La guerra in Iraq significa un prezzo del petrolio tre volte più alto del
dovuto, afferma un esperto di punta. Come cambieranno le vostre vite
affrontando un prezzo di 200$ al barile?
Secondo un esperto di punta l'invasione dell'Iraq da parte di Usa e Gran
Bretagna sta costando al mondo, solo per i più alti prezzi dell'energia, la
strabiliante cifra di $ 6 mila miliardi.
L'economista petrolifero Dr Mamdouh Salameh, che è consigliere tanto della
Banca Mondiale quanto dell'Organizzazione per lo Sviluppo Industriale dell'Onu
(Unido), ha riferito a The Independent on Sunday che il prezzo del
petrolio oggi sarebbe di $ 40 al barile, meno di un terzo del record di $
135 al barile raggiunto la scorsa settimana, se non fosse stato per la
guerra in Iraq.
Egli ha parlato dopo che i prezzi del petrolio hanno stabilito un valore
record per 13 giorni consecutivi nelle ultime due settimane. Si sono ad oggi
moltiplicati sei volte rispetto al 2002, a confronto dell'incremento di
quattro volte dello “shock petrolifero” del 1973-1974 che pose fine al
grande boom economico postbellico mondiale.
La scorsa settimana la Goldman Sachs ha predetto che il prezzo potrebbe
crescere fino al valore senza precedenti di $ 200 al barile nel corso del
prossimo anno, e che il mondo sta incominciando ad accettare l'idea che
l'età del petrolio economico sia finita, con ampie ripercussioni sulle loro
attività.
Il Dr Salameh, direttore del britannico Oil Market Consultancy Service
[“servizio di consulenza sul mercato petrolifero” n.d.t.] ed una autorità
sul petrolio iracheno, ha detto che è l’Iraq l'unico dei grandi paesi
produttori di petrolio con sufficienti riserve da poter incrementare
sostanzialmente la sua produzione.
In otto degli altri paesi-- USA, Canada, Iran, Indonesia, Russia, Gran
Bretagna, Norvegia e Messico-- la produzione ha raggiunto il picco, afferma,
mentre i rimanenti due, Cina e Arabia Saudita, sono vicini al punto di
declino. Prima della guerra il regime di Saddam Hussein estraeva qualcosa
come 3,5 milioni di barili di petrolio al giorno, ma la produzione è oggi
caduta a circa 2 milioni di barili.
Il Dr Salameh ha riferito al gruppo parlamentare sul picco petrolifero, che
comprende tutti i partiti, che l’Iraq ha offerto agli Stati Uniti un
accordo, 3 anni prima della guerra, riguardante l'apertura di 10 nuovi
giganti giacimenti petroliferi con termini “generosi” in cambio
dell'annullamento delle sanzioni. “Ciò avrebbe certamente impedito la rapida
crescita del prezzo del petrolio”, ha detto. “Ma gli Usa avevano un'idea
differente. Avevano pianificato di occupare l’Iraq e annettersi il suo
petrolio”.
Chris Skrebowski, editore di Petroleum Review, ha detto: “Ci sono molti ‘se’
nel mercato mondiale del petrolio. Questo è uno molto grande, ma ce ne sono
degli altri. Se ci fosse stata una guerra civile in Iraq, sarebbe stato
prodotto ancora meno petrolio”.
David Strahan: Cosa accadrà poi? La visione di un esperto*
Appena sotto gli 86 milioni di barili di petrolio al giorno, la produzione
globale di petrolio è, essenzialmente, stagnante dal 2005, nonostante una
crescente domanda, suggerendo che la produzione abbia già raggiunto i suoi
limiti geologici, o “picco petrolifero”.
La recessione in Occidente potrebbe non fornire alcun sollievo ai prezzi. Vi
è una crescente domanda da paesi come Cina, Russia e paesi Opec, i cui
consumatori sono protetti contro la crescita dei prezzi da forti sussidi. Il
futuro potrebbe presentarsi in un certo numero di modi:
Il prezzo del petrolio collassa
I sussidi sui carburanti potrebbero essere demoliti improvvisamente,
calmierando la domanda. La pressione dei costi ha costretto Malaysia,
Indonesia e Taiwan a tagliare i sussidi, ma la Cina difficilmente avrà
problemi di liquidità. I produttori Opec non subiscono alcuna pressione per
abolire i sussidi; infatti con la crescita del prezzo del petrolio essi
diventano più ricchi. Prospettiva: molto improbabile.
La pace potrebbe esplodere in Iraq, si potrebbe trovare un accordo sulla
tanto dibattuta legge petrolifera, le compagnie petrolifere internazionali
potrebbero iniziare a lavorare sulla più grande raccolta di campi
petroliferi vergini. Prospettiva: piuttosto improbabile.
Il prezzo del petrolio si stabilizza o si modera
Una forte recessione nell'Occidente potrebbe tagliare il consumo di petrolio
abbastanza da ritardare la crescita del mondo in via di sviluppo e nei paesi
Opec, arrivando persino a bloccare questi paesi e facendo alleviare i
prezzi. Prospettiva: improbabile a breve termine.
