Oggi è stato approvato lo scudo fiscale che, in realtà, è un indulto
fiscale, approvato in modo bipartisan.
E' un atto criminoso scritto per mano del governo e siglato
con 23 assenze del Partito Democratico, che ne hanno consentito
l'approvazione: infatti la legge è passata per soli 20 voti di scarto.
Oggi in Italia è passato un concetto che non sappiamo dove ci porterà: "Chi
paga le tasse è un fesso, chi delinque è un furbo impunito".
I cittadini se ne ricordino al momento del voto, altrimenti
è inutile piangere sul latte versato.
Testo dell'intervento video
Antonio Di Pietro: Approvare lo scudo fiscale, una legge che
gratifica delinquenti e criminali, è un atto mafioso e un vero e proprio
favoreggiamento alla mafia. Mi vergogno che in questo Parlamento ci siano dei
deputati che si sono piegati approvando questa legge ed hanno fatto un favore ai
criminali. Ecco perché noi dell'Italia dei Valori ribadiamo che questa è una
norma mafiosa a favore dei mafiosi e fatta da conniventi di mafiosi
Giornalista: Bocchino in Aula ha detto che qualificare
uno come mafioso è reato.
Antonio Di Pietro: Credo che Bocchino debba dire la stessa cosa
a Bossi, quando qualificava Berlusconi mafioso. Credo che Bocchino e tutti i
parlamentari che hanno votato questa legge si devono guardare allo specchio. Per
quale ragione questo Parlamento permette ai criminali che hanno accumulato
ricchezze commettendo reati, di riutilizzare quel denaro impunemente, grazie a
questa norma mafiosa, voluta per i mafiosi da un Parlamento i cui componenti si
stanno comportando come coloro che favoriscono la mafia?
Giornalista: In sostanza il vostro è un giudizio
politico: la parola “mafiosi” è usata in termini politici.
Antonio Di Pietro: Noi contestiamo questa legge non solo sul
piano politico, ma anche sul piano tecnico, perché è una norma criminale in
quanto tutto ciò che fino ad oggi era perseguito a norma dell'articolo 648bis
come riciclaggio di Stato, oggi è diventato 648, cioè il ‘comma Silvio’,
ottimizzazione del carico fiscale: chi paga il 5 per cento di tangente allo
Stato, può commettere tutti i reati che vuole passati, presenti e futuri, perché
quei soldi diventano leciti, vengono sbiancati. E' un riciclaggio e un lavaggio
di Stato.
01/10/2009 Scudo fiscale approvato: la Mafia ringrazia (http://www.antoniodipietro.it)
Riporto il video ed il testo del mio intervento al sit-in di oggi in tema di
scudo fiscale.
Testo dell'intervento
Noi dell'Italia dei Valori lanciamo l'ultimo ed estremo appello al Capo
dello Stato affinché fermi in tempo una norma che sancisce definitivamente
l'aiuto alla criminalità da parte di questo Governo e di questo Parlamento, una
norma che premia solo i delinquenti. A Tremonti, il quale sostiene che questo
provvedimento permette di far rientrare 300 miliardi in Italia, rispondo: a
favore di chi? Non degli italiani, ma di alcuni delinquenti italiani che una
volta presi se li terranno nel cassetto o se li riporteranno all'estero. “Cornuti
e mazziati saranno gli italiani. La Mafia ringrazia”.
30/09/2009 Scudo fiscale: una tangente del 5 per cento (http://www.antoniodipietro.it)
Oggi alla camera ho spiegato le ragioni del no all'ennesima fiducia,
questa volta per lo scudo fiscale.
Lo scudo fiscale è una carognata e dietro la ragion di stato
di Tremonti si nasconde il rimpatrio di capitali sporchi
proprietà di evasori, mafiosi, imprenditori senza scrupoli generati da un
capitalismo malato, frodatori della pubblica amministrazione, spacciatori,
sfruttatori della prostituzione, taglieggiatori, di tutto insomma. Ed in questo
rientro sarà garantito l’anonimato e l’impunibilità del delinquente.
Il condono fiscale, così come la legge sulle intercettazioni e tutte le leggi
bavaglio o volte a favorire la violazione dei diritti del cittadino e della
costituzione, ha interessi trasversali in un Parlamento che
oramai ha la trasparenza e la credibilità di un reality show.
Quella di Italia dei Valori è destinata ad essere l’unica opposizione
finchè il Paese non avrà modo di comprendere che siamo anche l’unica
alternativa di governo, se non altro l’unica credibile, sempre.
