Nella bozza di dichiarazione del G8 si fa il tifo per il nucleare. Le
associazioni italiane scrivono a Prodi: il premier "faccia introdurre nel testo
il dissenso" contro tale forma energetica
La bozza della
dichiarazione del G8, il summit che si apre domani a San Pietroburgo,
esprime la mancanza di accordo tra i Paesi sul nucleare, ma poi "contiene
esclusivamente i punti che giustificano il rilancio dell'energia dell'atomo,
senza tener conto in alcun modo le posizioni dei Paesi contrari all'impiego di
questa fonte energetica, come Germania e Italia".
Lo riferiscono Greenpeace,
Wwf e Legambiente che per questo hanno chiesto al presidente del consiglio
Romano Prodi, con un appello congiunto lanciato oggi, di "far
introdurre in modo esplicito le motivazioni alla base del dissenso" contro il
rilancio dell'energia atomica.
In una lettera aperta
inviata al premier italiano, le associazioni chiedono che si tengano
presenti cinque considerazioni.
Anzitutto, scrivono in una
nota, “non esiste ancora una tecnologia intrinsecamente sicura e che per
affermazione degli stessi proponenti, la ‘generazione IV’ non sarà
industrialmente matura prima del 2030”.
Poi “non esiste ancora un
ciclo del combustibile nucleare che sia intrinsecamente non-proliferativo;
in tal senso è necessario modificare l’obiettivo istituzionale della
IAEA (l’agenzia internazionale per l’energia atomica) perché promuovere
l’uso pacifico del nucleare e impedire la proliferazione atomica sono obiettivi
in aperta contraddizione tra loro”.
C’è poi il fatto che “le
politiche di rilancio del nucleare, nei Paesi che le promuovono, sono basate su
massicci aiuti di stato: questo non è accettabile dopo 60 anni di
investimenti pubblici in ricerca e sviluppo”.
ll tema della gestione di
lungo termine delle scorie nucleari, inoltre, “non è stato ancora risolto
in nessuno dei Paesi che hanno sviluppato questa tecnologia” e, infine, “la
fonte nucleare è molto limitata dal punto di vista delle risorse di uranio
estraibili a costi calcolabili”. Questo determina che la “scelta finisce col
creare dunque più problemi di quelli che pretende di risolvere”.
Anche i Verdi europei, con una dichiarazione, hanno chiesto ai grandi
del mondo di non prendere in considerazione il nucleare come soluzione ai
problemi energetici
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