Il
Decreto Legislativo 22/97 sta determinando una forte spinta
all’innovazione dei sistemi di gestione dei rifiuti urbani al fine di
raggiungere l’obiettivo minimo del 35% di raccolta differenziata delle
frazioni riciclabili entro il 2003. Le esperienze condotte sul
territorio hanno evidenziato che per raggiungere tale obiettivo di
qualità ambientale nel medio termine è necessario, in particolare,
attivare in forma estesa le raccolte differenziate delle frazioni compostabili.
Le strategie delineate dal D.lgs. 22/97, ed in specifico la definizione
di obiettivi di medio-lungo termine fortemente dipendenti
dall’attivazione di raccolte differenziate secco-umido, hanno quindi
fatto sí che anche in Italia siano stati introdotti i criteri operativi
da tempo sviluppati in diversi Paesi europei. E’ crescente il numero di
Regioni e Province che inseriscono la strategia della differenziazione
secco/umido nei Piani locali di settore, come sempre piú numerosi sono
Comuni e Consorzi che attivano tali raccolte, anche in anticipo sulle
previsioni dei Piani Regionali e Provinciali.
In questo contesto il compostaggio si sta confermando come elemento
centrale dei sistemi di raccolta differenziata avanzata; già a fine 1998
si erano censiti 576 Comuni attivi nella raccolta secco-umido ad oggi
sono già circa 1500 i Comuni che separano lo scarto di cucina, mentre la
raccolta differenziata dello scarto verde è obbligatoria in Lombardia,
Veneto, Piemonte ed è prevista anche dal Piano per la Gestione
dell’Emergenza della Regione Sicilia.
Raccolta differenziata della frazione
organica dei rifiuti del 1999 e del 2001

Nel 2001 la raccolta differenziata nel centro-sud si
è avvicinata al 20% grazie in particolare allo sviluppo registratosi in
Campania.
Rispetto alle modalità di raccolta, va rilevato che in Italia si sono
sviluppati modelli di raccolta ottimizzati che consentono una ottima
intercettazione (in termini quantitativi), una elevata qualità e tendono
a favorire il contenimento dei costi. Questo fatto ha destato interesse
a livello internazionale. Il “modello italiano” è già stato esportato
con successo in Catalogna (la situazione leader in Spagna), Francia (con
sporadiche applicazioni ed un forte interesse da parte delle Strutture
Tecniche nazionali preposte, come l’Agenzia per l’Ambiente ADEME) e piú
di recente si sono avviati studi-pilota per la sua applicazione in
Inghilterra (es. Manchester). Questi modelli hanno iniziato a
diffondersi anche in Italia Meridionale, ed in particolare si registrano
importanti sviluppi dei circuiti promossi dalla struttura commissariale
campana, con diverse decine di Comuni che attestano risultati analoghi
alle esperienze da tempo sviluppate al Nord (e per certi versi
superiori, come nel caso delle intercettazioni mediamente piú elevate di
scarti di cucina).
Risultati conseguiti dai Comuni attivi in
Campania sulle raccolte secco-umido (gennaio-giugno 2001)
http://www.legambiente.campania.it
Archivio Raccolta Differenziata
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