05/09/2010 Camigliano: comune sciolto per raccolta differenziata. Il sindaco del comune casertano è stato destituito (Di Nello Trocchia, http://www.ilfattoquotidiano.it)
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Il sindaco del comune casertano è stato destituito da un decreto del ministero dell'Interno. Il motivo? Si oppone alla provincializzazione della gestione dei rifiuti
E’ successo a Camigliano, provincia di Caserta quando lo
scorso 3 agosto il primo cittadino, Vincenzo Cenname, è stato
destituito da un decreto del ministero dell’Interno. La scure di Bobo
Maroni questa volta non è andata a colpire un comune colluso con la
mafia, ma un’amministrazione che ha fatto della raccolta differenziata la sua
missione, arrivando a riciclare quasi il 70% della spazzatura.
L’unica colpa quella di essersi opposto alla provincializzazione della
gestione dei rifiuti che, visto il curriculum del consorzio
Napoli-Caserta da cui la nuova società nasce, significa clientela,
sprechi e tasse per i cittadini. La legge 26 (quella che sanciva la fine dell’emergenza
immondizia in Campania), impone ai comuni di farsi da parte e di lasciare la
gestione dei rifiuti, compresa la riscossione delle tasse, al nuovo ente
provinciale.
Ma l’ormai ex sindaco non vuole cedere: “ Mi sono sempre opposto alla gestione
del consorzio e ora lo faccio con la società provinciale. Preferisco usare
uomini e mezzi del comune, imposte all’ente locale in cambio di un servizio
efficiente”. Ma Maroni non ci sente e in piena estate fa firmare il decreto di
scioglimento al presidente della Repubblica. Peccato perché la raccolta
differenziata di Camigliano e delle sue 17 provincie è così avanzata da fare
invidia ai paesi dell’Alto Adige. Raccolta degli oli esausti, distribuzione di
pannolini lavabili alle neo mamme e i bambini che portano la plastica a scuola
vengono premiati con ecoeuro per comprare materiale didattico. Questi sono
solo alcuni esempi e i numeri danno ragione all’ormai ex primo cittadino:
costi contenuti, bilancio in ordine. “ Se i comuni – continua Cenname – escono
dalla gestione, la nuova società provinciale con l’ingresso dei privati,
ereditando i disastri finanziari del consorzio, avrà un solo modo per
ripianare i buchi: aumentare la tariffa. Una logica che rigetto, tra l’altro
sulla legge 26 c’è una proposta di modifica, avanzata dalla provincia di
Caserta, guidata dal centro-destra”. La nuova società provinciale eredita la
gestione allegra del consorzio unico Napoli-Caserta, guidato fino all’aprile
scorso dal plurindagato Antonio Scialdone, e ancor prima l’esperienza dei
consorzi di bacino, tra cui il famigerato Ce4, retto da Giuseppe
Valente, l’uomo di Cosentino, già condannato due volte. La rimozione di Cenname è avvenuta in soli 7 giorni.
Ingegnere ambientale, under 40, preparato e competente. Troppo per la
provincia casertana dove si contano 28 comuni sciolti per infiltrazioni
mafiose. Ma l’ex sindaco promette battaglia: “ Valuteremo i prossimi passi.
Nei giorni scorsi c’erano i ragazzi di Libera, venivano da Padova, non sono
riuscito a spiegare perché mi hanno cacciato, sono rimasti allibiti”. Poco
distante da Camigliano, le notizie raccontano di nuovi scioperi dei lavoratori
degli ex consorzi, rifiuti in strada e raccolta a rilento. Mentre l’emergenza
torna protagonista, il governo manda a casa i sindaci modello.