La settimana scorsa
l'ordine
d'abbattimento delle autorità tedesche. Il cancelliere austriaco Shuessel:
«Mi dispiace». Finirà imbalsamanto nel museo di Monaco. Wwf: «Un atto di
inciviltà» / LEGAMBIENTE:
«Europa
della biodiversità tutta da costruire»
Alla fine lo hanno fatto. Jj1, l’orso bruno di due anni, scappato più
di un mese fa dal Parco trentino dell’Adamello Brenta, spauracchio della
Baviera, è stato abbattuto da un gruppo di cacciatori autorizzati dal governo
tedesco questa mattina verso le 5 non lontano dal lago Spitzing, nella Germania
meridionale. Il cucciolo selvatico, nato dall’unione di Jurka e Joze e nel
frattempo soprannominato Bruno, è stato ucciso perché ritenuto dagli esperti un
pericolo imminente, specie dopo diversi avvistamenti vicino ai centri abitati.
Negli ultimi due giorni, infatti, l'animale alto due metri, era stato
visto da tre escursionisti a piedi e da un gruppo che faceva una escursione in
mountain bike. Altri lo avevano visto nuotare nel Soinsee, in provincia di
Miesbach. E da ultimo, Bruno era stato visto salire verso le cime dei monti. E
non c’è stato niente da fare.
«Questa è la più stupida di tutte le soluzioni – afferma il presidente
dell'associazione tedesca per la difesa della natura, Hubert Weinzierl – Sono
molto rattristato per quanto accaduto. Consiglio a tutti gli orsi del mondo di
evitare la Baviera. In verità, mi auguravo più rilassatezza dalle autorità
tedesche rispetto al primo orso tornato a vivere in libertà in Germania dopo
oltre 170 anni. Anche le pecore uccise avrebbero potuto essere rimborsate e
l'orso con provvedimenti adeguati avrebbe potuto imparare a restare lontano dai
centri abitati. In altri paesi orsi e umani convivono pacificamente. Solo in
Germania l'orso viene immediatamente fatto fuori».
Due cose però non tornano. Per alcune settimane un gruppo di cacciatori
finlandesi con cani appositamente addestrati ed un veterinario armato di un
fucile a sonniferi lo hanno cercato per catturarlo vivo e portarlo in una zona
protetta. Ma le ricerche, rivelatesi faticose e alla fine inutili, sono state
interrotte venerdì scorso. Non si capisce, rilevano gli ambientalisti, come mai
quando si è trattato di abbatterlo, invece, lo abbiano trovato subito.
Da questa settimana, inoltre, doveva tornare in vigore la disposizione
delle autorità tedesche e austriache, in base alle quali l'orso considerato un
pericolo, poteva essere ucciso, come poi è prontamente successo. Ma le polemiche
si sollevano anche sui tempi dell'abbattimento: mentre in Austria l'orso è
ridiventato abbattibile da oggi, in Baviera il permesso sarebbe dovuto scattare
solo domani. Certamente, la componente pericolo avrà un ruolo fondamentale per
giustificare l’azione.
«E' un atto di inciviltà decidere di abbattere animali appartenenti a
specie protette. – ribatte Fulco Pratesi, presidente di Wwf Italia - L'orso
Bruno, tra l'altro, è il frutto di un progetto di conservazione, perché è un
esemplare reintrodotto nell'ambito del progetto Life Ursus al Parco
dell'Adamello Brenta. Noi cerchiamo di lavorare a favore della conservazione e
qualcun altro, altrove, spara distruggendo anni di lavoro».
A nulla dunque sono serviti gli appelli degli ambientalisti nè quelli
della gente comune che ha seguito per radio e tv la ricerca dell’orso perduto
fino all’epilogo di oggi. Inutili anche i piani dell'organizzazione giovanile
della Lega per la protezione della natura che per confondere i cacciatori da
questa mattina avevano progettato di mandare in giro per le montagne tra Austria
e Germania numerosi ragazzi e ragazze "travestiti da orsi in maniera molto
convincente". Troppo tardi. Per fortuna, nel parco trentino sopravvive al riparo
dai bracconieri il fratellino di Bruno, Jj2
Archivio Protezione degli Animali
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