09/02/2009 Decreto della
vergogna: l' Italia è razzista? (Mario Braconi,
http://www.altrenotizie.org)
La
cronaca politica di questi ultimi giorni ci costringe ad
osservare l’approvazione di una serie di provvedimenti che
possono solo essere definiti persecutori nei confronti
degli immigrati. Cade il tabù, la foglia di fico, è
ufficiale: l’Italia è ostaggio di una minoranza di
razzisti. Per tentare di placare in qualche modo le voglie
dell’alleato nordista, che insegue in modo delirante la
“normalizzazione” di ogni forma di “diversità”, Berlusconi
benedice un Decreto Legislativo che è un’orgia di norme
violente e demenziali. Oltre che pericolose. Che la Lega
sia naturalmente incline ad assecondare i sentimenti più
bassi dei suoi elettori meno istruiti è cosa nota. In
questo caso, però, i suoi uomini sono riusciti a superare
in estremismo anche i fan più sfegatati.
Gli eccessi della carica leghista suscitano perplessità
quanto non uno strisciante atteggiamento ostile perfino
tra gli alleati, i quali, al Senato, per ben tre volte,
contribuiscono a mandare sotto il governo e un quarto
incidente è sfiorato per un pelo. Non serve essere ultrà
antiberlusconiani per rallegrarsi di questi “incidenti”:
basta tenere ai diritti umani e nutrire una (pur vaga e
precaria) fiducia nell’intelligenza umana. Infatti, grazie
al salutare elettrochoc, al Senato non passano: una norma
che avrebbe svuotato di senso l’istituto del
ricongiungimento familiare ammettendolo solo per i parenti
dell’immigrato che risiedano regolarmente in Italia da
cinque anni (!) e una disposizione che avrebbe esteso da
60 giorni a 18 mesi il periodo di detenzione (nei centri
di identificazione) dell’immigrato clandestino.
Al Senato, quando un provvedimento ha un numero pari di
voti favorevoli e contrari, esso si dà per bocciato: per
questa unica ragione fallisce l’arrembaggio del deputato
PD Felice Casson, autore di un emendamento mirato a
rimuovere dall’ordinamento italiano la rivoltante
disposizione che prevede il pagamento una tassa di
soggiorno: emendamento approvato da 129 senatori ma
respinto da altrettanti. Ora i leghisti potranno
raccontare ai propri elettori che aumentare questa tassa
di una volta e mezza (da 80 a 200 euro) ha inferto un
colpo mortale all’immigrazione clandestina, oltre, è
chiaro, a rimpinguare le sempre sofferenti casse dello
Stato.
Questi intoppi, segnali di un giustificato malumore degli
alleati meno estremisti, non scoraggiano l’agguerrita
pattuglia leghista, che nell’ideazione degli emendamenti
al decreto legge sulla sicurezza mostra una creatività
insospettabile quanto degna di più nobili scopi: viene
così approvata una norma che impone la creazione di una
anagrafe dei clochard (geniale ossimoro) e vengono
finalmente ufficializzate dallo Stato le ronde di
cittadini, facilitando l’auspicato ritorno ad un medioevo
contemporaneo di bruti con torce, falci e forconi.
Sfortunatamente, le Camicie Verdi di Bossi, non potranno
dotarsi di armi; ma confidiamo sul fatto che il Governo
non manchi (presto) di rimediare a questo imperdonabile
vulnus.
L’opera leghista non sarebbe completa senza il suo tocco
finale: l’emendamento che consente ai medici di denunciare
l’immigrato clandestino bisognoso di cure. Il comma 5
dell’art. 35 del 5 del Decreto Legislativo 25 luglio 1998,
n. 286 prevede che “l'accesso alle strutture sanitarie da
parte dello straniero non in regola con le norme sul
soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione
all'autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il
referto, a parità di condizioni con il cittadino
italiano”: una norma umana ed intelligente che, in quanto
tale, non poteva resistere alla furia padana, determinata
a perseguitare gli immigrati in tutti i modi, anche nel
loro letto di dolore. Per questo l’emendamento 39.306
cancella questo comma: la sua abrogazione concretizza il
tentativo di trasformare i medici in delatori, attori di
un pervasivo meccanismo di controllo generalizzato. Visto
che l’infame emendamento passa con 156 voti favorevoli e
132 contrari, viene da pensare a dove siano mai finite le
anime belle che il giorno prima avevano votato contro il
loro governo. E’ vero: la portata pratica di questa misura
è minima, dato che - fortunatamente - i medici non sono
obbligati a denunciare il clandestino. Eppure
l’approvazione ampia di questo emendamento sta ad indicare
un atteggiamento pericolosamente impermeabile alla
sofferenza umana.
L’unica buona reazione, per ora, arriva dalla Regione
Puglia, dove il governatore Nichi Vendola ha replicato al
provvedimento approvato minacciando di “revocare la
convenzione ai medici di base che segnaleranno la presenza
di clandestini nei propri ambulatori”. Già col piano della
salute dello scorso settembre, del resto,
l'amministrazione pugliese aveva esteso ai medici di
famiglia l'obbligo di prestare assistenza anche agli
stranieri senza permesso di soggiorno. Vendola non ha
esitato a definire il voto del Senato “un modo di
legiferare parafascista”, dicendosi però “convinto che non
sarà necessario arrivare alla sanzione, perché c'è con i
nostri medici consonanza di principi costituzionali e di
solidarietà umana. Tuttavia, se qualcuno dovesse dar corso
alla denuncia, sappia che rischia di perdere la
convenzione con la Regione”. Gli fa eco dal Piemonte la
Governatrice Mercedes Bresso: “È una misura non umana e
oltretutto sbagliata”. E sulla stessa lunghezza d'onda si
sintonizzano le giunte di Marche e Lazio, pronte a varare
mozioni sull'obiezione di coscienza per i professionisti
della sanità.
