Consentitemi una piccola vanità senile: un ricordo di gioventù.
Nel 1968 la libreria editrice del movimento anarchico, presso cui militavo
come socialista, mi pubblicò, a sèguito di una specie di concorso interno,
le quasi trecento pagine del testo “No alle ami nucleari!”, che prendeva
spunto dal doppio olocausto atomico di Hiroshima e Nagasaki, per mettere in
guardia l’umanità sui molteplici rischi dell’uso dell’energia dell’atomo
non solo a fini di guerra.
Non mi ero mai occupato di fisica nucleare ma fui indotto a farmene una
buona infarinatura, così tanti furono i libri che mi furono dati da
leggere, soprattutto relativi alla cronaca clinica delle due citta-martiri.
E’ un lavoro che feci con tutto me stesso riscuotendo recensioni laudative
da ogni parte.
Il Sindaco di Hiroshima dell’epoca mi fece omaggio di un medaglione
d’argento che riproduce il monumento della memoria presso cui si è già
recato il nostro Frattini, in vista dei prossimi 6 e 9 agosto, a simulare
un’indignazione che non può permettersi di sentire senza disobbedire agli
ordini “in futuro” di chi quel doppio olocausto ordinò (mi riferisco a un
tale Truman, un antropozoo tutto americano non meglio definibile), al solo
scopo di preventiva deterrenza atomico-terroristica, monito a quanti paesi
- Italia compresa – non volessero, da allora in avanti, tenere conto che
gli USA sono la prima e più grande potenza nucleare, capace di mettere a
tacere qualunque avversario (soprattutto l’URSS, che poi cadde sull’imposta
corsa agli armamenti e davanti ad una paventata – irreale - “guerra
stellare” (invenzione di un tale Reagan, degno erede di Truman).
Quella strage terroristica – assolutamente gratuita dal punto di vista
militare per ragioni che tutti conoscono, bruciò sul colpo almeno 200 mila
corpi di innocenti creature umane e diverse centinaia di migliaia sono
morte nel tempo fra atroci sofferenze senza contare gli effetti a catena
della radioattività attraverso le madri irradiate, da cui nasceranno anche
dei mostri.
Hiroshima e Nagasaki bruciano ancora ma le autorità USA, succedute
all’infausto governo del “Cravattaio”, non hanno mai accennato ad un gesto
di rammarico e meno che mai ad una richiesta di perdono, per non dire ad un
finto errore strategico, anzi sono proprio essi che si attribuiscono una
veste - che proprio loro non compete – di guardiani mondiali contro Stati
detentori di testate nucleari, ma solo se si tratta di poteri-canaglia come
quello dell’Iran.
Ciò che sconcerta fino al vomito è la docilità di un Giappone, incapace di
tenere fuori dal proprio territorio le divise militari di coloro che
l’hanno usato alla stregua di una cavia geopolitica!
Come se ciò non bastasse, sono ancora i maledetti USA, a fare uso di
sostanze radioattive (vedi, per es, l’uranio impoverito, di cui sono stati
vittime anche nostri “inservienti militari” degli USA sotto la falsa veste
di missione umanitaria) nelle loro attività belliche finalizzate – dicono –
all’esportazione di una democrazia, di cui conoscono solo il nome e la
carnevalata delle elezioni di pochi magnati. Il loro comportamento è
perfettamente cònsono ad una criminocrazia nata dalla predazione
territoriale e dal genocidio e che si rafforza commettendo un crimine
contro l’umanità dopo l’altro ovvero calpestando il diritto internazionale.
Dal 1968 il mio pensiero di socialista è diventato più coerente sul piano
scientifico superando utopie giovanili ma la sostanza di quel libro
risponde ancora al mio convincimento e, a distanza di 40 anni, lo
sottoscrivo ancora. Dicevo: “chi contribuisce comunque alla contaminazione
radioattiva è un criminale o complice di criminali. Nessuna legge (…)
autorizza un capo di Stato ad attentare indiscriminatamente alla salute di
tutti (…) e se esistesse, sarebbe fatta da criminali o da pazzi. (…) il mio
diritto di difendere me e i miei simili non ha bisogno di essere
codificato: esiste da sé”.
Carmelo R. Viola
Fonte: www.rinascita.info/
Link; http://www.rinascita.info/cc/RQ_Cultura/EkEVppEFluadLxgTUb.shtml
2.07.08
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Archivio Hiroshima
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