Il
65% dei rifiuti urbani prodotti in Campania dovrebbe essere trattato
negli impianti CDR e successivamente inviato alla termovalorizzazione
affidati alla ATI vincitrice della gara per la realizzazione del sistema.Questo
sistema è cosí articolato sul piano impiantistico:
- Impianto CDR
- Termovalorizzazione
- Siti di stoccaggio definitivo per i sovvalli derivanti dalla
produzione del CDR.
Impianto CDR
Nell’impianto CDR arriva il rifiuto tal quale o proveniente direttamente
dai circuiti di raccolta comunale o da impianti di trasferenza, ovvero
impianti nel quale viene effettuato uno stoccaggio provvisorio del
rifiuto che viene grossolanamente vagliato e avviato in grosse quantità
all’impianto CDR.
All’interno dell’impianto CDR su 650 kg di materiale conferito, 300 kg
diventano CDR, 250 kg diventano frazione organica stabilizzata e il
rimanente costituisce il sovvallo, ovvero gli scarti derivanti dal
trattamento.
Rispetto a questo quadro generale attualmente in Campania sono stati
realizzati i seguenti impianti:
Caivano (in esercizio)
Giugliano (in esercizio)
Pianodardine (in esercizio)
Santa Maria Capua Vetere (in esercizio)
Sono ancora in corso di realizzazione:
Tufino (12/8/2002)
Battipaglia (31/10/2002)
Casalduni (15/7/2002)
In Provincia di Napoli gli impianti prevedono
questa produzione:

Per lo smaltimento della FOS e dei sovvalli sono necessari per lo
stoccaggio definitivo circa 11.500.000 mc.
Nelle altre province:

Per lo smaltimento della FOS e dei sovvalli sono necessari per lo
stoccaggio definitivo circa 6.500.000 mc.
Per soddisfare il fabbisogno di smaltimento della FOS e dei sovvalli la
FIBE ha presentato 11 progetti di siti di stoccaggio definitivo di cui
approvati solo due:
- Cava Giuliani
- Cava F.lli Bianco
È fuori di ogni dubbio che la scelta dei siti di stoccaggio definitivo
costituisce un serio problema per il reperimento di aree idonee che
rispondano a caratteristiche di sicurezza e di rischio compatibili con
il materiale ivi conferito. Il materiale conferito sul piano qualitativo
non è assimilabile a rifiuto tal quale, in quanto è fortemente trattato
nella fase di selezione e d’altronde i siti sono progettati, per eccesso
di sicurezza, come discariche di 2 categoria quindi con tutti i presidi
ambientali necessari allo stoccaggio definitivo di rifiuti (impianto di
biogas, percolato, rete di monitoraggio e quanto previsto in materia
dalle direttive tecniche).
Nella logica del sistema integrato però il sistema
CDR sta rischiando di
diventare l’unico sistema di smaltimento in Campania, laddove anche
grazie alla riluttanza di molte amministrazioni locali, stentano a
partire gli impianti di compostaggio (fondamentali per chiudere il
cerchio del sistema secco/umido) e gli impianti di trasferenza. E’
questo a nostro avviso l’impegno forte che Legambiente deve assumere per
fare della raccolta differenziata il sistema centrale del ciclo
integrato dei rifiuti, creando quella rete virtuosa di esperienze già
avviate a livello locale che non possono fallire. A ciò insegna
l’esperienza di Pomigliano d’Arco che da comune riciclone sta rischiando
di diventare fanalino di coda del sistema dei comuni eccellenti della
raccolta differenziata.Non si capisce come mai, la stessa determinazione
usata nei confronti delle proteste sia istituzionali che dei cittadini
nei confronti degli impianti di Cdr, il commissariato non venga usata
nel convincere od in alcuni casi forzare la situazione per la
realizzazione degli impinati di compostaggio, la cui dimensione ed
impatto ambientale sono sicuramente inferiori.
http://www.legambiente.campania.it
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