Anne in the Sky" è la
performance teatrale scritta da Roberto Malini e Edna Angelica Calò
Livnè che parte dalla vita e dalla morte di Anna Frank e arriva al
traguardo della memoria. Coinvolgendo ragazzi cristiani, ebrei e
musulmani.
Può uno spettacolo teatrale essere
strumento di dialogo tra culture e religioni? E' quanto è successo con "Anne
in the Sky", la performance teatrale scritta da Roberto Malini e Edna
Angelica Calò Livnè che parte dalla vita e dalla morte di Anne Frank e
arriva al traguardo della memoria, unica base possibile per un progetto
di speranza, di uguaglianza e di pace. La Livne è una drammaturga
israeliana, di origine romana, candidata, nel 2004 e nel 2005, al Premio
Nobel per la Pace, e vincitrice insieme alla palestinese cristiana Samar
Sahar, del "Premio Assisi per la Pace". Nel suo curriculum, sono
presenti molti spettacoli che "mettono in scena" la pace e il dialogo
fra i popoli, tra cui "Bereshit", un inno alla pace in Medio Oriente e
nel mondo.
Un obiettivo portato avanti anche in "Anne in the Sky" che vede come
protagonisti i ragazzi del ‘Teatro dell’Arcobaleno’: cristiani, ebrei e
mussulmani che credono nella possibilità di una convivenza fraterna. Uno
spettacolo che trasforma in simboli e gesti il messaggio e l'esempio
dalla giovane autrice del Diario, la cui esistenza fu improntata
dapprima alla gioia, all'amore, al colloquio fra persone e popoli
diversi e poi - nel martirio di Westerbork, Auschwitz e Bergen-Belsen -
alla compassione, alla generosità, all'eroismo e ancora all'amore
disinteressato. Angelica e Roberto hanno ideato e scritto la performance
con la passione e la fede di chi crede in un nuovo mondo, mentre i
ragazzi del Teatro dell'Arcobaleno hanno accolto il progetto con lo
stesso entusiasmo e la stessa fede nell'umanità che animava Anne Frank.
Lo spettacolo esprime in una sintesi di parole, segni, simboli, suoni,
passi e gesti la storia più importante del nostro tempo. Una storia che
utilizza colori, immagini ed espressioni indimenticabili per ricordare
una ragazza simpatica, intelligente e innamorata della vita che ci parla
ancora da un'epoca spaventosa e invitan ad impegnarci ogni giorno perché
il cielo azzurro sotto il quale siamo tutti uguali non venga mai più
oscurato dalle nuvole nere dell'intolleranza e dell'odio. “E’ uno
spettacolo dedicato al ‘Diario di Anna Frank’, - spiega a Korazym.org
Edna Angelica Calò - dove si vede la storia di Anna Frank danzata ed
ogni tanto si sentono frasi lette dal Diario che i ragazzi recitano.
Solo che al termine di questo spettacolo, i ragazzi diventano testimoni
di cosa significa vivere di nuovo la guerra, allargando il messaggio a
tutte le situazioni di sofferenza: in Sudan, nelle favelas in Brasile, a
Ramallah, a Gerusalemme… ed invitano il pubblico a dire: ‘basta con la
guerra’".
"Lo spettacolo si conclude in positivo con balli e danze per dare un
segnale di speranza, - continua la Calò - perché noi vogliamo ricordare
i momenti terribili, causati dall’odio, però oggi siamo ancora vivi e,
ringraziando Dio per questo, dobbiamo testimoniare la pace”. E’ uno
spettacolo che coinvolge cristiani, ebrei e mussulmani: come è stato
possibile? “Ho raccolto tutti gli alunni che amavano il teatro e
volevano creare un momento di dialogo… Dal teatro è diventato un
movimento, perché questi ragazzi si sono sentiti subito fratelli: questo
dimostra che il dialogo è possibile. Quando le persone dicono che in
Israele c’è la guerra, i ragazzi rispondono: se noi stiamo insieme tutti
possono”. Voi avete vissuto al confine con il Libano: come avete vissuto
questi mesi di guerra? “E’ stato un periodo difficilissimo. Io ho un
figlio nell’esercito israeliano, per cui sono stata malissimo e vedermi
questi missili ‘passare sopra la testa’ è stata una situazione
terribile. Abbiamo vissuto interi mesi nei rifugi: molti morti; case e
frutteti distrutti. Le case si ricostruiscono ed i frutteti si
ripiantano, ma i morti rimangono. Sia da una parte che dall’altra!”
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