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07/02/2008 Il sistema di trattamento del ciclo integrato dei rifiuti (http://www.legambiente.campania.it)

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Il 65% dei rifiuti urbani prodotti in Campania dovrebbe essere trattato negli impianti CDR e successivamente inviato alla termovalorizzazione affidati alla ATI vincitrice della gara per la realizzazione del sistema.Questo sistema è cosí articolato sul piano impiantistico:
- Impianto CDR
- Termovalorizzazione
- Siti di stoccaggio definitivo per i sovvalli derivanti dalla produzione del CDR.

Impianto CDR

Nell’impianto CDR arriva il rifiuto tal quale o proveniente direttamente dai circuiti di raccolta comunale o da impianti di trasferenza, ovvero impianti nel quale viene effettuato uno stoccaggio provvisorio del rifiuto che viene grossolanamente vagliato e avviato in grosse quantità all’impianto CDR.
All’interno dell’impianto CDR su 650 kg di materiale conferito, 300 kg diventano CDR, 250 kg diventano frazione organica stabilizzata e il rimanente costituisce il sovvallo, ovvero gli scarti derivanti dal trattamento.
Rispetto a questo quadro generale attualmente in Campania sono stati realizzati i seguenti impianti:
Caivano (in esercizio)
Giugliano (in esercizio)
Pianodardine (in esercizio)
Santa Maria Capua Vetere (in esercizio)

Sono ancora in corso di realizzazione:
Tufino (12/8/2002)
Battipaglia (31/10/2002)
Casalduni (15/7/2002)

In Provincia di Napoli gli impianti prevedono questa produzione:


 


Per lo smaltimento della FOS e dei sovvalli sono necessari per lo stoccaggio definitivo circa 11.500.000 mc.


Nelle altre province:


 



Per lo smaltimento della FOS e dei sovvalli sono necessari per lo stoccaggio definitivo circa 6.500.000 mc.

Per soddisfare il fabbisogno di smaltimento della FOS e dei sovvalli la FIBE ha presentato 11 progetti di siti di stoccaggio definitivo di cui approvati solo due:
- Cava Giuliani
- Cava F.lli Bianco

È fuori di ogni dubbio che la scelta dei siti di stoccaggio definitivo costituisce un serio problema per il reperimento di aree idonee che rispondano a caratteristiche di sicurezza e di rischio compatibili con il materiale ivi conferito. Il materiale conferito sul piano qualitativo non è assimilabile a rifiuto tal quale, in quanto è fortemente trattato nella fase di selezione e d’altronde i siti sono progettati, per eccesso di sicurezza, come discariche di 2 categoria quindi con tutti i presidi ambientali necessari allo stoccaggio definitivo di rifiuti (impianto di biogas, percolato, rete di monitoraggio e quanto previsto in materia dalle direttive tecniche).

Nella logica del sistema integrato però il sistema CDR sta rischiando di diventare l’unico sistema di smaltimento in Campania, laddove anche grazie alla riluttanza di molte amministrazioni locali, stentano a partire gli impianti di compostaggio (fondamentali per chiudere il cerchio del sistema secco/umido) e gli impianti di trasferenza. E’ questo a nostro avviso l’impegno forte che Legambiente deve assumere per fare della raccolta differenziata il sistema centrale del ciclo integrato dei rifiuti, creando quella rete virtuosa di esperienze già avviate a livello locale che non possono fallire. A ciò insegna l’esperienza di Pomigliano d’Arco che da comune riciclone sta rischiando di diventare fanalino di coda del sistema dei comuni eccellenti della raccolta differenziata.Non si capisce come mai, la stessa determinazione usata nei confronti delle proteste sia istituzionali che dei cittadini nei confronti degli impianti di Cdr, il commissariato non venga usata nel convincere od in alcuni casi forzare la situazione per la realizzazione degli impinati di compostaggio, la cui dimensione ed impatto ambientale sono sicuramente inferiori.

http://www.legambiente.campania.it

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