Lunedì prossimo va in onda
su Rai tre il suo film Il Trasformista.
Titolo profetico per l'avventura ormai tragicomica di un uomo in preda a un
delirio psicopolitico (leggi l'articolo di Chiara Paolin).
Sembrava il più finiano tra tutti i finiani. Definiva Berlusconi un traditore.
Sul caso Ruby, diceva che se lui fosse stato al suo posto si sarebbe dimesso.
E invece adesso, i rumors politici dicono che a dimettersi sarà proprio
Barbareschi. Un modo per far spazio al primo dei non eletti, il pdiellino doc
Giovanni Marras.
Del resto ai microfoni della Zanzara (leggi blog di Gisella Ruccia)
ha dichiarato: "Nell'inchiesta su Ruby ci sono delle foto fatte in casa
Berlusconi con strumenti professionali usati per lo spionaggio. Se dovessi
vedere una foto del premier io come cittadino italiano mi sentirò offeso".
Fatto sta che lui non si sbilancia e, durante la trasmissione radiofonica
Un giorno da pecora, dice sibillino: "Il 7 leggerò un comunicato
di due ore, parlerò del trasformismo in Italia". E visto che il 7 viene
trasmesso il suo film, c'è persino chi pensa a una surreale trovata
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02/02/2011 La fiction Barbareschi (http://www.ilfattoquotidiano.it)
Due film tv valgon bene le
dimissioni dalla Camera: regalo a Berlusconi. Il suo seggio a un pidiellino doc:
"Intollerabile l'uso di strumenti usati dagli 007 per foto in casa del
Cavaliere"
Luca Barbareschi, falco finiano della prima ora, titolare del
marchio Futuro e libertà, pronto al passo indietro. Rientrare nel Pdl sarebbe
troppo, ma dimettersi dalla Camera e farsi sostituire da un berlusconiano doc
potrebbe essere la giusta soluzione. Due fiction forse valgono la mossa (la
sua società, Casanova, le propone alla Rai per complessivi 14 milioni di euro
proprio in questi giorni). Ieri è stato il suo giorno, in giro per radio e tv,
per spiegare l’incomprensibile. Il massimo lo ha dato alla
Zanzara su Radio24: “Nell’inchiesta ci sono delle foto fatte in casa di
Berlusconi con strumenti professionali usati per lo spionaggio. Nelle notizie
importanti, ad esempio sulle stragi di Bologna, di Piazza Fontana, non sono
mai uscite foto o intercettazioni, ma quando si vuole esistono e sono fatte
con strumenti professionali per lo spionaggio e strumenti per le
intercettazioni. Sappiamo che questi apparecchi costano più di 25 mila euro
l’uno. Gli investigatori hanno fatto delle foto e sono notizie certe. Non sono
foto fatte dalle ragazze con i telefonini ma foto scattate con strumenti
professionali. Non è più un Paese libero. Se dovessi vedere una foto di
Berlusconi io come cittadino italiano mi sentirò offeso”.
“Scusa, ti dispiace dirlo più forte?”.
Qualche ora prima ci aveva provato Claudio Sabelli Fioretti a
fare il cavadenti con Luca Barbareschi. Un giorno da pecora, Radiodue, sotto i
ferri il deputato fatica ad aprire la bocca. Poi pronuncia la frase topica, ma
senza troppa convinzione: “Non esco da Fli”. Insomma niente, Barbareschi nega
che la chiacchierata di lunedì scorso ad Arcore col premier sia stato il passo
decisivo per uscire dalla neoformazione di cui è fondatore. Continua a
ripetere che sarà a Milano la prossima settimana per il congresso del partito
e ricorda con quanta emozione abbia letto a Bastia Umbra il manifesto di
Futuro e libertà, dichiarando guerra a Berlusconi. Sabelli tenta l’affondo
chirurgico riproponendo gli audio di registrazioni precedenti in cui
l’attore-produttore si scagliava contro il premier: “Ruby? Fossi lui mi
dimetterei” (2 novembre 2010), oppure: “È un traditore, non ha realizzato i
cambiamenti promessi agli italiani” (6 dicembre).
