
euro, è un esempio di raffinata manipolazione dell’informazione: propina
falsità sotto un apparente tono “equidistante” con le posizioni pro e contro
rappresentate su una scacchiera.
Ci troviamo di fronte a una comunicazione assai più “ricercata” delle
trasmissioni Rai con interventi tutti a favore tranne uno. Ma vediamo
come lo spot traveste da “argomento razionale” due evidenti bufale.
Prima bufala: la gestione delle scorie. Nello scambio dei
pro e contro, una voce si dice preoccupata del futuro, l’altra ribatte che le
scorie prodotte sono quanto «una pedina a testa». La replica è che se si
sommano le teste non è poi così poco. La voce pro conclude il batti e ribatti
affermando che però «si possono gestire in sicurezza». Peccato che in
nessuna parte del mondo, dopo 60 anni di sviluppo tecnologico – e dopo aver
ricevuto la quota maggiore degli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo
energetico dei Paesi Ocse – questo miracolo sia ancora mai stato dimostrato.
Seconda bufala: la voce contro ricorda che, per fare a meno delle fonti
fossili, ci sono le energie rinnovabili. La voce a favore del nucleare ribatte
che tra cinquant’anni potrebbero non bastare. Qui la menzogna è duplice. In
primo luogo tra cinquant’anni anche l’uranio estraibile a costi
calcolabili sarà agli sgoccioli. In secondo luogo, la
possibilità tecnica ed economica di uno scenario energetico totalmente basato
sulle rinnovabili non è solo una fantasticheria degli ambientalisti:
ci sono analisi di fonte industriale e istituzionale che lo dimostrano
possibile almeno su scala europea.
A parte il dubbio su chi pagherà alla fine i costi di questa propaganda,
dato che le norme in vigore per il nucleare prevedono fondi pubblici per
«campagne informative» – tema sollevato da una interrogazione al Senato di
Ferrante e Della Seta (Pd) – non sappiamo come si svilupperà questa ricca
campagna di disinformazione pubblica.
Secondo l’ultimo sondaggio europeo sul tema nucleare dello scorso marzo (Eurobarometro)
55 su 100 italiani pensano che i rischi del nucleare siano superiori ai
benefici, contro 27 che ritengono il contrario (un rapporto 2 a 1).
Semmai questa campagna venisse rimborsata da fondi pubblici saremmo
di fronte a un paradosso: si useranno le risorse di tutti per cercare di
convincere la maggioranza dei cittadini che ha torto.
Come reagiranno gli italiani? Certo che da quando il governo ha cominciato
a parlare di nucleare, stando alle rilevazioni dell’Ipsos, l’opposizione è
cresciuta.
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Archivio Rischio Nucleare
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