Di frequente riceviamo lamentele circa la vendita
di prodotti finanziari da parte delle Poste (di proprieta’, lo ricordiamo,
dello Stato italiano). Le poste stanno assumendo i peggiori comportamenti
delle banche nei confronti dei risparmiatori: si impongono budget di vendita
agli impiegati con tanto di incentivi, i quali fanno sì risanare i bilanci
delle poste ma creano notevoli danni al risparmio pubblico. Ecco un esempio di
lettere che abbiamo ricevuto:
Buonasera. avrei bisogno di un consiglio normativo legale, mi spiego,
questa mattina mia suocera e’ andata in posta per rinnovare dei buoni postali
ed il direttore dell'ufficio (non promotore finanziario) le ha fatto
sottoscrivere tutti i suoi risparmi (55.000,00 Eu )in un fondo immobiliare
chiuso Vegagest Europa Immobiliare 1 con scadenza vincolata nel 2015
garantendogli un rendimento fittizio del 7%!
In questo momento e’ giunta da me e mi ha spiegato il fatto. Mi sono
recapitato all'ufficio per annullare l'ordine e mi hanno detto che era
impossibile: STRANO !
Ora capisco il fatto che le Poste Italiane spingano i loro dipendenti a
promuovere strumenti finanziari, ma se non altro dovrebbero prima consegnare
il prospetto informativo e dopo circa 24 ore fare sottoscrivere l'adesione,
e/o quantomeno valutare le caratteristiche del sottoscrittore quali eta’ (70),
posizione sociale (pensionata,) prospettive future (operata di tumore ).
Potreste darmi qualche consiglio su come mi dovrei comportare per annullare il
tutto?
E’ bene sottolineare che l’impiegato postale ha commesso una palese
violazione dell’art. 29 del Regolamento Consob 11522 facendo sottoscrivere
un prodotto finanziario inadeguato alla caratteristiche dell’investitore e
quindi le poste dovranno ridare i soldi alla nonnina settantenne, ma e’
possibile che lo Stato accetti che una sua azienda continui a tradire la
fiducia dei risparmiatori affibbiando prodotti costosi, rischiosi ed
inadeguati ad una platea in massima parte composta da inesperti pensionati?
Si puo’ comprendere (non condividendo, ovviamente) che una azienda privata,
come una banca, in modo miope, cerchi di aumentare i propri profitti a scapito
dei propri clienti, ma riteniamo del tutto inaccettabile che lo Stato si
adegui a questo malcostume tradendo i risparmiatori che fino ad oggi hanno
riposto la massima fiducia negli strumenti di risparmio postale. Al fine di
far migliorare il bilancio delle poste, infatti, ormai da anni si continua ad
affibbiare a risparmiatori, spesso deboli (in larga parte pensionati),
prodotti che garantiscono laute commissione alle poste, commissioni spesso non
riconosciute dai risparmiatori, e che sono del tutto inadeguati ai loro
clienti tipici. Il ministro dell’Economia non ha niente da dire in proposto?
Archivio Poste
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