Cura choc, eppure dalle labbra di Barbareschi non esce una goccia di sangue o
emozione, giusto qualche smorfia: “Quel che ci siamo detti ad Arcore resta
privato, è stato un colloquio tra un deputato e il premier”. Sabelli tenta di
distrarlo con la tecnica dell’uccellino: ma ti ha ricevuto giù nella saletta
del bunga bunga? Barbareschi non ci casca: “Mai vista, non esiste nemmeno
secondo me. Abbiamo parlato di tante cose, dalla politica internazionale ai
problemi delle telecomunicazioni fino alla Rai, un’azienda che ha bisogno di
essere rivitalizzata”. Ahi, punto delicato: la Rai è soprattutto il miglior
cliente di Barbareschi nel ruolo parallelo di produttore di fiction. E anche
la direzione del Teatro Valle di Roma potrebbe essere un elemento in ballo
nell’uscita da Fli. È Sabelli a incidere netto sul tema quando Barbareschi
rivela di esser pronto a chiarire definitivamente la sua posizione in
Parlamento solo lunedì prossimo: “Il 7 leggerò un comunicato di due ore.
Parlerò del trasformismo in Italia. E risponderò in modo più diretto sul mio
futuro politico. Potrei anche dimettermi”.
Lasciando così il posto a Giovanni Marras, fedelissimo
berlusconiano del Pdl? “Dovete rosolare fino a lunedì. Ma è ridicolo pensare
che la contropartita sia la direzione del Valle: ci devo mettere pure dei
soldi se accetto, figurati che affare”. Insomma, l’ipotesi non è belluina.
Anziché una scelta drammatica tra Pdl, gruppo misto o polo dei Responsabili
ecco un vero colpo di teatro: dimissioni, e più tempo libero per pensare a
spettacoli e business televisivo. Perché c’è anche un velo di amarezza negli
occhi del paziente Barbareschi davanti all’aggressività dello studio.
Infierisce Sabelli: “Un mese fa hai detto delle cose tremende su Berlusconi,
adesso non parli, ti arrampichi sugli specchi, ma perché? Rispondi almeno a
questa: il premier deve dimettersi sì o no?”. “No. E non credo Fli debba
perseguire la politica di distruzione di Berlusconi. Bisogna invece correggere
il tiro del suo governo. Ma se i dieci punti che abbiamo proclamato
fondamentali a Bastia per il futuro di Fli non venissero davvero mantenuti
potrei lasciare la Camera io stesso, lo confermo”. Forse Fini dovrebbe
dimettersi allora? “Perché mai? Proprio no. L’unica a doversene andare è la
Minetti. Non me ne frega niente di Ruby o Noemi, ma gli operai di Marchionne
affronteranno nuovi sacrifici mentre la consigliera guadagna 18 mila euro al
mese, non è possibile. Ne ho parlato anche con Berlusconi, questo è il
classico esempio di scelta sbagliata, il contrario del principio che dovrebbe
guidare il governo di centrodestra, cioé premiare la meritocrazia”.
A movimentare la seduta arrivano le visite telefoniche di Loredana
Bertè e Nicola Porro, vicedirettore del Giornale.
Entrambi parlano bene della vittima, ormai martoriata e quasi insensibile ai
nuovi affondi. “Alla gente non frega più niente dei politici, fate quello che
vi pare ma fate qualcosa che a Milano ci sono certe buche in strada come
voragini: mi sono fatta otto mesi a letto per esserci cascata dentro, diglielo
alla Moratti”, inveisce la Bertè. Porro, invece, giura di seguire con immutato
affetto le evoluzioni del deputato trasformista e avvisa: occhio che il nome
Fli è suo, potrebbe anche portarselo via. Ma Luca è sempre più crepuscolare:
“Ho altri interessi, e comunque morirò da vecchio socialista”. Per tirar su
l’ambiente viene interpellato il Mago Otelma, che emette la sua sentenza sul
fumoso destino del Barbareschi politico: resterà in Fli, per oggi. Vaticinio
confermato dal successivo incontro dell’attore con Fini e Casini, tra
microfoni turlupinati al motto di “mi iscriverò al Pd, o al partito
monarchico”. Anche al Tg3, che lo interroga sull’incontro con Fini,
Barbareschi risponde sarcastico: “Gli ho detto che non voglio essere diluito”.
