Con la festa del ringraziamento (l'ultimo giovedi' del mese di novembre)
negli Usa e' cominciata ufficialmente la stagione delle grandi vendite, che
significa grandi sconti, grandi code, gente che dalla sera prima e' davanti
ai piu' economici grandi magazzini, che per l'occasione diventano ancora
piu' economici... insomma grandi vendite.
Un mondo al contrario? Visto che da noi i saldi sono dopo le
vacanze e –non contenti- alcune associazioni di commercianti hanno chiesto
che vengano spostati ancor piu' in la' perche' troppo a ridosso delle
vacanze di fine anno. Se consideriamo che il mondo del mercato per
eccellenza, degli affari, dei buoni ed economici acquisti e' oltre
Atlantico, forse siamo qui in Europa e in Italia che ci muoviamo al
contrario.
Non solo, ma c'e' anche l'ipocrisia. Perche' gli sconti sappiamo
tutti che ci sono anche in questo periodo, solo che non si chiamano saldi,
ma favori personali (i negozi che inviano sms sui telefonini dei loro
clienti, per esempio), promozioni per svendite non meglio identificate, etc..
Solo che la struttura normativa si preferisce che sia conservata cosi'
com'e', con le Regioni e i Comuni che continueranno a fare finta di
avere un potere in materia e, soprattutto, i commercianti che
continueranno a fregare i consumatori coi falsi sconti che compaiono
durante i periodi dei saldi (il piu' diffuso e' il prezzo di riferimento, su
cui si basa percentualmente lo sconto, che viene innalzato ad arte).
Tutto questo con il contorno del piagnisteo dei commercianti e delle loro
associazioni, perche' le previsioni per il Natale non sono rosee, e c'e'
la crisi e le tasse sono troppo alte, etc. E, a parte aver ragioni sulle
tasse troppo alte, il resto e' tutto un gioco delle parti con un unico
risultato: il consumatore candidato alle fregature, alla mancanza di
trasparenza, a dover sempre comportarsi come in suk arabo per spuntare un
prezzo interessante, etc.
In questo clima elettorale che avanza, dove dal punto di vista delle
politiche di mercato la differenza tra destra e sinistra e' quasi
impercettibile, cogliamo l'occasione, in nome del mercato stesso, della
necessita' della sua piu' ampia liberalizzazione per dare fiato all'economia
e alla liberta' di scelta e di proposta dei suoi attori... cogliamo
l'occasione per fare appello a chi si sta per candidare chiedendo voti agli
elettori: c'e' qualcuno che ci propone di poter vendere e comprare
quando ci pare e piace e ai prezzi che riteniamo piu' opportuni, dandoci
la liberta' di scegliere un capo cinese a 2 euro e lo stesso capo (simile ma
diverso) a 10 euro ma "made in Italy", senza che quest'ultimo sia un "made
in Italy" fatto in Cina? Cioe', c'e' qualche politico che propone come
governo la libera imprenditoria in un libero mercato, senza dazi assurdi e
valorizzando il potere e la volonta' di acquisto e di scelta dei
consumatori?
Aspettiamo fiduciosi, a partire da quelle regioni e quei Comuni che, gia'
per i prossimi saldi post-natalizi vorranno dichiarare il "de profundis" di
questo ipocrito massacro di economia e di liberta'..
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