La Camera dice sì al conflitto di attribuzione con 12 voti di scarto. L’aula
ha così approvato la proposta avanzata dalla maggioranza di sollevare un
conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato sul caso Ruby. Intanto fuori
da Montecitorio va in scena il Democrazia Day, iniziativa promossa dal Popolo
viola, insieme a diversi partiti e associazioni.
21.06 – E’ iniziata la Notte Bianca della Democrazia
In piazza Santi Apostoli è iniziata la Notte Bianca della Democrazia, secondo
atto delle manifestazioni di oggi contro le leggi ad personam del premier. Non
a caso a fare da colonna sonora è il Dies Irae, che ha per tema il giorno del
giudizio. ”Abbiamo voluto organizzare una notte bianca, simbolica, in uno dei
periodi più bui della democrazia”, ha spiegato dal palco uno degli
organizzatori. Oltre ai musicisti e ai comici, sul palco si alterneranno molti
dei politici dell’opposizione che hanno aderito alla manifestazione: tra
questi, Rosy Bindi, presidente dell’assemblea Pd, il leader dei Verdi Angelo
Bonelli, Oliviero Diliberto, dirigente della Federazione della Sinistra, e
Paola Concia del Pd.
La maggioranza alla Camera si ferma oggi, per il voto sul conflitto di
attribuzione, a quota 314. La richiesta della maggioranza è stata approvata
con dodici voti di scarto; i voti dell’opposizione sono stati 302. A votare
con la maggioranza, oggi, l’esecutivo quasi al completo: mancavano infatti
solo il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il ministro
dell’Interno, Roberto Maroni. In totale, gli assenti del Pdl sarebbero stati
7, alcuni (gli esponenti del governo) perché in missione, altri per malattia.
“La maggioranza è cresciuta e salirà ancora. Siamo in continua crescita”. Il
coordinatore del Pdl Denis Verdini commenta così il voto in Aula a
Montecitorio sul conflitto di attribuzione in merito al processo Ruby. Dai
calcoli fatti dal Pdl, infatti, al partito risulta che la maggioranza si
attesta oggi a quota 323, compresi gli assenti durante il voto di oggi. Hanno
votato con la maggioranza i due esponenti dei LibDem, Melchiorre e Tanoni.
Quanto alle assenze nelle fila della maggioranza, oltre a quella di Silvio
Berlusconi, risultano, tra le altre, quella del ministro Roberto Maroni, in
missione in Tunisia, e dei deputati Angeli, Palumbo e Bonciani.
16.41 Lib Dem hanno votato con la maggioranza
I deputati Daniela Melchiorre, Italo Tanoni e Aurelio Misiti, hanno votato
insieme alla maggioranza a favore del conflitto di attribuzione in aula alla
Camera.
16.40 Granata: “Parlamento ostaggio dei problemi del premier”
“Il Parlamento è in ostaggio dei problemi giudiziari del premier. Ma le
bandiere di Fli in piazza in segno di protesta e impegno civile sono un
importante segnale di vita”. Fabio Granata commenta così il voto di oggi sul
conflitto di attribuzioni per il caso Ruby. ”Torniamo così allo spirito
antagonista alla deriva di illegalità che tiene bloccata l’Italia e costruiamo
l’alternativa al Pdl e a questa maggioranza”.
16.38 Bossi: “12 voti di differenza? Bastano”
“Bastano”‘. Questa la risposta del ministro per le Riforme, Umberto Bossi, ai
giornalisti che a Montecitorio gli domandavano un commento sullo scarto di
soli 12 voti sul conflitto di attribuzioni sul caso Ruby.
16.11 Franceschini: “Berlusconi 330 deputati se li sogna la notte,
oggi altra pagina vergognosa”
” “Mi pare che questa sia un’altra pagina davvero vergognosa”, ha detto Dario
Franceschini, capogruppo del Pd riferendosi al conflitto di attribuzione sul
caso Ruby, passato nell’aula della Camera per 12 voti di differenza tra il
voto di maggioranza (314) contro quello delle opposizioni (302). “I 330
Berlusconi se li è sognati di notte. Sono arrivati a 314 e quindi i 330 sono
un miraggio del premier che come tutti i miraggi si allontana”.
