In soli cinque giorni, dal 25 al 30 marzo, i cacciatori del Golfo di San
Lorenzo hanno superato la quota di cuccioli di foca da uccidere di circa 1000
animali, costringendo il Dipartimento della Pesca canadese a chiudere la caccia
in quell’area.
Circa 5600 foche al giorno (per un totale di 28000 animali) sono state uccise a
colpi di fucile, dal momento che le condizioni del ghiaccio non consentivano ai
cacciatori, se non in casi eccezionali, di scendere sul pack per uccidere i
piccoli con il tradizionale bastone (hakapik): “molti piccoli, ormai morti, sono
stati recuperati in acqua, dove avevano tentato invano di rifugiarsi”, commenta
Roberto Bennati, responsabile campagne europee della LAV.
Ma il massacro continua, come testimoniano le immagini IFAW diffuse dalla LAV in
esclusiva per l’Italia: le regioni di Terranova e Labrador, che detengono la
maggior parte delle quote di animali per cui è consentita la caccia, proseguono
la loro mattanza.
“Sono 335.000 i cuccioli di appena due settimane di vita da sterminare quest’anno
– prosegue Roberto Bennati – Nei tre anni appena trascorsi in Canada sono state
uccise ben 10.312 foche in più rispetto all'ampia quota ufficiale autorizzata di
975.000 animali. Il 98% delle foche uccise in Canada nel 2005 aveva meno di 3
mesi di vita ed erano quindi tutti cuccioli, fatto che rende questa caccia
ancora più raccapricciante. L’unica speranza per fermare il massacro è la
chiusura del mercato europeo ai prodotti di foca”.
La LAV è impegnata anche a seguire e promuovere l'iter della risoluzione contro
la caccia alle foche nel Consiglio d'Europa, risoluzione proposta dall'onorevole
Claudio Azzolini e supportata da un Rapporto ufficiale del senatore Lino Nessa,
che ha per oggetto i metodi particolarmente crudeli utilizzati in Canada: la
discussione della risoluzione è prevista nel mese di maggio.
Archivio Protezione degli Animali
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