Nella notte del 26 aprile 1986 il più grave incidente nucleare della storia.
Oggi il sarcofago che copre la centrale presenta 1.000 mq di crepe. E la zona è
ancora contaminata
Cernobyl, 26 aprile 1986 - 26 aprile 2006. A 20 anni dal disastro «la
centrale della morte è ancora pericolosa: il sarcofago presenta 1000 metri
quadrati di crepe e fessure da dove fuoriesce polvere radioattiva e,
all'interno, si sono formati 270 metri cubi di materiale pericoloso». Così
Legambiente al via del blitz
anti-nucleare in Ucraina
La centrale di Cernobyl
dove una delegazione dell'associazione rimarrà fino al 27 aprile per
partecipare ad una serie di manifestazione nel ventennale della tragedia
dell'incidente nucleare di Cernobyl. Ieri Legambiente ha manifestato davanti
alla centrale con due striscioni: "Stop Cernobyl" e "Mai più Cernobyl".
«A distanza di vent'anni - spiega da Kiev Francesco Ferrante, direttore
generale di Legambiente - la centrale di Cernobyl è ancora un pericolo per le
popolazioni. All'interno del sarcofago si trova ancora oggi il 95% del materiale
radioattivo presente al momento dell'incidente». «In questo contesto - ribadisce
Angelo Gentili, responsabile Progetto Cernobyl Legambiente - riteniamo una
follia, una scelta assurda e impraticabile quella annunciata nei giorni scorsi
dal Premier Bielorusso di far ritornare la popolazione nelle zone “morte”».
Secondo Greenpeace il livello di radioattività è «da 10 a 25 volte
superiore rispetto ai limiti che la Commissione Europea ha stabilito per
definire
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Legambente a Cernobyl
una sostanza come rifiuto radioattivo». Pertanto l’organizzazione
ambientalista ha consegnato alla sede dell'Aiea (Agenzia internazionale per
l'energia atomica), a Vienna, un campione di suolo radioattivo prelevato fuori
dell'area interdetta di Cernobyl, a 40-50 chilometri di distanza dal reattore.
Nel campione, già esaminato, è stato trovato anche un grano di combustibile
esausto, che è stato espulso dal reattore al momento dell'esplosione.
«L'Aiea - sottolinea l'organizzazione ambientalista – continua a
minimizzare l'impatto di Cernobyl. Eppure il caso di oggi e il rapporto sulle
conseguenze sanitarie pubblicato la scorsa settimana da Greenpeace dimostrano il
contrario. Ci sono inoltre – dice Pippo Onufrio, direttore campagne di
Greenpeace – più di 20 milioni di metri cubi di rifiuti radioattivi stoccati
impropriamente in seguito all'incidente, che potrebbero arrivare a contaminare
il fiume Dnjepr, principale riserva idrica dell'Ucraina, è una bomba ad
orologeria»
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