16.05 Conflitto di attribuzione votato con 314 sì e 302 no
L’aula della Camera ha approvato il conflitto di attribuzione per 314 voti a
favore e 302 voti contrari.
16.02 Santanché esce da Montecitorio, i manifestanti intonano l’inno
di Mameli
L’inno di Mameli scatta alla comparsa a piazza Montecitorio di Daniela
Santanché. Le manifestanti presenti sulla piazza hanno prima invitato
l’esponente Pdl “a parlare con le donne per capire che significa essere donna”
e poi hanno intonato l’inno di Mameli. La Santanché, fermandosi a commentare
con i cronisti ha detto: “Non è vero che il governo è fermo. Noi siamo
impegnati sull’immigrazione, su Lampedusa che, come possono vedere tutti, e’
ormai svuotata. Tra le tante cose che il governo deve fare c’e’ la riforma
della giustizia di cui il Paese ha bisogno”.
16.00 Banchi del governo pieni: La Russa e Meloni trovano posto tra i
deputati
Banchi del governo al gran completo nell’Aula della Camera per la votazione
sul conflitto di attribuzioni sul caso Ruby. In Aula c’erano praticamente
tutti i ministri, assente il presidente del Consiglio: alla poltrona da lui
usualmente occupata c’era il ministro Michela Vittoria Brambilla, tra i
ministri Umberto Bossi e Franco Frattini. I
banchi erano talmente pieni di ministri e sottosegretari che i ministri
La Russa e Meloni non hanno trovato posto ed hanno dovuto
accomodarsi ai banchi da deputato.
15.42 – Castagnetti: “Ad Arcore di tutto fuorché interesse di Stato”
“Non è vero che Silvio Berlusconi abbia agito nell’interesse dello Stato,
quando organizzava le serate di Arcore dove c’era di tutto e di più, tranne
l’interesse dello Stato”. E’ Pier Luigi Castagnetti,
presidente della Giunta per le autorizzazioni alla Camera, a chiarirlo
intervenendo a nome del Pd nel dibattito alla Camera sul conflitto
d’attribuzioni sul caso Ruby. Per questi motivi, sottolinea, “non può
configurarsi dunque alcun conflitto di attribuzione” mentre Castagnetti
lamenta “violenza alle istituzioni” e “la volontà di creare un incidente per
realizzare uno stato di conflitto permanente tra le istituzioni”.
15.40 – Berlusconi: “Contro di me in atto brigatismo giudiziario”
“Contro di me è in atto un verobrigatismo giudiziario”. Lo ha detto il premier
Silvio Berlusconi nel corso della riunione con i capigruppo della maggioranza,
commentando la pubblicazione delle intercettazioni a suo carico contenute
negli atti di accusa dei pm nel processo Ruby.
15.40 – Consolo: “Votiamo contro”
”Fli alla luce delle norme della Costituzione ritiene la Camera di
appartenenza l’unico giudice naturale precostituito per legge e insussistenti
i presupposti per sollevare un conflitto di attribuzioni: per questo annuncia
il voto contrario”. E’ la dichiarazione del deputato Vincenzo Consolo
intervenuto alla Camera per Fli prima del voto sul conflitto di attribuzioni
sul caso Ruby. “Noi di Fli, – ha aggiunto – prescindendo dalla gravità e dalla
fondatezza dei reati contestati a Berlusconi e senza volere entrare nel
merito, concentriamo l’attenzione sul diritto”.
15.31 – Moffa: “Sì a conflitto, per difendere parlamento”
”Iniziativa Responsabile ritiene fondata la richiesta della maggioranza di
sollevare il conflitto di attribuzioni per dirimere una delicata e complessa
questione. Abbiamo il dovere di farlo nell’interesse del Parlamento.