Nè confuso coi “traditori”. Come le ex colleghe Siliquini e Polidori, così
bollate da Barbareschi per il loro rientro nel Pdl dopo la breve permanenza in
Fli, proprio nelle ore frenetiche della fiducia a Berlusconi. Meglio chiudere
il sipario prima dell’ultima giravolta.
02/02/2011 Il caso Barbareschi(http://www.ilfattoquotidiano.it)
C’è chi insinua che si tratti di un astuto auto-spottone inscenato per
promuovere il suo ultimo film “Il Trasformista” (mai titolo fu più profetico)
che risale al 2002, ma verrà trasmesso in prima serata lunedì prossimo su Rai
Tre. C’è chi rilancia motivando il coup de theatre del deputato di Fli con un
presunto baratto in vista della epica giornata di domani: dimissioni di
Barbareschi dal Parlamento, sua sostituzione con un peon
berlusconiano, affidamento della direzione del Teatro Valle di Roma come
premio-omaggio.
Certo è che la farsa allestita dall’esponente di punta dei pasdaran finiani ha
avuto il merito di rendere ancora più vivace il già febbricitante postribolo
di Arcore.
I fatti: due giorni addietro Barbareschi è stato ricevuto da
Berlusconi a Villa San Martino. Intervistato da Cruciani alla
Zanzara, il parlamentare mena il can per l’aia, senza fornire una
perentoria smentita del suo passaggio al Pdl, fatto che, a suo dire, è solo
l’illazione di “un buontempone”. In realtà, nei convulsi tam tam che hanno
bombardato le agenzie nella giornata di ieri, si parlava di un avvicinamento
di Barbareschi al gruppo dei Responsabili, la conventicola che aduna ex
colombe finiane come Silvano Moffa, Catia Polidori, Maria Grazia Siliquini e
gli ex Idv Domenico Scilipoti e Antonio Razzi.
Ma alla domanda precisa di Cruciani (“Lei conferma che al momento resta in
Futuro e Libertà?“), il finiano di ferro glissa: “Allora, oggi ho
spiegato molte cose a Fini che non aveva chiare, come il pericolo del
trasformismo, la nostra posizione, quella del Polo, una serie di cose. Lui ha
capito certe cose, ne ha preso atto e lunedì faremo un altro incontro“.
Barbareschi non accetta ipotesi di alleanza con Rutelli o addirittura
con Idv e Sel, come azzardato da Briguglio, perchè “noi dobbiamo
mantenere la nostra posizione di centro-destra (…), all’interno di un partito
si discute, si litiga, ci si caccia, fa parte della normale dialettica. Quando
però c’è il trasformismo e la voglia di cambiare è troppo forte, magari uno
non ce la fa, ecco“.
Inevitabile, quindi, la richiesta di delucidazioni sull’affettuoso incontro
con il cavaliere di Arcore. “Non ci vedevamo da due anni, mi faceva
piacere incontrarlo – replica Barbareschi – con molta amicizia
abbiamo parlato di vari temi legati alla cultura, al meccanismo meritocratico
legato alla dignità del lavoro, alla telecomunicazione“. En passant:
Barbareschi è lo stesso che applaudì la causa milionaria intentata da
Mediaset contro Youtube e che espresse la viva intenzione di
presentare una proposta di legge che limitasse il portale di video-sharing
e consentisse la visualizzazione dei filmati in cambio di un obolo.
Il milite finiano ammette che il premier gli ha proposto di passare al
Pdl in cambio di appetibili incarichi (“non trovo nulla di male
in questo, ma non siamo tanto entrati nel merito, non sono entrato in nessuna
trattativa, ho voluto solo parlargli di temi che mi sono cari“, chiosa
l’attore). Poi “ci siamo lasciati con delle riflessioni su un …ehmm…un
progetto“.