Il prezzo del petrolio cresce
La produzione petrolifera russa è entrata in declino; l'Arabia Saudita ha
accantonato piani per espandere la capacità di produzione, i consiglieri del
governo nigeriano predicono che il loro output cadrà del 30% entro il 2015.
Con altre notizie come queste aspettatevi il petrolio a $ 200 al barile.
Prospettiva: probabile.
I grandi produttori di petrolio sposteranno sempre più le esportazioni verso
il consumo interno. Ci si aspetta che le esportazioni dei paesi Opec, della
Russia e del Messico cadano, spingendo il petrolio a 200$ entro il 2012.
Prospettiva: altamente probabile.
Picco Petrolifero
Dopo 150 anni di crescita l'età del petrolio sta iniziando ad arrivare alla
fine. “Picco petrolifero” è il termine di uso comune per indicare il momento
in cui la produzione smette di aumentare ed inizia a declinare. In tale
momento ciò che era andato sempre espandendosi e i rifornimenti economici
della risorsa su cui dipendono tutte le moderne economie diventano più
scarsi e più costosi, con conseguenze potenzialmente devastanti.
I pessimisti ritengono che la produzione abbia passato il suo picco. Gli
ottimisti dicono che potrebbero mancare vent'anni o giù di lì--cosa che ci
darebbe un certo tempo per prepararci--ma ora si sono zittiti. La scorsa
settimana la International Energy Agency, ottimista ad oltranza, ha ammesso
che potrebbe avere sovrastimato la capacità futura. Chris Skrebowski,
editore di 'Petroleum Review' e un tempo ottimista egli stesso, ritiene che
il mondo sia ora “sui contrafforti del picco petrolifero”. I prezzi
potrebbero allentarsi un poco nei prossimi anni, ma poi arriverà il vero
disastro. Quale sarà il prezzo allora? “Estraete un numero!”
Viaggi
Il petrolio fornisce il 95% dell'energia usata nel trasporto, perciò esso
verrà colpito duramente e presto. Le persone probabilmente continueranno ad
usare le loro macchine ma si ritiene che le linee aeree saranno le prime a
soffrirne. Giovedì il direttore esecutivo della British Airways Willie Walsh
ha dichiarato che l’era dei voli economici è finita, suggerendo che quegli
ambientalisti che li hanno scelti come obiettivo per combattere il
cambiamento climatico potrebbero avere sprecato il loro fiato.
Almeno tre compagnie sono fallite quest'anno. La scorsa settimana la
American Airlines ha detto che avrebbe tagliato le proprie rotte, licenziato
personale e chiesto $ 15 ai passeggeri Usa per caricare una valigia, a causa
di un aumento di $ 3 miliardi nelle sue spese per il carburante. Persino
Michael O'Leary, direttore esecutivo di Ryanair, ha detto che il prezzo del
petrolio sta “facendo davvero male”. Giovedì gli analisti della Credit
Suisse hanno detto che la sua compagnia sarebbe andata in rosso se solo i
prezzi del petrolio fossero cresciuti di poco, sino a $ 140 al barile.
Macchine
Il più grande pozzo petrolifero del mondo, si dice, giace sotto Detroit. I
veicoli Usa fanno una media di sole 25 miglia al gallone. Migliorare
drammaticamente questo aspetto farebbe di più per alleggerire il disastro
petrolifero che qualunque probabile nuova scoperta. Ma le nuove misure
recentemente approvate dal Congresso porteranno ad un incremento della media
a sole 35 miglia al gallone, come già raggiunto dalla Cina. L'Europa fa
meglio, anche se non abbastanza, con 44 miglia al gallone.
La crescita dei prezzi del carburante sta già iniziando a guidare il
cambiamento. Le vendite delle 4x4 stanno crollando tanto negli Usa che in
Gran Bretagna, e quelle delle macchine ibride, che fanno 60 miglia al
gallone, stanno crescendo. Con una crescita ulteriore dei prezzi i
produttori tireranno fuori dal cassetto i piani, preparati da tempo, per
veicoli molto più efficienti. Ibridi "plug-in", che vengono caricati con
elettricità durante la notte, fanno risparmiare un altro 45% di consumo del
petrolio. Più in là si trova la "hypercar", costruita con plastica leggera e
resistente, che attraverserebbe gli Usa con un solo pieno di serbatoio.
Case
Tutte le nuove case in Gran Bretagna dovranno essere, entro il 2016, a
carbone zero -- cioè senza l'utilizzo di combustibili fossili come
petrolio--a quanto ha annunciato il governo, e i costruttori stanno lottando
per raggiungere l'obiettivo. Ad oggi questo standard può essere raggiunto
solo con grandi spese, ma l'industria è fiduciosa di abbattere i costi
appena si arriverà alla produzione di massa. È pure più importante adattare
le case esistenti.
Il passo chiave è super-isolare le case in modo da renderle il più possibile
efficienti energicamente, e solo allora fornirle di risorse rinnovabili.
