Approvato ieri dal Senato in via definitiva il ''pacchetto
sicurezza'', oggi arriva a Palazzo Madama il testo della manovra economica
triennale licenziato dalla Camera. Silvio Berlusconi e' molto soddisfatto della
rapidita' dei tempi di approvazione dei provvedimenti messi a punto dal governo,
a iniziare dal ''lodo Alfano'' che da ieri e' legge dello Stato grazie alla
controfirma del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Nessun ostacolo di natura costituzionale impedisce la
promulgazione del ''lodo Alfano'', ha precisato un apposito comunicato del
Quirinale. Il capo dello Stato ha spiegato di aver tenuto come riferimento ''la
sentenza n. 24 del 2004 con cui la Corte costituzionale dichiaro' l'illegittimita'
costituzionale dell'art. 1 della legge n.140 del 20 giugno 2003 che prevedeva la
sospensione dei processi che investissero le alte cariche dello Stato''. Il
''lodo Alfano'', prosegue il comunicato, non viola quella sentenza perche' ''la
Corte non sanci' che la norma di sospensione di quei processi dovesse essere
adottata con legge costituzionale''. ''Rispettiamo la decisione del capo dello
Stato - commenta Antonio Di Pietro, Idv - ma non la condividiamo per niente. Io
la penso come quei cento costituzionalisti che hanno detto che questa legge e'
incostituzionale. E comunque e' immorale''.
Non si e' fatta attendere la replica del ministro Angelino Alfano: ''Il lodo per
me e' gia' legge dello Stato: siamo ormai proiettati sulla riforma della
giustizia. La nostra riforma avra' come punto cardine l'accelerazione dei
processi''. Ieri sera alle 21, il premier e' andato a Palazzo Madama per
incontrare i senatori del Pdl e ringraziarli del loro operato. ''Ora il sabato
potro' lavorare tranquillamente e non stare con i miei avvocati. Non vorrei
parlare dei magistrati ma mi avete liberato. Ora non verro' piu' perseguitato,
da quando sono sceso in politica ho dovuto far fronte a 2.502 udienze'', ha
esordito Berlusconi riferendosi al ''lodo Alfano''. L'incontro e' servito anche
ad annunciare quali sono gli impegni governativi per l'autunno: ''Da settembre
porteremo in Parlamento una serie di disegni di legge su federalismo, riforma
costituzionale e giustizia''.
Berlusconi ha insistito sull'ultimo punto: ''La mancanza di certezza nella
giustizia civile e' un problema che blocca gli investimenti dall'estero''. Per
quanto riguarda il coinvolgimento dell'opposizione nella messa a punto delle
riforme costituzionali, il premier non e' ottimista anche se si dice disponibile
al confronto: ''Sul dialogo non mi faccio un cruccio perche' se c'e' va bene,
altrimenti non si puo' dialogare con chi non ha interesse a farlo''. Berlusconi
ha parlato pure della fine dell'emergenza rifiuti a Napoli (''Abbiamo utilizzato
la competenza di Guido Bertolaso, la stessa scopa che ha utilizzato la sinistra,
ma in questo caso naturalmente il manico e' diverso'') e della crisi dell'Alitalia.
Su quest'ultima questione, si e' detto convinto che la soluzione e' vicina con
il coinvolgimento di alcuni imprenditori italiani, ''anche se bisogna per forza
tagliare parte del personale e di questo si fara' carico lo Stato''. Il premier
non ha dimenticato di parlare della riforma della legge elettorale per le
europee (la prossima primavera si vota per rinnovare il Parlamento di
Bruxelles): a settembre, il Pdl presentera' la proposta di liste bloccate, senza
preferenze e con sbarramento al 5% per evitare frammentazioni della
rappresentanza (ha polemizzato con l'opposizione che vuole abbassare il quorum
al 3-4%).
Prima di partecipare alla riunione con i senatori del Pdl, Berlusconi si era
incontrato nella propria residenza di Palazzo Grazioli con i ministri della Lega
Umberto Bossi e Roberto Calderoli. Quest'ultimo era stato ricevuto in mattinata
dal presidente Napolitano, a cui ha illustrato le proposte di Pdl e Carroccio in
tema di federalismo e riforma della giustizia. Bossi, secondo alcune
indiscrezioni, si sarebbe lamentato ancora una volta con Berlusconi per
l'intervento con cui il presidente della Camera, Gianfranco Fini, lo ha
redarguito a proposito delle sue esternazioni sull'inno nazionale. Ma
nell'incontro si e' discusso soprattutto della modifica della legge elettorale
per le europee che potrebbe essere esaminata dal Consiglio dei ministri gia'
prima della pausa estiva e approvata dal Parlamento entro il prossimo novembre.
Il premier preferirebbe la soglia di sbarramento al 5% e le liste bloccate,
Calderoli lavora su un testo che prevede invece la soglia di sbarramento al 4%,
un solo voto di preferenza e 15 circoscrizioni. Per quanto riguarda il
federalismo fiscale, il premier e i due ministri leghisti ne avrebbero
concordato l'approvazione entro dicembre, quando il Parlamento dovra' votare la
legge finanziaria. Non convince la Lega invece l'ipotesi di una riforma
costituzionale che pieghi il sistema politico italiano verso un modello
presidenziale. Calderoli ha precisato che su questo punto e' importante non
sottovalutare il dialogo con l'opposizione.
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