Pubblico il video ed il resoconto stenografico del mio intervento, che vi
invito a diffondere sulla Rete, pochè solo il "virus dell’informazione"
può salvarci da questo cancro governativo.
Testo dell'intervento
Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio che non c'è - che,
come sempre, quando viene qui a proporre una legge ad personam, si nasconde,
lasciando a qualcun altro il compito di portare avanti norme che servono a lei -
noi, anche oggi, le neghiamo la fiducia, perché non ci fidiamo affatto di lei,
né sul piano politico né sul piano personale.
Non ci fidiamo di lei sul piano politico, perché lei sta umiliando il Parlamento
con questo continuo ricorso al voto di fiducia, nonostante abbia una maggioranza
schiacciante in Parlamento, e con questa sua furbata dell'ultima ora, quella di
presentare un emendamento all'ultimo minuto, senza poter dare poi la possibilità
di un dibattito per sessanta giorni su quello che lei vuol fare davvero.
All'ultimo minuto inserisce qui un emendamento, che serve soltanto per
giustificare quel che dal primo momento voleva portare avanti.
Questa pure è un'azione criminale, come ciò che egli si accinge a chiedere al
Parlamento con questo voto di fiducia, cioè l'emanazione di una norma che
trasforma quelli che finora erano due cardini della lotta alla criminalità
organizzata: l'articolo 648-bis, recante il reato di riciclaggio, e l'articolo
648-ter, che prevede il reato di impiego di denaro di provenienza illecita.
Fino ad oggi, a norma di questi articoli, chiunque trasferisse denaro di
provenienza illecita o lo impiegasse in attività commerciale ed economica era
punito con una pena sino a dodici anni, oggi, grazie alla sua norma, che diventa
l'articolo 648, comma Silvio (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei
Valori), lei e chiunque altro detenga denaro di provenienza illecita, qualora
abbia applicato lo scudo fiscale, alias abbia pagato una tangente del 5 per
cento allo Stato, può utilizzarlo, reinvestirlo e anche ritrasportarlo
all'estero a suo piacimento, gradimento e godimento.
Questa è la norma che da domani varrà nel nostro Paese. Non ci si venga a dire,
come ha detto il Ministro Tremonti, che in questo modo si recuperano 300
miliardi. Chi li recupera? Gli evasori fiscali, i delinquenti (Applausi dei
deputati del gruppo Italia dei Valori)! Chi l'ha detto che li reinvestiranno in
attività lecite, chi l'ha detto che reinvestiranno questi soldi? Semplicemente
li sbiancheranno, li faranno diventare utilizzabili e poi magari li
ritrasferiranno anche all'estero. Lo possono fare benissimo, perché nessuna
norma impone che questo denaro debba essere reinvestito in attività che servono
al nostro Paese. Servono soltanto a questi signori, per detenere lecitamente ciò
che fino ad oggi detenevano illecitamente.
Ecco perché, signor Presidente del Consiglio che non c'è, lei ha emanato una
norma criminale e non è vero quel che diceva Tremonti, ancora in questi giorni,
ossia che questa norma non favorisce la criminalità. Infatti, se così fosse, non
avreste inserito un'altra clausola, quella che elimina l'obbligo di denunciare i
reati quando i fondi possano derivare da provenienza illecita.
Certo si dice che, quando il pubblico ufficiale sa che il denaro è di
provenienza illecita, allora sì che lo deve denunciare. Ma voi pensate che nelle
mazzette da 500 euro ci sia scritto: questo proviene da rapina, questo proviene
da spaccio di droga, questo proviene da traffico di stupefacenti e da
compravendita di armi (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)?
All'estero ci sono dei tesoretti, sui quali, quando vengono scoperti, bisogna
fare delle indagini per sapere da dove provenga il denaro. Se voi impedite, in
primo luogo, all'autorità giudiziaria di sapere chi sia il beneficiario di
questo tesoretto e, in secondo luogo, come lo abbia acquisito, di fatto voi
create un'impunità.
Ecco perché noi riteniamo che questa norma sia anche incostituzionale,
soprattutto nella parte in cui avete previsto di estendere lo scudo fiscale
anche al reato di falso in bilancio.
Lei lo sa bene, signor Presidente del Consiglio, cos'è il falso in bilancio. Lei
lo sa bene che il falso in bilancio è un reato-mezzo per un reato-fine, è un
reato contabile che serve come serve la pistola al rapinatore, serve per fare la
rapina.