Fortissima la contrarietà al provvedimento di associazioni
professionali di medici e paramedici nonché delle ONG:
secondo “Medici Senza Frontiere”, le nuove norme
dell’esecutivo, oltre ad essere irrispettose nei confronti
del ruolo dei medici, hanno tutte le carte in regola per
creare una “marginalizzazione sanitaria”, cosa che, al di
là di ovvie considerazioni etiche, aumenta “i fattori di
rischio per la salute collettiva”. Anche questo accade
quando alla malafede si coniuga una convinta ignoranza. Il
tutto condito con una lurida speculazione politica.
09/02/2009 Maroni querela Famiglia Cristiana che accusa il Governo di
approvare vere e proprie leggi razziali (http://www.canisciolti.info)
''Sono profondamente indignato e offeso dalle deliranti
dichiarazioni di Famiglia Cristiana che accusa me, il Governo e il Parlamento
Italiano di approvare vere e proprie leggi razziali''. Lo dichiara in una nota
il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, in merito all'editoriale di Famiglia
Cristiana.
''E' un attacco di violenza inaudita nei toni e nei contenuti
- prosegue il titolare del Viminale -, tanto piu' inaccettabile in quanto si
fonda su presupposti palesemente falsi: le norme del pacchetto sicurezza
all'esame del Parlamento Italiano sono gia' in vigore in molti Paesi europei,
senza che i Governi di questi stessi Paesi siano mai stati insultati con tanta
violenza come Famiglia Cristiana fa regolarmente con quello italiano''. ''Per
tutelare la mia onorabilita' e quella della carica che ricopro - conclude il
ministro - ho deciso quindi di dare mandato ai miei legali di agire in ogni sede
civile e pensale per contrastare questa aggressione premeditata da parte di chi
usa consapevolmente la violenza di affermazioni false per combattere chi ha
opinioni diverse dalle proprie''.
09/02/2008 Veltroni: L'Italia sta precipitando verso le leggi razziali
(http://www.canisciolti.info)
L'Italia sta precipitando verso le leggi razziali, adesso il
ministro Maroni denunci anche me". E' la provocazione lanciata da Veltroni,
segretario Pd, al ministro degli Interni. Maroni aveva reagito duramente
all'editoriale pubblicato da 'Famiglia cristiana' in cui si condannano,
paragonandoli alla legislazione fascista, i provvedimenti adottati dal governo
contro l'immigrazione clandestina.
09/02/2009 Follini: Berlusconi, secondo me, ci vuole portare alle elezioni
(http://www.canisciolti.info)
''Berlusconi, secondo me, ci vuole portare alle elezioni. Non
importa che si sia votato meno di un anno fa, che il Cavaliere abbia vinto a
mani basse e che la sua maggioranza gli riservi tutta la disciplina del caso. In
ballo c'e' la sua natura politica. Che e' avventurosa, insofferente verso i
vincoli, le procedure, le complicazioni, incurante dei delicati equilibri di
convivenza che tengono insieme un paese''. Ad affermarlo in un articolo per il
'Riformista' e' Marco Follini (Pd) sostenendo che a questo disegno e' funzionale
l'attacco del Cavaliere al Quirinale alla Costituzione di ispirazione sovietica.
''C'e' in lui - prosegue Follini - qualcosa di prometeico,
direbbero i suoi tifosi, un gusto della sfida e dell'azzardo che lo spinge a
rilanciare di continuo, indifferente a quelle ragioni di prudenza che la buona,
vecchia politica ha insegnato a molti di noi. La quotidianita', con i suoi
faticosi rendiconti, non gli appartiene. E difatti sta studiando come
liberarsene. Tanto piu' in tempi di magra dell'economia''. ''Dunque,
prepariamoci. Lo show-down con il Quirinale e l'assalto alla Costituzione di
impronta 'sovietica' annunciano una nuova stagione politica -sostiene Follini- e
richiedono anche a noi di abbozzare una strategia. E' abbastanza ovvio che
l'illusione del dialogo -oggi sul 4 per cento e la Rai, domani forse sul
federalismo, dopodomani chissa'- s'e' dissolta nei roghi politici e
istituzionali di queste ore. Siamo nel pieno dei rigori dell'inverno della
Repubblica e abbigliarci come se dovessimo andare a un picnic primaverile sembra
davvero imprudente''.
''E pero' non va bene neppure indossare il passamontagna. Gia', perche' quanto
piu' 'il principale esponente dello schieramento avversario' tende a strappare,
tanto piu' noi - scrive Follini - dobbiamo essere capaci di cucire. Questo e' il
momento in cui il Pd dovrebbe prodigarsi ad offrire le rassicurazioni piu'
impegnative e generose all'Italia moderata e benpensante, all'Italia del
'progresso senza avventure' per dirla con Fanfani. Una parte dell'elettorato
berlusconiano e' galvanizzata dal Cav piu' di lotta che di governo. Ma un'altra
parte ne e' frastornata e spaventata, ne teme le incognite, in fondo in fondo ne
disapprova le forzature. E' questa parte che a lungo andare decidera' le sorti
della contesa politica nel nostro paese''. ''Berlusconi sta rendendo sempre piu'
esplicita la sua sfida alla tradizione politica e costituzionale. Il suo tratto
populista fa sbiadire il profilo del normalizzatore che s'era annunciato
all'indomani del voto dell'aprile scorso. La sua irrequieta sbrigativita'
-conclude Follini- fa a pugni con le cautele e la misura che erano tipiche del
retaggio democristiano. In queste condizioni spingere il Pd ancor piu' a
sinistra significherebbe davvero immortalare il Cav''.
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