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22/04/2008 V2-Day il 25 aprile per difendere la libertà di opinione su Internet

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Il 25 aprile, in più di quattrocento piazze italiane, si svolgerà il V-Day sull’informazione, il secondo, dopo il grande successo del primo “Vaffanculo Day” dello scorso 8 settembre. In molte città sarà allestito uno stand per la raccolta firme durante tutta la giornata.

L'Italia vive un crepuscolo informativo, il futuro è on line: le previsioni di Beppe Grillo a tre giorni dal V2-Day per una libera informazione in un libero Stato sono piuttosto fosche per la sopravvivenza della carta stampata.

A Torino vi saranno almento 20 ospiti: Giornalisti, professori, esponenti della società civile saliranno sul palco,

Secondo Tuttoabruzzo.it, "la manifestazione è stata promossa a livello nazionale da blog di Beppe Grillo (il più letto in Italia e tra i primi al mondo), da tempo attivo nel campo dell’impegno sociale e per la promozione di un nuovo modello di informazione e di partecipazione popolare. L’obiettivo dell’evento è la raccolta di firme per la proposta di tre quesiti referendari abrogativi: Abolizione dei finanziamenti pubblici all’editoria – Il finanziamento pubblico all’editoria costa ai cittadini quasi 1 miliardo di euro l’anno. Creato in nome del pluralismo informativo, è diventato un sistema di ricatto e controllo politico degli editori e dell’informazione; Abolizione dell’ordine dei giornalisti – Unico al mondo, voluto da Mussolini (lo stesso Hitler non ebbe il coraggio di copiarlo in Germania). Dietro lo schermo della tutela dei giornalisti (già teoricamente garantita dalla FNSI) si cela il perpetuarsi di una casta ormai autoreferenziale: informare è un diritto di tutti; Abolizione del D.lgs. 177/2005 (Legge Gasparri) – In nessuna democrazia al mondo una riforma vergognosa come la Gasparri consegna l’informazione televisiva a un gruppo privato come Mediaset e i partiti. Essa ha rafforzato il duopolio e salvato Rete4 dalla propria destinazione giuridicamente appurata: il digitale. Europa7 e il suo patron Di Stefano (nostro corregionale) non possono trasmettere nonostante una sentenza della Corte Costituzionale del 1999".

L'informazione nasce libera. Deve restare tale. Se non vogliamo ritrovarci un Paese sempre più simile alla Cina e sempre più lontano dalla Francia è necessario far sentire la propria voce a chi oggi vorrebbe che soltanto gli organi di partito e i giornali allineati possano fare informazione. In una Italia in cui i precari sono laureati, tutti possono e devono poter fare informazione, con o senza tesserino da giornalista. Tutti uguali sul web.

http://www.beppegrillo.it
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