La crisi richiedeva una svolta. Una posizione ferma. Prodi ha
fatto quello che doveva fare. E’ stato inflessibile con i suoi alleati. Ha messo
dodici punti nero su bianco. Le ha cantate chiare. Punti “non
negoziabili”.
Per la scuola ha chiesto “Un impegno forte per la cultura,
scuola, università, ricerca e innovazione”.
Per il Sud: “Attenzione permanente e impegno concreto a favore
del Mezzogiorno, a partire dalla sicurezza”.
Per la previdenza: “Riordino del sistema previdenziale con
grande attenzione alle compatibilità finanziarie e privilegiando le pensioni
basse e i giovani. Con l'impegno a reperire una quota delle risorse necessarie
attraverso una razionalizzazione della spesa che passa attraverso anche
l'unificazione degli enti previdenziali”.
Se Mosè avesse scolpito le tavole della Legge con la stessa
chiarezza il mondo sarebbe preda del caos. I segretari di partito hanno comunque
accettato. Con dei punti così vincolanti possono stare
tranquilli. E farsi i c...i loro.
Su una questione Prodi ha voluto essere ancora più preciso. Puntiglioso. Sulla
comunicazione. Ben 2 dei 12 punti sono dedicati a Sircana. Il
suo portavoce che “... per dare maggiore coerenza alla comunicazione, assume il
ruolo di portavoce dell’esecutivo” e: “...al presidente del Consiglio è
riconosciuta l’autorità di esprimere in maniera unitaria la posizione del
governo in caso di contrasto”. Si deduce che fino ad oggi Sircana parlava a
titolo personale, non dell’esecutivo e, soprattutto, che in caso di contrasti
taceva. Quindi sempre.
Nei dodici punti, degni della DC di fanfanirumoforlanidemita,
Prodi ha inserito due cose che sicuramente farà: Afghanistan (punto 1) e Tav
Torino Lione (punto 4). Sia gentile, caro dipendente del Consiglio: le ho
lasciato una cartellina con i caratteri in oro. Conteneva le
primarie dei cittadini. Se può me la restituisca.
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