E’ vietato “spiare” i lavoratori con telecamere che registrano anche
l’audio, quindi le loro conversazioni. E’ quanto afferma il Garante
Privacy che ha “spento” 4 telecamere installate in un call center,
all’ingresso della sede e nei locali dove sono collocate le postazioni
di lavoro. L’Autorità ha dichiarato illecito il trattamento dei dati
personali dei dipendenti ed ha vietato alla società di utilizzarli.
L’impianto composto da 4 telecamere, 3 delle quali in grado di captare
anche l’audio all’interno del call center, era segnalato da cartelli,
ma mancavano alcune informazioni obbligatorie.
Le telecamere potranno essere riattivate solo nel rispetto
dello Statuto dei lavoratori che ammette l’installazione di
sistemi audiovisivi per il controllo a distanza dell’attività dei
lavoratori, ma solo in presenza di particolari esigenze aziendali
organizzative, produttive o di sicurezza del lavoro e previo accordo con
le rappresentanze sindacali. In assenza di un tale accordo è
necessaria l’autorizzazione del competente ufficio periferico del
Ministero del lavoro.
Dagli accertamenti ispettivi è emerso invece che la società non è
stata in grado di dimostrare l’esistenza di esigenze aziendali che
giustificassero l’installazione dell’impianto, né aveva rispettato la
procedura prevista dalla legge. Il sistema effettuava, quindi,
un controllo a distanza dei lavoratori vietato dalla legge, aggravato,
peraltro, dalla presenza di un impianto in grado di captare l’audio di
quanto accadeva negli ambienti di lavoro. La società è stata
già sanzionata per non aver informato correttamente i dipendenti della
presenza delle telecamere e gli atti saranno trasmessi alla magistratura
per valutare eventuali reati penali.
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