Nemiliz Gutterriez , rappresentante in Messico dei Pellegrini dell’Arcangelo San
Michele, è in questi mesi in viaggio in Italia e poi in Europa per tenere una
serie di incontri e conferenze a testimonianza dell’impegno profuso nella
realizzazione in Messico di una moneta che porti alla giustizia sociale e ad un’ecomomia
sostenibile. Cresciuta da genitori entrambi economisti, ha dato la sua
intelligenza per diffondere il messaggio di giustizia e di pace contenuto della
dottrina sociale cattolica. Ha condotto studi approfonditi su problematiche
economiche di respiro internazionale e ora collabora a dei progetti per la
formazione di economisti e di tecnici, nonchè delle famiglie per dar loro una
maggior familiarità e praticità con la moneta locale. Ha tenuto molteplici
interventi presso differenti emittenti radiofoniche, durante i quali ha spiegato
come mettere in pratica una teoria economica che attualmente di oppone ad una
moneta che lucra sulla vita dei popoli.
Ettore Affatati, rappresentante per la Etleboro in Calabria, ha incontrato
Nemiliz Guterriez per stringere con lei e in generale con il movimento dei
Pellegrini di San Michele una cooperazione che porti anche in Italia ad una
maggiore sensibilizzazione sui problemi socio-economici che direttamente
derivano da un sistema finanziaio usuraio, partendo proprio dall’educazione alla
moneta locale. Etleboro ha intervistato Mss. Memiliz Guterriez per dare così un
segnale a tutti della concreta possibilità di realizzare una moneta etnica, come
mero strumento di transazione e come tecnologia che può ridare respiro
all’economia in difficoltà che vivono in totale anemia monetaria.
D:Perché ha deciso di intraprendere questo lungo pellegrinaggio in Europa?
R:Sono qui in Europea per descrivere la nostra esperienza in Messico della
moneta complementare, che rappresenta, tra le tante cose, un'applicazione della
Dottrina Sociale della Chiesa. Ho parlato con i rappresentanti della Commissione
Pontificia per l'America Latina, Luis Rovles Dias, la Commissione Pontificia di
Giustizia e Pace, Mons. Renato Martino, e la Pontificia Commissione dei
Movimenti Laici nel Vaticano, il Prof. Carriquiri, che si sono mostrati molto
interessati al nostro movimento. I Pellegrini di San Michele sono oggi una
realtà in Messico, abbiamo stretto delle forti e impegnate collaborazioni con i
movimenti cattolici e laici più grandi del Messico. Noi facciamo parte della
Pastorale Sociale nel Santuario della Madonna di Guadalupe, grazie al Mons.
Mons. Diego Monroy Ponce, e istruiamo i sacerdoti alla Dottrina Sociale della
Chiesa per giungere poi alla sua applicazione. La nostra Casa Madre si trova in
Canada, nella provincia del Québéc e si estende poi, negli Stati Uniti, in
Equador, sino al Madagascar e alle Filippine.
Questo movimento è stato fondato nel 1939, e si è preposto come obiettivo quello
di attuare gli insegnamenti di Gesù e di lottare contro l'usura. Nel 1971,
abbiamo avuto un primo riconoscimento dalla Chiesa Cattolica come Laici
Consacrati Missionari, e questo ci ha consentito di fare dell'insegnamento della
moneta anche un'opera di evangelizzazione. La difficoltà più grande che si ha
nell'affrontare i problemi legati a quella che si può definire Giustizia
Sociale, è la conoscenza, l'insegnamento. Molti pregano, si dicono praticanti,
rispettano le regole, ma nessuno fa qualcosa, nessuno si impegna a costruire
quello che si dice nelle preghiere in quelle aree economiche che affrontano
gravi crisi. La cosa più difficile è la sensibilizzazione, è il convincere le
persone a salvarsi.

Che impressione ha avuto delle reazioni e delle risposte dei popoli Europei, e
in particolare dell'Italia?
