"In marcia per il clima", per salvare le tante
aree d'Italia e del mondo che già oggi subiscono le conseguenze dei
cambiamenti climatici. E' questa l'iniziativa di Legambiente che il 7 giugno
riunirà a Milano cittadini, associazioni, organizzazioni di categoria che
credono in un'alternativa energetica alle fonti fossili e respingono con
forza ogni ipotesi nuclearista. Una grande alleanza, fatta di tante sigle e
tante anime diverse, per promuovere le energie pulite e la sostenibilità
ambientale e sociale. In occasione della Marcia Help Consumatori ha
intervistato il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza
. La Marcia per il clima, che si svolgerà a Milano il prossimo 7
giugno, è definita come "una manifestazione nazionale per promuovere una
rivoluzione per il clima". Una rivoluzione comporta sempre la rottura di un
modello precedente e il sorgere di un nuovo modello. Quali profondi
cambiamenti vi aspettate e da parte di chi?
Ci aspettiamo che l'Italia s'impegni molto di più di quanto abbia fatto
fino ad oggi per assolvere l'impegno di riduzione delle emissioni di CO2
stabilito in sede europea e che per farlo inizi seriamente ad investire
nelle fonti rinnovabili e in una maggiore efficienza energetica. Il clima
sulla terra è già cambiato ma le decisioni della politica per contrastare
questa emergenza planetaria tardano ad arrivare. Ecco perché serve un
impegno collettivo, delle istituzioni così come dei cittadini, perché la
questione climatica venga posta come prioritaria nell'agenda politica del
Paese. La rivoluzione che vogliamo ha degli obiettivi precisi, si propone
subito, in tutta Europa e nel mondo, di ridurre in dieci anni del 20% il
consumo complessivo di energia attraverso risparmio e maggiore efficienza,
di far dipendere per almeno il 20% il fabbisogno energetico da fonti
rinnovabili e di ridurre del 30% le emissioni di gas che alterano il clima
sulla terra.
Come nasce questa iniziativa? Perché una marcia e come mai la
città di Milano?
Una marcia dà il senso del movimento e dell'azione. Per cambiare bisogna
muoversi, agire, manifestare le proprie convinzioni e condividere i saperi e
le esperienze di tutti. Ci siamo già messi in marcia con tante iniziative di
sensibilizzazione che precedono questo appuntamento e che continueranno
anche dopo il 7 giugno per promuovere azioni quotidiane, buone pratiche che
ognuno di noi può seguire per contribuire a un risparmio energetico globale.
Milano è stata scelta come "capitale dell'effetto serra", sia perché è il
simbolo dell'Italia che più consuma energia e più emette CO2, essendo, in
qualche modo, il motore economico del paese, sia perché l'amministrazione
comunale è l'unica ad avere avviato una politica diversa e più coraggiosa
nella regolamentazione della mobilità privata con l'instaurazione dell'ecopass.
In che modo si possono "salvare tante aree d'Italia e del mondo"
attraverso una marcia? Quali reazioni vi aspettate da cittadini? E chi sono
i partner di questa grande iniziativa?
La marcia per il clima non sarà solo una "camminata" ma un'importante
occasione per ribadire l'urgenza di intervenire contro l'effetto serra e
promuovere un modello di sviluppo capace di salvaguardare l'ambiente e
utilizzare le risorse naturali senza dilapidarle. Lo faremo nelle aree
tematiche che allestiremo lungo il percorso della marcia, dei punti
d'informazione dove ogni cittadino potrà saperne di più sulle cause e gli
effetti del cambiamento climatico, su come poter risparmiare e usare meglio
l'energia e le conseguenze che i mutamenti del clima hanno fuori dal nostro
Paese. E proprio la diversità e il numero dei partner sono il valore
aggiunto di questo appuntamento perchè rappresentano in modo trasversale un
po' tutta la società civile. Non solo ambientalisti ma anche sindacati,
consumatori, insegnanti, studenti, pescatori, agricoltori, sportivi, e
coloro che ogni giorno s'impegnano per difendere la bellezza dei nostri
paesaggi e la ricchezza dei territori e delle nostre produzioni. La vera
ambizione è costruire un'alleanza per il clima, che coinvolga tutto il mondo
delle organizzazioni sociali in un nuovo protagonismo per dimostrare che la
questione climatica non è più un fatto esclusivamente ambientale ma una
questione di interesse generale per il futuro del Paese.
Lei è Presidente di Legambiente già da qualche mese. Quali sono
gli elementi di continuità e quali quelli di discontinuità rispetto alla
presidenza precedente?
La continuità è data da quella che una volta si chiamava la linea
politica, ovvero quell'insieme di analisi ed elaborazioni, di proposte ed
azioni che hanno costruito in questi anni il profilo di un nuovo
ambientalismo senza rinnegare mai sia la base scientifica sia l'intenzione
di coinvolgere e di far partecipare un numero di cittadini sempre più ampio.
Quanto alla discontinuità, a parte quelle derivanti dal carattere personale
(ognuno di noi, pur condividendo la stessa cultura associativa è fatto in
modo diverso) che saranno gli altri a leggere, mi auguro che non ce ne siano
perché Legambiente era (e spero che continui ad essere) un'associazione in
salute, viva e vivace. Forse io, per la mia storia personale, dedico un po'
più di attenzione ai movimenti e al muoversi in alleanza con altri soggetti,
ma la scelta del 7 giugno è stata fatta al congresso e non è stata scelta da
me. Io forse ci ho messo un po' più di attenzione alla costruzione del
comitato promotore configurato, come ho già detto, come una grande alleanza
di organizzazioni e culture diverse.
Quali sono le sfide che si è prefisso e che pensa di poter
vincere?
Sarei troppo presuntuoso se pensassi a priori di poter vincere delle
sfide, io certo insieme a tutta l'associazione non mi tirerò indietro alle
sfide che si porranno di fronte e vedremo di giocare al meglio. E' questo il
caso della scelta scellerata del Governo Berlusconi di riaprire il nucleare
nel nostro Paese. Faremo di tutto per impedirlo e per vincere. Vedremo...
http://www.helpconsumatori.it
Archivio Rischio Nucleare
|