Gli effetti del
tragico incidente minano il futuro delle nuove generazioni. Dossier di
Legambiente. Verdi: "No all'atomo" (www.verdi.it)
Appello degli ecologisti
all’Unione europea. Gli effetti di Chernobyl minano il
futuro delle nuove generazioni, non solo la popolazione purtroppo colpita
dal fall out radioattivo seguito all’incidente del 1986 nella
centrale nucleare.
Il punto sulla
situazione è stato fatto da Legambiente e dal gruppo dei Verdi al
Parlamento europeo, che hanno illustrato un nuovo dossier
dell’associazione sulle nuove e preoccupanti conseguenze del disastro.
Sette milioni di persone
sono ancora esposte al rischio di contaminazione
da isotopi a lungo decadimento. La maggiore fonte di pericolo arriva,
oggi, dal cibo prodotto nelle aree colpite dall'esplosione, in cui si
registrano alte quantità di Cesio 137 e sono circa 4.000 le
persone che potrebbero ancora morire per l'esposizione alle radiazioni
dovute all'incidente.
“Le matrici alimentari
presentano valori di Cs137 pressoché costanti, indipendentemente
dalla zona di prelievo in Bielorussia meridionale – ha spiegato Lucia
Venturi, responsabile scientifico di Legambiente -. Nelle patate si
trovano valori di concentrazione di Cs137 in media pari a 4 Bq/kg,
con un massimo rilevato nel villaggio di Marhlevsc (13 Bq/kg),
mentre nel latte e nel pesce di fiume si mantiene rispettivamente intorno
a 5 Bq/L e 18 Bq/kg. Nella carne bovina i valori variano fra 6 e 17 Bq/kg.
Il dato di Cs137 rilevato nella selvaggina conferma il pericolo della
caccia nelle zone più contaminate”.
“E’ preoccupante che i governi locali e la comunità internazionale
destinino sempre meno risorse, assistenza e sostegno alle popolazioni
colpite, minimizzando rischi e conseguenze possibili” ha commentato
Maurizio Gubbiotti, responsabile del dipartimento internazionale di
Legambiente.
“La Commissione farebbe
bene a non cedere alle sirene che cantano di un nuovo rinascimento del
nucleare, mascherato da espressioni come 'tecnologia a basso carbonio'
– ha detto Monica Frassoni, presidente del gruppo Verde
all’europarlamento - . Eventi come quello di Cernobyl devono ricordare a
tutti la pericolosità di questa forma di produzione energetica”.
Con la collaborazione
dell’ARPA Emilia Romagna Legambiente ha dal 2000 realizzato un Progetto
di monitoraggio radiometrico in alcune province della Regione di
Gomel, per verificare i livelli di radioattività a cui la popolazione
è tuttora esposta. Il progetto è condiviso con l’Ente statale “Centro
repubblicano di controllo radioattivo e monitoraggio” (RCRKM) di Minsk.
Con la collaborazione
del Policlinico di Modena, l’Azienda Usl 9 di Grosseto e l’associazione
Help in Bielorussia ha realizzato, invece, il Progetto dell’ambulatorio
mobile, con l’obiettivo di mettere in piedi un sistema in grado di
effettuare interventi di prevenzione e di diagnosi precoce su
tumori e patologie tiroidee in zone remote.
Archivio Rischio Nucleare
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