Ho avuto molti incontri qui in Italia, soprattutto con associazioni cattoliche,
ho tenuto una serie di programmi a Radio Vaticano durante le quali mi hanno
ascoltato con vivo interesse, e mi hanno seguito. Il sacerdote, coordinatore
della programmazione per il mondo di “habla hispana” è stato molto contento per
quello che stiamo facendo in Messico, perché è una cosa reale, una testimonianza
che si può con la sensibilizzazione, realizzare la Dottrina Sociale della
Chiesa. Altri sono stati scettici, ma in generale ho avuto l'impressione che in
Italia vi sia molta difficoltà a capire e ad accettare certe cose, o a
realizzarle, per via della politica comunista di Prodi e il Trattato di
Maastricht che ha messo dei vincoli troppo forti. L'Italia ha una lunga
tradizione cattolica, ma ha perso la fede, ha perso i valori della famiglia,
della fiducia nell'unione delle persone, ha perso i valori etici, così come la
Francia, la Spagna e la Germania. Abbiamo avuto molti contatti positivi, sintomi
di una più vasta apertura mentale, con la Polonia e la Svizzera. Abbiamo notato
che comunque che quella della moneta non usuraia è un concetto che ha avuto una
grande eco soprattutto in paesi che hanno conosciuto la povertà, e che vedono in
questo una soluzione per la fame, le ingiustizie sociali, le guerre e gli odi
all'interno della società.
Anche il mezzo di comunicazione è importante, ho notato che tramite la radio e
internet si riesce a far arrivare meglio certi messaggi. In generale i Paesi più
poveri ne capiscono il valore, sanno che è un modo per rinnovare la dignità
dell'uomo, per dare una speranza: noi facciamo conoscere la Fede Viva alle
persone praticanti, e la Dottrina del “Credito Sociale” per far capire il ruolo
che ha nel mondo.
Come siete riusciti a realizzare la Moneta
complementare in Messico?
Innanzitutto abbiamo fatto una grande opera di sensibilizzazione, che è alla
base della evangelizzazione della Chiesa Cattolica. Se le persone non capiscono,
non sapranno mai il motivo per cui viene fatta, la accetteranno per i primi
tempi ma poi la abbandoneranno perché non hanno una coscienza sociale profonda,
e questo porta poi al fallimento. In una seconda fase abbiamo intrapreso una
fase sperimentale, per vedere come le persone scambiavano la moneta, come la
accettavano e poi la consideravano, se ne hanno paura o se hanno dei dubbi è
difficile continuare. Due sono state le iniziative più importanti che sempre
descrivo. Innanzitutto quella con il Governo Federale di Città del Messico, che
ha già nella sua storia un esempio di moneta complementare, infatti le
popolazioni indigene pre-ispaniche usavano come mezzo di scambio il cacao, le
transazioni venivano fatte con prodotti agricoli, la moneta non aveva valore.
Per esempio, abbiamo creato a Città del Messico, una conferenza delle 16
delegazioni chi si trovano lì, “il Dinamo”, dal nome della regione verde Los
Dinamos. In questo caso il Governo si occupa di tutto, della amministrazione,
della stampa e dell'educazione.
Qual è il suo meccanismo?
Il sistema è semplice ma di grande effetto perché mediante una moneta del popolo
si riesce ad umanizzare l'economia, a differenza di quella collegata con il FMI
e la Banca Mondiale. La moneta ha in sé il valore intrinseco della produzione
agricola, artigianale, nonché i servizi pubblici. Nel secondo caso
l'amministrazione dipende dalla comunità. La nostra proposta, è stata quella di
creare le “Associazioni del Rosario e dello Sviluppo Sociale”, che fondano
all’interno una “Banca Locale” di proprietà della comunità stessa. Nel Messico,
i Pellegrini di San Michele Arcangelo, stanno collaborando con l’ esperienza
della Città del Messico, il cui il governo ha creato una delegazione nell’area
de “Fomento Empresarial”, che si occupa in questo momento di informare e
istruire la gente interessata. Quella con città del Messico è un grande esempio
di cooperazione con la politica, che può essere portato nel governo del paese
per impiantare una buona amministrazione. Abbiamo inoltre raccolto dei buoni
frutti anche cooperando con una Comunità Buddista che ha accolto e fatta propria
la dottrina cattolica: questo deve far capire che non importa il credo, la
religione, importa solo che esistano persone di buona volontà che vogliono far
qualcosa per un bene comune.
Cosa pensa del fatto che la Repubblica Srpska
si trovi da molti anni sotto il controllo delle lobbies bancarie che stanno
distruggendo un'intera economia?
