Che Napoli abbia il primato dello
smaltimento illecito di rifiuti speciali,
non è affatto una novità. Analogamente,
non è una novità che nel settore dei reati
ambientali la Procura di Napoli sia tra le
più attive d'Italia, con centinaia di
avvisi di garanzia l'anno. Forse la novità
sta nel fatto che l'ultimo avviso di
garanzia emesso vede come destinatario
Mario Scaramella, l'ex consulente della
commissione Mitrokin che sta dominando la
cronaca di questi giorni per l'affare
Litvinenko, attualmente ricoverato in
ospedale a Londra in quanto contaminato da
Polonio 210. L'inchiesta della sezione
ambiente della Procura di Napoli, affidata
al PM Giuseppe Noviello, è partita alla
fine della scorsa estate e riguarda una
serie di illeciti commessi nello
smaltimento dei rifiuti nell’area del
Parco Nazionale del Vesuvio. Durante le
indagini è venuta alla luce una serie di
sversamenti abusivi di rifiuti speciali,
derivanti da abbattimenti di edifici, in
piena area protetta del Parco Nazionale.
L'ex consulente della Commissione
parlamentare era stato tra l'altro
consulente dell'ente Parco nazionale del
Vesuvio, in qualità di esperto di
sicurezza ambientale, proprio in materia
di abbattimento degli edifici abusvi
costruiti all'interno del parco.
Proprio da questo filone dell'inchiesta, è
emersa la necessità prima della
perquisizione, poi del sequestro, ordinato
con provvedimento d'urgenza, per reati
ambientali, della sede della Ecpp, "Environmental
Crime Protection Program", in via Foria
178 a Napoli, società di cui Scaramella è
titolare. La “Ecpp” è anche la società
che, per conto dell'Ente Parco Nazionale
del Vesuvio, si è occupata di abbattimenti
di immobili abusivi in zone protette dal
punto di vista ambientale.
Le perquisizioni, oltre quella
dell'abitazione-ufficio di via Foria,
hanno riguardato anche tre sedi di aziende
a Torre del Greco, Marigliano e San
Sebastiano al Vesuvio, delle quali
Scaramella è titolare o socio. La tesi
della Procura napoletana è che Scaramella
avrebbe gestito in maniera illecita le
macerie ed i detriti risultanti dagli
abbattimenti, avendo affidato lo
smaltimento dei rifiuti speciali a società
non titolate per compiere l’operazione.
Rifiuti finiti poi in una discarica
abusiva all'interno dello stesso Parco
Nazionale. Da parte degli inquirenti c'è
massimo riserbo circa i nomi delle aziende
alle quali sono stati affidati tali
rifiuti.
Scavando nel recente passato, non è la
prima volta che Scaramella viene alla
ribalta per motivi legati ai rifiuti nel
napoletano. Nel 2004, proprio quando
lavorava per l'Ente Parco del Vesuvio, con
l'incarico specifico di sovrintendere alla
demolizione delle case abusive, durante un
sopralluogo nei dintorni di Ercolano, dove
era stata abbattuta la villa di un boss
locale, si ritrovò nel bel mezzo di una
sparatoria.
Stando alla ricostruzione dei fatti,
sembra che Scaramella non fosse lì per
dare un'occhiata alle macerie: voleva
perlustrare la zona, con un collega e due
agenti di polizia penitenziaria, per
scovare una fantomatica antenna
trasmittente collegata ad altrettanti
fantomatici venti missili nucleari
depositati nel golfo partenopeo. Solo che
nella villa demolita era custodito un
piccolo arsenale della camorra. Ne scaturì
una sparatoria con alcuni uomini inviati
dai boss e uno dei malviventi rimase
ferito.
Poi, negli anni successivi, Scaramella ha
più volte tirato fuori la storia
dell'antenna trasmittente nascosta sul
Vesuvio, oramai divenuta una vera e
propria leggenda metropolitana, a Napoli.
Così come è leggenda metropolitana la
presenza di missili nucleari lasciati dai
russi sul fondale del golfo di Napoli
oltre 30 anni fa. Nel frattempo il
consulente sarebbe indagato per traffico
d'armi e per violazione del segreto
d'ufficio dalla procura di Roma.
Per quanto riguarda il traffico d'armi,
gli accertamenti della magistratura romana
hanno preso il via in seguito ad una
trasmissione di atti da parte della
procura di Napoli, la quale aveva ricevuto
l'incartamento dall'ufficio giudiziario di
Teramo nel quadro di un'indagine partita,
proprio su segnalazione di Scaramella, dal
ritrovamento di alcuni lanciarazzi di tipo
RPG, arma antiveicolo di fabbricazione
russa. I magistrati partenopei, investiti
della questione per verificare se l'autore
della segnalazione potesse essere
coinvolto nel traffico d'armi, hanno
trasmesso il fascicolo ai colleghi romani
per competenza territoriale in quanto
Scaramella figura nei ruoli della
magistratura onoraria del distretto di
Napoli. Distretto nel quale ricade la
Procura che ora lo indaga.
Mentre il quotidiano La Repubblica
rende note alcune intercettazioni
telefoniche, tra le quali una tra
Scaramella e il procuratore Agostino
Cordova, il capogruppo dell'Ulivo nella
commissione bicamerale d'inchiesta sul
ciclo dei rifiuti, Egidio Banti, non esita
a dichiarare “che dietro personaggi dal
profilo equivoco come Scaramella ci fosse
anche un possibile traffico dei rifiuti
non deve stupire". Infatti non stupisce
affatto.
Archivio Politkovskaja
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