Allora, perché avete eliminato il falso in bilancio, che non c'entra nulla con
il rientro dei capitali dall'estero e con l'evasione fiscale? Il falso in
bilancio è un reato-mezzo che serve per coprire altri reati: i soldi per avere
la provvista necessaria per pagare le corruzioni, per pagare l'appropriazione
indebita, per pagare, magari, un po' di cocaina che serve alla bisogna e così
via (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Noi riteniamo che questa norma sia una norma oltre modo criminale, fatta
nell'interesse dei criminali e, per questa ragione, questo Parlamento si sta
approntando ad approvare una norma che non è degna dei rappresentanti del popolo
che vogliamo essere in questo Parlamento.
Questa norma è anche una norma che, ripeto, stabilisce un salvacondotto; un
salvacondotto non solo per ciò che è stato fatto fino ad ora, ma anche per i
reati futuri, perché stiamo già vedendo tutta una serie di persone che sono
abituate a delinquere che si fanno il loro salvacondotto a futura memoria.
Ogni giorno che qualcuno verrà trovato con un pacco, come si dice, una «paccata»
di soldi in mano, non dovrà dare più giustificazione di dove li ha presi, perché
dirà: guarda questo documento, ho fatto lo scudo fiscale cinque anni fa. Tanto
sulla mazzette non vi sarà mica scritto in quale giorno quella provvista è stata
acquisita. Questa norma, quindi, servirà come salvacondotto per il passato e per
il futuro.
È una norma criminale per soggetti criminali e chi si presta a questa norma è
l'autore o il coautore o il fiancheggiatore o il compartecipe o il connivente o,
quanto meno, l'utilizzatore finale di questa norma (Applausi dei deputati del
gruppo Italia dei Valori).
È una norma che produce un'amnistia mascherata, perché, di fatto, cancellando il
falso in bilancio e rendendolo non penalmente rilevante, mette in condizione il
Presidente della Repubblica di dover controfirmare un'amnistia, pur non
essendovi in Parlamento la maggioranza per farla.
È una norma che, ancora una volta, torno a ripetere, mette in condizione le
autorità giudiziarie di non poter contrastare la criminalità. Forse non lo
sapete, ma lo dico a chi ci ascolta anche fuori di qui: in questo momento, in
queste ore, vi è un'enorme differenza tra il dire e il fare della maggioranza
parlamentare che appoggia questo Governo che fa la norma criminale.
Proprio un'ora fa il presidente della Commissione antimafia, Pisanu, così
concludeva la sua relazione: ogni anno le imprese criminali riversano sul paese
fiumi di denaro sporco che inquinano l'economia, insidiano la vita pubblica,
infangano la nostra reputazione nel mondo, e quindi questo mette in condizione
di non essere economicamente rilevanti gli investimenti stranieri nel nostro
Paese. La repressione di ogni attività criminale è oggi il più indispensabile
atto per sanare quella che Aldo Moro chiamava la storica ingiustizia.
La storica ingiustizia è fra chi rispetta la legge e chi non la rispetta. Bene,
preso atto di cosa ha detto l'Antimafia oggi, subito subito, un'ora dopo, fate
una legge in cui lavorate a favore del crimine, a favore della criminalità
organizzata (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Allora non potete dire che avete sbagliato un domani; dovete dire che siete
conniventi, se non correi, di questa norma che state approvando e che pretendete
che questo Parlamento approvi con il ricatto del voto di fiducia, perché anche
il voto di fiducia è un ricatto.
È per questa ragione che noi dell'Italia dei Valori ci appelliamo al Capo dello
Stato. Lo facciamo con senso di deferenza e di rispetto, però non crediamo più
che sia il tempo della letterina di accompagnamento e del buffetto sulla
guancia, dopo che si firmano provvedimenti iniqui e ingiusti, che non hanno
senso e spazio in una democrazia moderna ed evoluta (Applausi dei deputati del
gruppo Italia dei Valori).
Noi ci appelliamo al Capo dello Stato affinché non faccia una ramanzina, che non
serve a niente, perché questo Governo non ha alcun interesse a portare avanti,
ma, esercitando i suoi poteri, rimandi indietro questa norma incostituzionale,
fatta per i criminali e fatta semplicemente per ridurre il nostro Paese
all'oblio, se non all'odio, da parte della comunità internazionale.
Signor Presidente della Repubblica, non firmi questa legge, non si faccia anche
lei connivente di questo modo criminale di gestire la cosa pubblica (Applausi
dei deputati del gruppo Italia dei Valori-Congratulazioni).