Scaldabagni solari, pompe che estraggano calore dal terreno e bollitori
alimentati con palline di legno sono le opzioni favorite. Le pale eoliche da
mettere sul tetto non funzionano ancora abbastanza bene. Pannelli
fotovoltaici, che ottengono elettricità dal sole, sono costosi ma i loro
prezzi dovrebbero scendere. La Gran Bretagna è indietro rispetto ad altri
paesi. I prezzi crescenti dell'energia dovrebbero scuotere la situazione.
Shopping
Di fatto quasi tutto è, almeno in parte, prodotto col petrolio, e perciò
tutto diventerà più costoso. Circa 10 calorie di petrolio vengono bruciate
per la produzione di ogni caloria di cibo negli Usa, e allevare una singola
mucca e portarla al mercato consuma tanto quanto guidare da New York a Los
Angeles. Qualcosa come 630 g di carburante vengono usati per produrre ogni
grammo di un microchip.
Il culto della produzione stagionale e locale diventerà importante quando
tutti impareranno qualcosa sulle ‘miglia di cibo’, e chi tiene i giardini
verrà catturato da una forma moderna di “Dig for Victory” [iniziativa del
governo inglese durante la seconda guerra mondiale per chiedere agli inglesi
di coltivare il proprio giardino e aiutare così il sostentamento della
popolazione civile N.d.t.]. Una cattiva notizia per i contadini oltremare
che forniscono il 95% della nostra frutta e la metà della nostra verdura.
Gite verso i supermarket fuori città sembreranno stravaganti, portando a un
rinascimento delle vie cittadine dello shopping e un nuovo aumento
nell'acquisto di generi alimentari online, e presto mangeremo le nostre
stesse patate.
Terzo Mondo
I paesi poveri e le loro popolazioni saranno colpiti da una devastante
doppia disgrazia colìn l’aumento dei prezzi per il carburante e per il cibo.
Lo scorso anno, quando il petrolio costava solo la metà di adesso, paesi,
dal Nepal al Nicaragua, sono stati colpiti da carenze di carburante. Almeno
25 dei 44 paesi sub-Sahariani stanno affrontando gravi carenze di
elettricità.
Dal momento che il petrolio viene usato in agricoltura l'aumento del suo
costo farà crescere i prezzi del cibo, affamando sempre più gente. Cosa
peggiore, l'alto prezzo della benzina farà crescere la spinta verso i
biocarburanti prodotti da mais e altri raccolti, cosa che porterà le persone
più povere della terra in competizione con gli automobilisti per il grano--
una battaglia che non possono vincere. Solo un pieno di etanolo del
serbatoio di una 4x4 utilizza tanto grano quanto ne serve per sfamare una
persona un anno.

[Il crescente gap tra petrolio scoperto (istogramma rosso) e produzione
basata sulla domanda del mercato (linea nera). In verde una stima delle
scoperte future estrapolando l'attuale trend.]
Economie emergenti
Cina e India e altri paesi in via di sviluppo contribuiranno a far crescere
la richiesta di petrolio e entreranno in competizione per le scarse
forniture. Ciò ha già contribuito a far crescere i prezzi: la richiesta di
petrolio dei paesi occidentali è caduta negli ultimi due anni, ma le
economie emergenti hanno più che compensato il calo. E hanno il denaro per
farlo.
I consumatori cinesi ed indiani sono stati sino ad oggi isolati dagli
effetti dell'incremento dei prezzi da pesanti sussidi governativi, e le loro
rivoluzioni industriali e la rapida crescita sono largamente alimentate col
petrolio. Non vi è alcun segno che la crescita nella domanda cali. Questi
paesi probabilmente seguiranno la lunga tradizione occidentale di stringere
accordi con i paesi esportatori di petrolio--appoggiando regimi
sgradevoli--per cercare di assicurarsi le risorse.
Conflitti
La scorsa settimana un battagliero Gordon Brown – “incredibilmente
concentrato” sul petrolio, secondo i suoi spin-doctor -ha iniziato a giocare
al gioco delle accuse. “È uno scandalo,” ha detto, “che il 40% del petrolio
sia controllato dall’Opec e che le sue decisioni possano restringere le
forniture di petrolio per il resto del mondo”.
Qualcuno dovrebbe dirgli che dovrebbe accusare la geologia - o Dio - e che,
con il picco della produzione petrolifera, i paesi Opec semplicemente non
saranno capaci di pompare petrolio. Ma non è il solo; quattro senatori Usa
hanno avvertito l'Arabia Saudita che, se non aumenterà la produzione, gli
Usa potrebbero ritirare il loro appoggio militare.
Accadranno sempre più fatti simili con il restringersi delle forniture. Tre
anni fa un rapporto dell'esercito Usa ha predetto che il petrolio avrebbe
presto raggiunto il picco, e che sarebbero aumentati i rischi per la
sicurezza. Aspettatevi guerre per il petrolio. Ma, naturalmente, ne abbiamo
già avuta una - in Iraq.
*David Strahan è autore di 'The Last Oil Shock', John Murray,
lastoilshock.com
Titolo originale: "Oil: A global crisis"
Fonte: http://www.independent.co.uk
Link
25.05.2008
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da ALCENERO
http://www.comedonchisciotte.org
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