L’opposizione non riesce a liberarsi di un antiberlusconismo di maniera
agitando un gretto moralismo che niente ha a che fare con la moralita”. Lo ha
detto Silvano Moffa di Iniziativa responsabile intervenendo
in aula. “I giudici di Milano – ha spiegato Moffa – hanno disatteso la
decisione della Camera: a questo punto possiamo accettare passivamente che il
nostro deliberato sia considerato nullo da altro potere dello Stato o reagire
alla rottura della leale collaborazione tra i poteri”.
15.24 – Di Pietro: “Basta con gli abusi di funzioni”
“Denunciamo ancora una volta l’abuso delle funzioni che in questo Parlamento
il governo sta portando avanti. I parlamentari utilizzano le loro funzioni per
assicurare l’impunita’ a chi li ha mandati in Parlamento. Ormai nelle camere
c’e’ chi chiede di conseguire l’impunita’ e chi, in cambio di una poltrona, si
fa complice di questa situazione”. Lo ha detto il presidente dell’IdV,
Antonio Di Pietro, tanto in Aula quanto partecipando al presidio
permanente contro i ddl del governo sulla giustizia, organizzato a piazza
Montecitorio in concomitanza con il voto sul caso Ruby.
15.00 – Comincia il Democrazia Day
Dietro le transenne cominciano ad assieparsi i manifestanti, controllati dai
Carabinieri, che sono dislocati anche lungo il perimetro della piazza di
fronte all’accesso principale della Camera. Mercoledì scorso l’apparato di
sicurezza venne messo sotto accusa dall’opposizione, che non mancò di
sottolineare il fatto che, malgrado il Pd e il Popolo Viola avessero
annunciato già dalla mattina la convocazione di un presidio di protesa davanti
a Montecitorio, ai manifestanti venne inspiegabilmente concesso di avanzare
fino a pochi passi dal portone della Camera. Governo e maggioranza,
attaccarono sia il Pd sia i manifestanti del Popolo Viola, accusandoli di aver
deliberatamente cercato lo scontro. Oggi, quindi, l’apparato di sicurezza è
stato rinforzato anche se per ora tutto è calmo. Dalle 20 in poi, l’iniziativa
alla quale hanno aderito Articolo 21 e Libertà e Giustizia, Move On Italiano,
Antonio Di Pietro e l’Idv, oltre a diversi parlamentari Pd e
Fli, si trasferirà in piazza Sant’Apostoli dove parleranno rappresentati della
società civile, dei partiti, del mondo delle associazioni. Sul palco saliranno
anche Di Pietro, Rosy Bindi e Fabio Granata. Molti gli artisti e i
rappresentanti del mondo della cultura che presenzieranno alla ‘Notte bianca
per la democrazià: Giobbe Covatta, Moni Ovadia, Giuliano
Montaldo, Dario Vergassola, Massimo Ghini e la Tavola della Pace. Il Pd ha
deciso invece di organizzare una propria manifestazione al Pantheon, a partire
dalle ore 18, alla quale parteciperà il segretario Pier Luigi Bersani
05/04/2011 Processo breve, Corsaro: “Voto slitta a settimana prossima” (http://www.ilfattoquotidiano.it)
“L’esame del processo breve comincerà domani pomeriggio o giovedì. In ogni
caso, escludo che venga approvato entro questa settimana”. Lo ha detto
Massimo Corsaro, vicepresidente del Pdl alla Camera, parlando con i
giornalisti a Montecitorio.
La maggioranza è orientata a ridisegnare il calendario dei lavori dell’Aula
della Camera. Si potrebbe arrivare, riferiscono fonti parlamentari del Pdl, a
una maratona notturna per completare l’iter del provvedimento sui piccoli
comuni. Così forse già domani potrebbe iniziare a votare gli emendamenti sul
processo breve.
