
L’iniziativa lanciata dall’arcivescovo di Napoli
comincia a dare i primi frutti. Nelle chiese di Napoli sono stati
depositati venti coltelli. Un numero ancora basso, ma denso di
significato. Obiettivo: “Costruire la civiltà dell’amore”.
L'iniziativa. Il
cardinale Sepe ai giovani: deponete le armi
È partita una settimana fa l’iniziativa del cardinale Crescenzio Sepe in
preparazione alla Pasqua. Un invito semplice rivolto ai giovani di
Napoli ad aprire il cuore e le mani, rinunciando alla violenza e ai
propri coltelli che possono essere depositati in tutte le chiese della
diocesi, in cesti collocati ai piedi degli altari. L’obiettivo è in
primo luogo quello di lanciare un messaggio di amore e di legalità, per
poi ricavare dal metallo delle lame degli strumenti per lavorare la
terra. E a distanza di sette giorni si cominciano a vedere i primi
frutti, come spiegato dallo stesso cardinale, a margine della messa
celebrata ieri nella chiesa di San Giorgio Maggiore a Forcella, uno dei
quartieri a rischio della città.
''Fino a ieri - ha detto Sepe - erano quattordici o quindici i coltelli
consegnati in Cattedrale, cui vanno aggiunti i quattro o cinque lasciati
ai Quartieri Spagnoli e quelli che via via si stanno raccogliendo nelle
periferie''. ''Nella lettera che ho inviato ai giovani - ha commentato -
ho scritto che busso alla porta del cuore e vedo che il buon cuore dei
napoletani, nonostante tutto, c'è ed è molto forte. C'è una risposta ma,
al di là del numero dei coltelli deposti, il desiderio era quello di
sensibilizzare i ragazzi per far capire che quella non è la strada. C'è
una strada buona, la strada del bene, la strada di Gesù Cristo. Credo
che anche nelle periferie molte parrocchie stiano raccogliendo coltelli.
Venerdì santo bruceremo queste armi per trasformarle in utensili utili”.
Il sogno del cardinale è quello di vedere una città dove non ci sia
spazio per ''l'erba cattiva”, ma possa germogliare quella buona con i
ragazzi fiori di questo giardino”. L’arcivescovo si rivolge in
particolare ai bambini e ai ragazzi: ''Voi farete bella Forcella se
conserverete la bellezza del cuore. Se non agiamo con amore non siamo
uomini''. Questo perché, “Forcella come tanti quartieri simili ha
bisogno di questi semi di speranza per un riscatto. Ci sono tutte le
possibilità affinché ciò avvenga e queste famiglie, questi bambini e
questi giovani, possono costituire quella base necessaria”.
E proprio durante la messa, la speranza si è concretizzata nei tre
coltelli che sono stati presentati all’offertorio. A porgerli al
cardinale sono state due giovani, ma quelle armi sono state raccolte in
un cestino posto all'esterno del negozio di Giovanni Durante, il papà di
Annalisa, la ragazza di 14 anni uccisa dalla Camorra nel 2004. Sul
cartellone di colore arancione esposto sul cestino c'è scritto: “A tutti
i giovani, basta con la violenza. Depositate i coltelli qui”. ”Anche se
sono solo tre - ha commentato l'uomo - è un segno che Forcella sta
cambiando. Non ho visto chi ha messo quei coltelli nel cestino ma dico
che non sono solo ragazzi”. Del resto, spiega don Luigi Merola, parroco
di San Giorgio e prete simbolo della lotta alla criminalità, “nessuno
nasce delinquente e nel cuore di ognuno vi è la voglia di fare bene e di
riscatto”.
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