Dal prossimo 7 gennaio in diverse citta' partono
i saldi, il periodo piu' atteso per gli acquisti a prezzi decenti. Nelle
numerose offerte che hanno caratterizzato questi ultimi periodi, gli sconti
non sono un novita’. Per fortuna e meno male. Perche’ vuol dire che i
consumatori, con il comportamento del non-acquisto, hanno cominciato
a far valer il loro potere, convincendo i commercianti che, se vogliono
vendere, devono prima di tutto avere prezzi concorrenziali. I saldi, che
a nostro avviso andrebbero aboliti perche’ ipocriti e debilitanti la
dinamicita’ del mercato e la liberta’ di commercio, per ora ci sono e quindi
rappresentano un punto di riferimento, in modo particolare per
l’abbigliamento.
Ma ce' un consiglio che viene sottovalutato, perche' preso in
considerazione troppo tardi: quello di informarsi prima. Che buona parte
dei commercianti freghino sui prezzi a saldo e' come scoprire l'acqua calda:
i prezzi da scontare dei cartellini sono gonfiati ad arte si' da far
sembrare occasione un prodotto il cui prezzo a saldo e' praticamente uguale
a quello con cui era venduto prima. E quand'anche si scopre questo
trucchetto, oltre ad una segnalazione presso l'associazione di categoria, se
ne puo' solo prendere atto e non sanzionare lo specifico commerciante.
Nel decalogo che da anni divulghiamo, questo consiglio e' sempre stato il
primo, ma e' importante che venga preso in considerazione gia' da ora,
quando mancano ancora alcune settimane all'avvio dei saldi. Altrimenti
il paragone non potra' essere fatto con precisione e, soprattutto, ci
potrebbero poi essere difficolta' a scegliere cio' che interessa perche' non
ci potrebbe essere piu' tempo per fare la necessaria ricognizione sulle
offerte che, quando convenienti, esauriscono con una certa velocita'.
Ecco gli altri nove consigli:
2) non fermarsi al primo negozio che pratica sconti, ma visitarne
diversi e confrontare i prezzi esposti e la qualita' della merce di
riferimento (dopo non si potra’ rivendicare il cambio di un prodotto perche’
il negozio a cento metri piu’ in la’ vende lo stesso ad un prezzo
dimezzato);
3) non lasciarsi ingannare da sconti che superano il 50% del costo
iniziale. Nessuno regala niente. Difficilmente un commerciante ha
ricarichi superiori al 50% a meno che non si tratti di un artigiano che
produca da se' e che nella determinazione del prezzo ha margini e logiche
piu' ampie;
4) ricordarsi che prezzi tipo "49,90" euro vuole dire "50,00" e non
"49,00", anche se il prezzo indicato induce a pensare piu' a 40,00 che a
50,00;
5) le forme di pagamento non differiscono da quelle abituali, perche'
siamo in presenza di transazioni commerciali e il prezzo di acquisto non
modifica le regole. Quindi diffidare da chi impone il pagamento in contanti
pur avendo esposta la segnalazione della convenzione con un istituto di
carte di credito o bancomat. Si puo’ chiedere di usufruire di questa forma
di pagamento, e in caso di diniego segnalarlo all’istituto di credito, che
potrebbe anche annullare la convenzione con quel commerciante.
6) guardare le etichette che riportano la composizione dei tessuti: i
prodotti naturali costano di piu', quelli sintetici meno. La percentuale di
composizione puo' variare notevolmente e incidere sul costo finale;
7) i capi d'abbigliamento riportano l'etichetta con le modalita' di
lavaggio e conviene sempre chiedere conferma al commerciante di cio' che e'
indicato: la sua esperienza puo' servire a prevenire spiacevoli sorprese
dopo che si e' portato il capo d'abbigliamento in lavanderia;
8) essere pignoli. Di un capo verificare se e' di pura lana vergine o
di lana. La seconda lana puo' essere riciclata, la prima no. Di un capo di
cotone chiedere la provenienza: i prodotti provenienti dai Paesi asiatici
possono essere trattati con pesticidi o antimuffe che al contatto con la
pelle possono provocare allergie;
9) diffidare dei capi d'abbigliamento disponibili in tutte le taglie
e/o colori: e' molto probabile che non sia merce a saldo, ma immessa sul
mercato solo per l'occasione e quindi con un finto prezzo scontato;
10) diffidare dei negozi che espongono cartelli tipo "la merce
venduta non si cambia": esistono regole precise del commercio che
impongono il cambio della merce non corrispondente a quanto propagandato o
perche' difettosa. Il fatto di essere in saldo, non significa che queste
regole non siano valide. Ricordarsi che non esiste il diritto di recesso
negli acquisti fatti in un esercizio commerciale: per cui se si e’ sbagliata
la taglia o si e’ semplicemente cambiato idea, e’ solo la disponibilita’ del
commerciante che puo’ ovviare al problema, ma non c’e’ un diritto del
consumatoreArchivio Pubblicità ed Inganno
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