Ambiente e cambiamenti climatici. Povertà e
sviluppo. Pace e diritti umani. Sono i tre temi al centro del G8
civile, il summit mondiale delle organizzazioni non governative che si
svolge da oggi per due giorni a Tokyo, in Giappone. Il Civil G8 raccoglie
opinioni e proposte della società civile sulle questioni discusse e sui temi
affrontati negli appuntamenti del G8 istituzionale. Il Forum, giunto alla
terza edizione dopo quelli di Mosca 2006 e Bonn 2007, intende lanciare un
appello ai leader mondiali perché si assumano la responsabilità di
contribuire a risolvere i problemi climatici, la povertà e la
disuguaglianza, e intervengano con un indirizzo globale sui diritti umani e
la pace. Legambiente, parte della delegazione italiana, porta in
Giappone l'appello a fermare la proliferazione nucleare e torna a
denunciare in occasione dell'anniversario di Chernobyl, rischi, costi e
scarsa sicurezza della tecnologia. "Cogliamo l'occasione di veder riuniti
insieme i rappresentanti della società civile del mondo - ha dichiarato
Maurizio Gubbiotti responsabile del Dipartimento internazionale di
Legambiente - per chiedere a tutti un impegno forte contro il nucleare, sia
civile che militare e uno sforzo maggiore da parte dei governi e della
comunità internazionale per la costruzione della pace e la promozione delle
energie rinnovabili, fondamentali per contrastare i cambiamenti climatici
globali".
Legambiente chiama in causa anche i rischi terroristici:
"Ai costi elevatissimi e alla scarsa sicurezza del nucleare va aggiunto il
rischio del terrorismo internazionale, visto che il plutonio per il
funzionamento delle centrali è una fondamentale materia prima per chi
intende costruire armi atomiche. Senza contare poi che a oggi nessun Paese
al mondo è riuscito a risolvere il problema dello smaltimento definitivo
delle scorie". Esistono infatti 80 depositi provvisori ma l'unico sito di
stoccaggio definitivo previsto finora sarà in Yucca Mountain in Nevada (USA)
e dovrebbe entrare in funzione tra il 2010 e il 2015. inoltre lo smaltimento
delle centrali spente, il cosiddetto decommissioning, è "un processo
delicato e molto oneroso - denuncia l'associazione - che comporta rischi
altissimi per la sicurezza data la radioattività delle componenti del
reattore e di cui non esiste un protocollo unico a livello mondiale".
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Archivio Rischio Nucleare
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