FNSI, IDV SABATO IN PIAZZA PER DIFENDERE LIBERTA’ DI
INFORMAZIONE
L’Italia dei Valori partecipa attivamente alla manifestazione per la
libertà d’informazione indetta dalla Fnsi che si svolgerà, sabato 3 ottobre,
in piazza del Popolo a Roma. La libertà di informare e di essere informati in
Italia è in serio pericolo e lo dimostrano i casi di Annozero, Report,
l’esclusione della voce dell’Italia dei Valori dal Tg1 e le minacce ai
giornalisti e alle testate libere. Il governo Berlusconi vuole imbavagliare
l’informazione e sta cercando di asservire totalmente a sé il servizio
pubblico. Il Presidente Antonio Di Pietro e tutta l’Italia dei Valori saranno
in piazza per difendere l’articolo 21 della Costituzione e tutti quei
giornalisti che sono stati intimiditi, boicottati e minacciati solo perché
hanno avuto il coraggio di svolgere seriamente il loro mestiere. Bisogna
manifestare per ostacolare il disegno piduista che questo governo sta portando
a compimento. L’Italia dei Valori trasmetterà sul blog www.antoniodipietro.it
e sul sito www.italiadeivalori.it la diretta streaming dell’evento dalle ore
15.30 di sabato.
http://www.antoniodipietro.it
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Lo scudo della vergogna (Ilvio Pannullo, http://www.altrenotizie.org)

Il divo Giulio difensore dei poveri ha gettato la maschera. Dopo aver
incassato il 22 settembre l’approvazione in Consiglio dei Ministri
della finanziaria 2010, il presunto no-global alla guida del dicastero
dell’economia italiana ha pensato bene di benedire l’ultima porcata,
in ordine di tempo, del governo Berlusconi. Quello che era nato come
l’ennesimo regalo ai tanti evasori fiscali che ingrassano le file dei
sostenitori della destra nostrana si è trasformato, dopo
l’approvazione dell’emendamento proposto dal senatore del Popolo della
Libertà, tale Salvo Fleres, in un vero e proprio mostro giuridico.
Non bastava sanare il comportamento illecito di quanti avevano
esportato all’estero capitali che avrebbero dovuto dichiarare in
Italia evitando di pagare le dovute imposte; non bastava far pagare un
ridicolo obolo come premio per la condotta antigiuridica; non bastava
estendere una simile misura a dichiarazioni inerenti ad anni fiscali
sui quali la Guardia di Finanza ancora stava indagando. Si è dovuto
andare oltre e permettere quello che mai un Governo dovrebbe
permettere: il vilipendio dell’ordine legale e costituzionale del
paese.
Lo chiamano «Scudo ter». È infatti questa la definizione con cui si
indica lo scudo fiscale varato quest'anno, dopo quelli del 2001 e del
2003, e che consente di far riemergere capitali e patrimoni che si
trovavano all'estero fino al 31 dicembre 2008 e non erano in regola
con le norme sul monitoraggio dei capitali, né erano riportati nelle
dichiarazioni dei redditi. L’infame scudo immaginato dal paladino
Tremonti proteggerà i più furbi tra tutti i contribuenti italiani non
solo da tutti i reati fiscali e societari commessi al fine di evadere
il fisco e trasferire il denaro all'estero, ma anche dai delitti di
frode fiscale, emissione e utilizzazione di false fatture, falso in
bilancio e persino le cosiddette ''frodi carosello''. Reati che
potranno dunque essere ''sanati'' con il pagamento di una somma pari
al 5% dell'imposta evasa.
"Il diritto penale richiede certezza ed effettività della pena, e
non può tollerare un così frequente ricorso ad amnistie o sanatorie,
in particolare nel settore delicatissimo dei reati economici e
fiscali". Questa la posizione dell'Associazione nazionale magistrati
che esprime "preoccupazione" per l'allargamento dello scudo
fiscale. ''Si tratta – continua l'Anm – di reati oggettivamente gravi,
puniti con una pena massima di sei anni di reclusione, per i quali lo
Stato rinuncia alla punizione, in tutti i casi e indipendentemente
dall'importo non dichiarato''. E poteva andare anche peggio. Fortuna
infatti che nel pomeriggio di quello stesso tristissimo giorno le
commissioni di Bilancio e Finanze del senato avevano modificato il
testo dell’emendamento, che nella sua versione originale prevedeva
l’estensione della sanatoria anche ai procedimenti in corso.