E come la mettiamo, allora, con le fustiganti dichiarazioni di Barbareschi
contro il presidente del consiglio (“Berlusconi si deve fare da parte –
Berlusconi è paragonabile a Nerone – Alcuni deputati finiani sono stati
comprati da Berlusconi prima del voto di fiducia – Berlusconi deve andare a
casa - Bisogna rottamare il berlusconismo”)? Il nostro eroe ancora una volta
tende una manina al Cavaliere e replica che, in realtà, lui non ce
l’ha con Berlusconi, ma con il berlusconismo, con quelli che “per
compiacere il sovrano non amano affrontare un contraddittorio“. La colpa
è soprattutto di La Russa e Gasparri, che “hanno fatto più danni a
Berlusconi di chiunque altro“.
Avvinto dall’allure dell’arcorese del consiglio, Barbareschi sembra che abbia
da lui mutuato anche il vizietto di negare. Alla domanda secca di Cruciani (“Lei
aveva detto che Berlusconi era un vecchio porco?“), il nostro
nega sdegnosamente. Purtroppo la rete non inganna: quella frase è stata
proprio pronunciata da lui (“Forse, come afferma Belpietro, è solo un
“vecchio porco”, ma si dà il caso che abbia un ruolo istituzionale e noi
abbiamo tutti i diritti di chiedere che si faccia da parte, perché non ci
rappresenta“), come si legge sul
sito di FareFuturo in un articolo di Alessandro Oriente
del 18 gennaio 2011.
Barbareschi, al solito, ciurla nel manico, definendosi allergico al
bacchettonismo e al moralismo esasperato, sicchè non esprime giudizi di sorta
sulla condotta dissoluta del suo caro amico Silvio e condanna fermamente ogni
sorta di linciaggio mediatico.
E sull’inchiesta dei magistrati di Milano biascica fonemi interpretabili solo
con un rumorofono. L’unico concetto che si comprende è il seguente: “Se
io vedo pubblicata una foto delle feste di Berlusconi, sarò profondamente
offeso come Italiano“.
Ma non è finita: l’attore più sottovalutato d’Italia ci mette anche il carico
da briscola, regalando uno scoop da prima pagina sul rotolo di casa Arcore. “In
Italia sulle notizie importanti non è mai uscita una foto, dalla strage di
Bologna alla strage di piazza Fontana. Però, quando si vuole, ti vengono anche
a registrare quello che hai fatto in casa, ti portano le macchine
fotografiche. E’ bene sapere che a casa di Berlusconi le foto scattate
e le registrazioni video non sono state fatte coi telefonini, ma con
apparecchi che costano più di 20.000 – 25.000 euro l’uno“.
Insomma, veri e propri “apparecchi da spionaggio”
utilizzati da misteriose talpe al servizio degli investigatori.
Mancava soltanto che Barbareschi citasse Ruby come agente del Mossad
(tormentone trend di alcuni siti di contro-informazione) e il complotto
demo-pluto-giudo-massonico era bell’e pronto.
Insomma, con questa abbacinante intervista è indubbio che Barbareschi abbia
tutti i numeri per passare alla corte di re Silvio. I suoi trascorsi con il
Pdl e con il programma tv “Il grande bluff” lo dimostrano inequivocabilmente.
PS: Oggi Barbareschi si è presentato come se nulla fosse accaduto al pranzo
che, ogni mercoledì, si organizza tra i finiani nello studio del capogruppo
Italo Bocchino. L’imbarazzo, raccontano alcuni commensali, è
stato grande e non sono stati pochi quelli che hanno abbandonato la sala per
“evitare di parlarci, in attesa che chiarisca la sua posizione”. Ma ecco
l’intervento di Barbareschi il 7 novembre al meeting che ha lanciato Futuro e
libertà. Fu lui a introdurre Gianfranco Fini, in un intervento appassionato e
più volte interrotto dalla commozione