Come studiosa di problematiche internazionali, ho studiato molto il caso della
Srpska, e in generale di tutta questa regione europea, in cui si conserva da
troppi anni una situazione di estrema ingiustizia. Negli Stati in cui domina un
sistema politico corrotto, asservita dalle lobbies, viene sottratta all'uomo
ogni tipo di libertà. I popoli sono oppressi e soffrono, conoscono poi la
miseria e la povertà, ma sono molto fiduciosa sul fatto che si può in queste
zone costruire qualcosa, perché sono quelle che più ascoltano e che hanno una
maggiore forza di volontà. Inoltre noi abbiamo avuto degli importanti
riconoscimenti in campo internazionale di queste teorie a cominciare dalle
parole di Benedetto XVI che ha più volte precisato che è nell'economia il
problema, e occorre quindi fare innanzitutto una riforma del sistema economico
internazionale.
Io credo che sia importantissimo realizzare la moneta complementare in Bosnia,
proprio per via di questa particolare situazione economica, politica e anche
religiosa. Lì noi dobbiamo ridare una dignità a quei popoli, occorre insegnare
l'unità per il bene comune, perché non importa il credo, esiste un solo Dio che
ci ha lasciato un grande insegnamento.
Io sto lottando molto in questi anni per ottenere dalla Chiesa un maggior
riconoscimento della nostra opera, ho sottolineato più volte che l'uomo non è
fatto solo di spirito, che ha bisogno di beni materiale, perché le persone
muoiono di fame. Ma occorre che i beni materiali non ci posseggano, occorre che
gli venga dato il valore che deriva dall'opera dell'uomo e non dei Banchieri.
Sto aspettando ora una risposta, ma la bella esperienza con Radio Vaticana,
della quale ringrazio il coordinatore José Ivañez, Umbria Radio, e in
particolare Valentina Bruno Francesco, Radio Icaro di Rimini e La Voce, nella
persona di Don Elio Bromuri, e la stessa udienza che ho avuto con il Papa mi
fanno ben sperare.
Cosa vuole dire al fondatore di Etleboro, che sta in questo periodo subendo
molte minacce a causa della sua lotta contro i poteri che stanno usurpando la
Rep Srpska?
Vorrei dire a Michele Altamura che non deve preoccuparsi di questo, non importa
che vi siano le persecuzioni. Quando bisogna far conoscere la giustizia sociale
la cosa più importante è non aver paura, occorre raccomandare la propria anima a
Dio e essere sempre convinti di quello che si fa. Noi lottiamo per dare un
valore all'essere umano e questa è la lotta più giusta da fare. Se siamo vittime
di minacce e persecuzioni, allora questo è un ottimo sintomo, vuol dire che
stiamo facendo la cosa giusta, che lottiamo contro il male e che siamo
pericolosi, che possiamo cambiare le cose.
"L'uomo è ormai ridotto in schiavitù, dalla truffa più grande di tutta la storia
dell'uomo" ( Pio XI, Enciclica XXIV ). I Banchieri controllano la nostra vita, e
dobbiamo far capire a tutti che questa è la truffa più grande che sia stata mai
concepita dall’uomo, e noi contro di questo dobbiamo lottare uniti.
Cosa pensa di quello che sta facendo la Etleboro e in che modo la si può
aiutare?
Prima di tutto, io penso che tutti coloro che lavorano in Etleboro sono persone
convinte del fatto che la verità dovrebbe apparire al mondo così come è, e di
conseguenza loro stanno lavorando per la giustizia sociale. Questo è lo stesso
obiettivo che noi, come Pellegrini di San Michele,stiamo perseguendo, ossia la
instaurazione della giustizia sociale per dare una luce alla riforma del sistema
finanziario. Tutto questo può essere fatto se noi uniamo i nostri sforzi.
La verità è che in generale, tutti i mass media (radio, internet, Televisioni e
Giornali) sono controllati dall'Alta Finanza, e loro stanno manipolando le
persone. Questo è triste perché le persone non stanno pensando più con la loro
mente! Ma noi, Etleboro, il "Journal San Miguel", e quelle persone che vogliono
fare qualche cosa per la causa della giustizia sociale realmente, noi dobbiamo
continuare.
Infine,io invito i tutti collaboratori di Etleboro a cominciare un progetto per
dare una reale sensibilizzazione alle persone che ogni giorno leggono questo
importante blog, e così cominciava nella pratica con l'esperienza della moneta
locale nella Republika Srpska. Io invito tutte le persone interessate a questo
progetto a contattarmi al più presto possibile via e-mail
Archivio Religioni
|