Trenta milioni di tonnellate
d'immondizia smaltiti illegalmente ogni anno. La Campania è la regione
più afflitta dalle ecomafie. Il Pm Ceglie: «La Legge delega riduce
l'obbligo di bonifica e le occasioni di risarcimento ambientale»
Sono 30 milioni di tonnellate i rifiuti smaltiti illegalmente
ogni anno in Italia, buona parte dei quali in Campania. Decine di
milioni di euro il giro d'affari dell'ecomafia. Questi alcuni dati
illustrati da Donato Ceglie, sostituto procuratore della Repubblica a
Santa Maria Capua Vetere (Caserta), al convegno Lipu in corso a Ischia.
Campania – ha spiegato il magistrato – brilla per crimini in
tutti i settori ambientali: oltre ai rifiuti, abbiamo il ciclo del
cemento, con la realizzazione di cave abusive e persino di "città"
abusive, realizzate sul demanio dello Stato. Con una conseguente doppia
ferita inferta al territorio, che si vede depredato e svuotato al
proprio interno per poi essere ridotto ad area illegale di smaltimento».
«L'unico controllo esistente è quello che reprime gli abusi – ha
proseguito
Donato Ceglie
Ceglie – che però ha il limite di non poter coprire tutto il
territorio ed è soprattutto tardivo rispetto al verificarsi
dell'illecito».
Ceglie segnala anche un altro aspetto del problema: «Le nuove
norme stabilite dal recente testo unico sull'ambiente, che offre una
definizione restrittiva di "rifiuto", limita gli spazi per le
associazioni per chiedere il risarcimento ambientale, e riduce l'obbligo
di bonifica per i terreni inquinati»
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