Nel primo pomeriggio Corsaro ha partecipato al vertice a Palazzo Grazioli con
Silvio Berlusconi. All’incontro hanno partecipato anche Fabrizio Cicchitto, il
presidente dei senatori Maurizio Gasparri e il vice Gaetano Quagliariello, i
capigruppo della Lega Marco Reguzzoni e Federico Bricolo, il capogruppo di Ir,
Luciano Sardelli. In via del Plebiscito sono stati ricevuti anche il
guardasigilli Angelino Alfano e il legale del premier Niccolò Ghedini. Sul
tavolo le prossime scadenze parlamentari e il caso Ruby. La riunione è durata
poco più di due ore.
05/04/2011 Così Giuliante, avvocato di Ruby, invitò un boss della ‘ndrangheta a cena da Berlusconi (http://www.ilfattoquotidiano.it)
L'ex tesoriere del Pdl lombardo, già avvocato di Ruby, chiama l'uomo delle 'ndrine. Obiettivo: appoggi politici
Quindici maggio 2009: il cellulare di Paolo Martino inizia
a squillare molto presto. Venti minuti dopo le otto, e il presunto boss della
‘ndrangheta, arrestato il 14 marzo scorso per associazione mafiosa, già
passeggia nel salotto della sua casa di corso XXII Marzo a Milano. Da mesi ha
il telefono sotto controllo. I carabinieri del Ros, infatti, lo considerano il
principale referente delle cosche reggine in riva al Naviglio. Condannato a 9
anni per omicidio, col tempo Martino ha fatto carriera. Prima sicario. Poi
trafficante. Quindi latitante. E ora, secondo i pm, top manager della mafia
più influente del mondo. Dall’altra parte della cornetta c’è, invece, un
avvocato milanese. Già nella segreteria regionale del Pdl, ex tesoriere del
partito in Lombardia, Luca Giuliante è stato il primo legale
di Ruby. Lui le ha fatto da tutor nei mesi successivi alla notte in questura
del 27 maggio 2010.
I fondi per l’elezione di Podestà
In quella mattina di maggio, però, Karima El Mahroug non c’è
ancora e Giuliante parla d’altro. L’uomo delle cosche ascolta. Gli
investigatori del Ros registrano. Sono carabinieri esperti, abituati a seguire
i discorsi a singhiozzo delle intercettazioni. Poi ecco le parole che non ti
aspetti. In sequenza l’avvocato snocciola il nome dell’ad di Impregilo e
presidente di Bpm Massimo Ponzellini, già assistente
personale di Romano Prodi, quindi quello di Berlusconi. L’obiettivo è fare
incontrare il banchiere, che piace alla Lega, con l’uomo dei clan.
L’occasione, racconta l’avvocato nella telefonata depositata agli atti
dell’indagine Caposaldo, sarà una raccolta fondi per la campagna elettorale di
Guido Podestà programmata per il 18 maggio. Il tutto officiato nelle sale
settecentesche di villa Gernetto a Lesmo, acquistata dal premier dopo il
divorzio con Veronica Lario. Dice Giuliante: “Siccome tu mi avevi chiesto se
era possibile creare delle condizioni per conoscerlo, forse questa è la volta
buona”. All’appuntamento, riservatissimo, ci sarà anche il Cavaliere. E oltre
a lui, il gotha della finanza lombarda: dall’imprenditrice Diana
Bracco (già nel Cda della società che gestirà l’Expo) al presidente
di Assimpredil Claudio De Albertis. Tutti iscritti nella lista dei sessanta,
selezionatissimi, ospiti.
Insomma, l’invito è di quelli da non perdere, soprattutto per uno come Martino
che sotto la Madonnina ci arriva in cerca di appoggi da spendere sui tavoli
dei maxi-appalti lombardi. Anche per questo Giuliante mostra toni entusiasti.
