Oggi, 25 aprile 2008, mi sono presentato a Milano, in Largo Cairoli,
per firmare i tre referendum promossi da Beppe Grillo
per una libera informazione.
"Buongiorno a tutti. Grazie a voi che siete qui a firmare quest’ulteriore,
ennesima, prova di democrazia, che qualcuno traccia come antipolitica.
Di antipolitico c’è soltanto il comportamento di chi usa le
istituzioni per farsi gli affari propri. L’antipolitica la fa chi
si candida dopo essere stato condannato con sentenza penale
passato in giudicato. L’antipolitica la fa chi va in Parlamento e al Governo per
fare una legge che aggira ancora una volta la sentenza della Corte di
Giustizia europea, che aggira ancora una volta il conflitto
d’interessi, che aggira ancora una volta la funzionalità della
giustizia. E’ antipolitico il comportamento di chi in questi giorni parla di
mano pesante con la giustizia quando lo sfascio della giustizia e della
sicurezza dipende proprio per non aver preso posizione nei confronti di coloro
che violano la legge in questi anni. Se i tribunali e i processi non funzionano
è perché in questi anni si son fatti leggi per non farli funzionare. E’
antipolitica anche quella che non ci permette di fare manifestazioni in questo
modo.
Per questo noi, firmando questi referendum, vogliamo mandare un messaggio di
vera politica, voluta e prevista dalla Costituzione.
Apreziamo e ringraziamo gli organizzatori, tutti i
Meetup di Beppe Grillo, e lo stesso Grillo lo ringraziamo perché lo
accusano di tutto e di più semplicemente perché tiene l’applicazione di un
articolo della Costituzione, quello di raccogliere firme per abrogare una legge
d’iniziativa parlamentare. Ringraziamo i militanti che vanno a raccogliere le
firme, a quelli che le autenticano, a quelli che si faranno carico in via
volontaria di presentare quest’ennesimo referendum.
Qualcuno dice che non verranno ignorati. Le leggi d’iniziativa popolare si,
perché la Costituzione prevede che possano essere raccolte le firme e depositate
in Parlamento, dove vengono messe il giorno dopo in cantina. I referendum no,
perché devono seguire regolarmente il loro corso, tanto è vero che è previsto il
referendum sulla legge elettorale, che ancora c’è e si deve
fare.
Ovviamente ci sarà tutta un’attività in questi mesi tesa a dimostrare che queste
firme non si potevano raccogliere, che non si deve andare a votare, e tutte
quelle persone e partiti che in questa campagna elettorale dicevano di andare a
votare le ritroverete tra qualche mese dire su questo referendum di non andare a
votare: quando gli fa comodo andate a votare, quando non gli fa comodo non
andare a votare.
Noi dovremmo essere sudditi, parco buoi, di questa Casta che
continua a fare i suoi piaceri. Riflettete su questi referendum, che aldilà
dell’istituto sono buoni sul piano del merito, perché alla fine cosa dicono?
Dicono che i giornali finanziati dai partiti sono diventati un’occasione per
fare soldi e non per informare. Secondo, che per comunicare e informare bisogna
essere iscritti all’albo, come nel ventennio fascista. Ognuno
dovrebbe poter esprimere le proprie capacità e qualità, la differenza la
dovrebbe fare il lettore, che la legge o non la legge, a seconda se dice la
verità o meno.
Ecco perché noi riteniamo che questi referendum sono buoni nella sostanza, oltre
che nell’istituto, come vero esempio di democrazia.
Oggi qualcuno ci ha accusato dicendo che è una giornata più importante che
occuparsi per un referendum per l’informazione. Lo sappiamo bene che è una
giornata molto importante, per quello è stata scelta, innanzitutto per rendere
omaggio a coloro che ci hanno dato la libertà di esistere, che non vogliamo
dimenticare e mettiamo al primo posto, ma ci mancherebbe altro. Questa
manifestazione non è un’alternativa, ma una prosecuzione, un
impegno civile, che da prima rende omaggio a chi ci ha rimesso la vita e rinnova
un impegno per quella libertà che non vogliamo più bruciata e barattata.
Certo, una volta c’era la dittatura all’olio di ricino, oggi c’è quella delle
veline, ma sempre dittatura è, dolce, ma lo è. Per questo, e concludo, dobbiamo
tutti impegnarci nel Paese e nelle istituzioni. Io lo farò dentro e fuori dal
Parlamento. Con questo megafono sono stato fuori anche come Ministro, e me ne
hanno dette di tutti i colori, quando si è trattato di dire no
all’indulto, e ci sarò ancora dentro e fuori del Parlamento per far
sentire la voce di un’Italia libera, di un’Italia indipendente, di un’Italia che
non si piega.
Rinnoviamo quest’impegno ad una speranza che ci auguriamo possa arrivare al
più presto: quella di aver fatto comprendere agli italiani che l'illusione di
questa stabilità governativa è un’illusione soltanto per conquistare il potere,
non per fare il bene degli italiani. Lo vedremo nei prossimi anni, ma noi saremo
qui, vigili, in ogni piazza, in ogni paese, in ogni istituzione, affinché non ci
sia un modo per addormentare le coscienze. Le coscienze non vogliono dormire,
vogliono continuare ad essere sveglie.
Grazie 25 aprile, grazie a tutti."
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