Niente più caccia in deroga. Ok dal governo al decreto legge che ci
rimette in linea con la Ue. Intanto Pecoraro Scanio si appella al
Piemonte: "Non abbatta i caprioli, li accoglieremo nei parchi"
Il
governo dice stop alla caccia in deroga alle normative comunitarie per
quel che riguarda periodi di apertura e specie protette cacciabili, e
chiede a Regione Piemonte, attraverso il ministro dell’Ambiente Alfonso
Pecoraro Scanio, di sospendere l’abbattimento di 600 caprioli
autorizzato nell’Alessandrino.
La notizia migliore è la
prima. Il Consiglio dei Ministri ha infatti approvato nella seduta
di venerdì 4 agosto, un decreto legge che vieterà
alle Regioni, dopo parecchi anni di deregulation in materia, di concedere
deroghe sulla data di apertura ufficiale della stagione della caccia in
violazione alle attuali norme europee e sulle specie cacciabili.
“Il decreto è un atto
che segna una svolta rispetto all’estremismo venatorio degli anni
scorsi”, ha spiegato Pecoraro Scanio. “E’ evidente che con questo
decreto non si potranno più violare le direttive europee e la legge
nazionale sulla caccia. Grazie ad una corretta applicazione della
legge 157, infatti, verrà meglio tutelata la fauna
selvatica. L’applicazione della legge nazionale eviterà, inoltre,
ulteriori infrazioni comunitarie che potrebbero bloccare la
concessione alle Regioni, da parte della Ue, dei fondi destinati
all’agricoltura per lo Sviluppo Rurale”.
Il decreto legge
stabilisce anche che nelle zone classificate come ZPS (Zone protezione
speciale) sarà permessa la caccia ma senza alcuna deroga possibile
in termini di calendario o specie cacciabili. Inoltre, in queste
particolari aree, sarà vietata qualsiasi attività antropica di impatto
ambientale come l’istituzione di discariche, le manifestazioni
motoristiche, la posa di elettrodotti e altro.
“Dopo anni
ed anni di deroghe a tutto spiano finalmente l’Italia non violerà più
le direttive comunitarie in materia di caccia. Si tratta ora di
controllare con grande rigore che le regioni sino a ieri abituate ad uno
stile venatorio selvaggio si adeguino a questo provvidenziale decreto”, è
stato il commento di Grazia Francescato, deputata dei Verdi.
“Grazie al decreto -
prosegue Francescato - ci rimettiamo in linea con le normative europee. Le
componenti più sensibili del mondo venatorio sollecitavano da tempo
l’osservanza più attenta della disciplina comunitaria e della legge 157
perché l’estensione dei periodi di caccia e l’ampliamento delle specie
cacciabili mette a serio rischio la consistenza della nostra fauna
selvatica”.
Gioiscono anche i Verdi
lombardi, che
con il loro ostruzionismo in Consiglio regionale erano comunque riusciti a
rinviare a settembre la legge, voluta dalla maggioranza di centrodestra,
che avrebbe permesso l’abbattimento di milioni di passeri, peppole,
fringuelli e storni, protetti invece dalle normative comunitarie.
“Siamo più che
soddisfatti – hanno detto i consiglieri Carlo Monguzzi e
Marcello Saponaro
- perché oltre ad aver evitato la strage di milioni di volatili, l’Italia,
e quindi la Lombardia, tornano ad operare in una situazione di legalità,
in armonia con le norme europee. Formigoni ci ringrazi per avergli
evitato una figuraccia”.
Sempre in tema di
caccia, il ministro cerca di correre ai ripari di fronte al via libera
da parte di Regione Piemonte all’abbattimento di 600 caprioli. “Ho
chiesto alla Regione Piemonte di sospendere l’abbattimento previsto
nell’Alessandrino. Abbiamo offerto la nostra disponibilità ad
ospitare gli animali in alcuni parchi nazionali”.
Pecoraro Scanio ha anche
detto che le risorse non sono un problema: “Ho già individuato le risorse
necessarie per realizzare nei prossimi mesi un Piano di trasferimento
dei caprioli nei parchi nazionali. C’è poi un problema più generale di
gestione di alcune specie in soprannumero”, precisa il ministro: “Sono
scomparsi i predatori naturali che garantiscono l’equilibrio delle specie,
quindi va avviato un piano nazionale per affrontare questo problema con
interventi che aiutino a mantenere gli equilibri senza ricorrere ad
abbattimenti cruenti”.
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