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15/07/2006 Di Nucleare Non se ne parla proprio (www.verdi.it)

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    Nella bozza di dichiarazione del G8 si fa il tifo per il nucleare. Le associazioni italiane scrivono a Prodi: il premier "faccia introdurre nel testo il dissenso" contro tale forma energetica

    La bozza della dichiarazione del G8, il summit che si apre domani a San Pietroburgo, esprime la mancanza di accordo tra i Paesi sul nucleare, ma poi "contiene esclusivamente i punti che giustificano il rilancio dell'energia dell'atomo, senza tener conto in alcun modo le posizioni dei Paesi contrari all'impiego di questa fonte energetica, come Germania e Italia".

     

    Lo riferiscono Greenpeace, Wwf e Legambiente che per questo hanno chiesto al presidente del consiglio Romano Prodi, con un appello congiunto lanciato oggi, di "far introdurre in modo esplicito le motivazioni alla base del dissenso" contro il rilancio dell'energia atomica.

     

    In una lettera aperta inviata al premier italiano, le associazioni chiedono che si tengano presenti cinque considerazioni.

     

    Anzitutto, scrivono in una nota, “non esiste ancora una tecnologia intrinsecamente sicura e che per affermazione degli stessi proponenti, la ‘generazione IV’ non sarà industrialmente matura prima del 2030”.

     

    Poi “non esiste ancora un ciclo del combustibile nucleare che sia intrinsecamente non-proliferativo; in tal senso è necessario modificare l’obiettivo istituzionale della IAEA (l’agenzia internazionale per l’energia atomica) perché promuovere l’uso pacifico del nucleare e impedire la proliferazione atomica sono obiettivi in aperta contraddizione tra loro”.

     

    C’è poi il fatto che “le politiche di rilancio del nucleare, nei Paesi che le promuovono, sono basate su massicci aiuti di stato: questo non è accettabile dopo 60 anni di investimenti pubblici in ricerca e sviluppo”.

     

    ll tema della gestione di lungo termine delle scorie nucleari, inoltre, “non è stato ancora risolto in nessuno dei Paesi che hanno sviluppato questa tecnologia” e, infine, “la fonte nucleare è molto limitata dal punto di vista delle risorse di uranio estraibili a costi calcolabili”. Questo determina che la “scelta finisce col creare dunque più problemi di quelli che pretende di risolvere”.

     

    Anche i Verdi europei, con una dichiarazione, hanno chiesto ai grandi del mondo di non prendere in considerazione il nucleare come soluzione ai problemi energetici


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