Lo stesso Luigi Zanda, senatore del Partito Democratico non nuovo
ad emendamenti lampo di questo tipo(si ricordi su tutte la questione
poi scoperta dalla trasmissione Report riguardante un presunto
emendamento alla prima finanziaria del governo Prodi che prevedeva di
fatto una norma salva Parmalat), tuona indignato: “Per fortuna lo
scudo non è stato esteso ai procedimenti penali in corso, ma resta
molto grave. Della portata di queste modifiche ce ne accorgeremo con
il tempo, scoprendo quante e quali persone si nasconderanno dietro lo
scudo fiscale per evitare di dover rispondere di falso in bilancio una
volta scoperte”.
Ancora più diretto è il commento della presidente dei senatori del
Pd, Anna Finocchiaro, che dopo aver definito il provvedimento sullo
scudo fiscale ampliato «una vera porcata» incalza: «Era più onesto il
cartello di Medellin. Si è presentato con i suoi capi, con nome e
cognome, al Governo colombiano per offrirgli di far rientrare i
capitali dall'estero e aiutare così il bilancio pubblico. Il Governo
colombiano non accettò. Ma da noi no. In violazione di tutte le norme
si fanno rientrare capitali sulla cui costituzione nessuno indagherà
mai e si garantisce l'anonimato». Un’allusione simile a quella
sbandierata dal partito di Di Pietro che direttamente nell’aula del
Senato dà luogo ad una protesta che ha il sapore dell’amara verità non
raccontata. Una decina i cartelli comparsi fra i banchi dei senatori
con slogan alternati: «Governo antitaliano» e «Mafiosi e evasori
ringraziano». Il fedele tributarista del papi italiano non può, però,
essere tacciato di incoerenza: se le grandi banche internazionali
derubano gli Stati sovrani, che anche i cittadini furbi siano messi
nelle condizioni di rubare. Un ragionamento che sarebbe un ossimoro
ovunque, ma non in Italia.
La situazione è, infatti, più che critica, quasi pietosa. Se tre
indizi non fanno una prova aiutano certo a farsi un’idea della reale
situazione dei conti pubblici. L’ultimo in ordine di tempo è la
benedizione all’emendamento Fleres, quello appunto che stringe i tempi
dello scudo e ne allarga i confini. Il primo è invece contenuto
nell’obbligo stabilito a gennaio per la Sace – un gruppo finaziorio di
assicurazione del credito, protezione degli investimenti, cauzioni e
garanzie finanziarie – di garantire i crediti nei confronti delle
amministrazioni statali: una brillante trovata per non far pesare fino
al 2011 l’extra-debito degli enti locali sul rapporto defecit - Pil.
Il secondo indizio è l’emessione lampo da 2 miliardi di BPT (scadenza
2025), effettuata il 18 settembre a poche ore da una conference-call
con le banche d’affari.
Ora questo scudo a caccia di soldi ”pochi, maledetti e subito”,
dopo un’intera estate passata a fare da moralizzatore del sistema
bancario. Tutto lascia presagire tempi cupi. Ma gli italiani possono
stare tranquilli: il governo non metterà le mani nelle loro tasche. Il
Robin Hood dei ricchi le tasse non le aumenta. È disposto a
trasformare questo paese in una latrina del terzo mondo ma le tasse
non le aumenta.
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D'Alema e lo Scudo Fiscale (http://www.beppegrillo.it)

Prima della votazione alla Camera sullo Scudo Fiscale c'è stata una votazione
sulla sua incostituzionalità. Mancavano Bersani e Franceschini (presenti alla
manifestazione di De Benedetti sulla libera informazione) e D'Alema ( che non
aveva capito bene, come afferma nel video). In caso di incostituzionalità la
proposta di legge sarebbe decaduta. Continua il concorso: " Dove eravate, 32
dipendenti infedeli?" per sapere dove si trovavano al momento della
votazione sulla fiducia i dipendenti dell'opposizione. Partecipate numerosi. Il
blog terrà traccia delle vostre segnalazioni e le riporterà nei prossimi giorni
con il vostro nome o nick. Ecco l'elenco: 24 PDmenoelle: Argentin, Binetti,
Bucchino, Capodicasa, Carra, Codurelli, D'Antoni, Esposito, Farina, Fioroni,
Gaione, Ginefra, Giovanelli, Grassi, La Forgia, Lanzillotta, Madia, Mastromauro,
Melandri, Misiani, Pistelli, Pompili, Porta, Portas. 7 UDC: Bosi, Ciccanti,
Drago, Libè, Pisacane, Ruggeri, Volontè. 1 IDV: Misiti.
http://www.beppegrillo.it
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