Con Martino si conoscono dal marzo 2009. Hanno confidenza. E poi in comune
vantano amicizie di peso come quella con Lele Mora. “È stato proprio Mora –
racconta Giuliante al Fatto – a presentarmi personalmente Martino”. Il manager
della ‘ndrangheta, infatti, entra in contatto con l’imprenditore dei vip amico
del Cavaliere grazie a Stefano Trabucco, uno dei tanti
factotum di Mora. Giuliante, invece, il Lele lo conosce da tempo. Per amicizia
e per lavoro. È, infatti, il suo avvocato per la bancarotta della LG
Management e ora lo difende anche nel processo sulle cene di Arcore. Nel 2009,
però, i bunga bunga di villa San Martino non c’entrano. Qui si parla di mafia
e affari. Politicamente, poi, Giuliante, che non risulta indagato, sta con il
Pdl. Nel 2010, ha difeso il listino di Formigoni nell’affare delle firme false
per le regionali. Nel 2009, invece, è a capo del comitato elettorale di
Podestà che da lì a poche settimane diventerà il nuovo presidente della
Provincia. E del resto, con il futuro inquilino di Palazzo Isimbardi,
l’avvocato milanese condivide anche certi affari nel settore immobiliare. A
Martino, invece, la politica interessa il giusto. Quello che vale è il
business. Certo, il suo curriculum un po’ impressiona. Perché, oltre a quell’omicidio
compiuto a 16 anni, sul tavolo può mettere parentele di peso, come quella con
Paolino De Stefano, capo dei capi della mafia calabrese.
Nel 2009, dunque, il padrino va alla grande. In città gira a bordo di un suv
bianco. Mentre sulla sua agenda sono segnati nomi di primo piano. C’è Vito
Cardinale, uno dei proprietari della discoteca Hollywood, per anni covo
prediletto di Mora. C’è il messinese Natale Sartori, già socio in affari con
le figlie di Vittorio Mangano e amico del senatore Marcello Dell’Utri. C’è la
cosca Flachi con la quale tratta l’ingresso nella Tnt e partecipa, il 14
maggio 2009, all’apertura del nuovo hub di Linate, alla cui inaugurazione ci
sarà anche il sottosegretario alla presidenza di Regione Lombardia Angelo
Giammario. L’attività di Martino è vorticosa.
Il fedelissimo di La Russa
E così lo ritroviamo vicino a piazza San Babila mentre presenta l’imprenditore
calabrese Fabio Mucciola a un fedelissimo del ministro La Russa. Si tratta di
Pasquale Guaglianone, ex terrorista nero, oggi nel cda di
Ferrovie Nord. Insomma, annota il Ros, “Martino si muove in una sfera
amplissima di conoscenze”.
La telefonata con Giuliante aggiunge particolari alla scena. Riguardo
all’appuntamento del 18 maggio l’avvocato “informa Martino, che in qualità di
presidente del comitato elettorale di Podestà, ha organizzato una cena a Lesmo,
presso una villa del presidente del Consiglio con quota di partecipazione di
25 mila euro”. Tra gli ospiti ci sarà anche il padrone di casa. L’avvocato
insiste: Martino ci deve essere “perché – si legge nell’informativa del Ros –
a dire di Giuliante, tale occasione sarebbe favorevole per relazionarsi con
l’ad di Impregilo, ufficialmente invitato alla cena”. Un’opportunità d’oro per
il referente della ‘ndrangheta sotto la Madonnina che, però, alla fine
declinerà l’invito. “Martino – chiosa Giuliante – non mi disse né sì né no. Ma
alla fine non è venuto. E la cosa mi è dispiaciuta. Di lui conservo il ricordo
di una persona garbata e simpatica”. La cena, invece, si farà. Mattatore della
serata, naturalmente, il Cavaliere che, dopo aver magnificato le doti di
Podestà (“Lui fa i fatti e non le parole”), a fine serata, omaggia gli ospiti
con una interpretazione tutta personale di Malafemmena.