"E' un bel passo avanti, dopo i molti passi
indietro dell'anno scorso". Non nasconde la propria soddisfazione
Massimiliano Dona, Segretario generale dell'Unione Nazionale Consumatori (UNC),
commentando le anticipazioni fornite al free press Metro da Antonio
Catricalà, Presidente dell'Autorità garante della concorrenza (AGCM).
Secondo il Presidente, infatti, la RAI si è impegnata a garantire un
televoto trasparente. Come? Durante le cinque giornate del Festival, il
conduttore, Gianni Morandi, ricorderà che il concorrente che risulterà
votato da un call center verrà squalificato. E lo stesso concetto sarà
chiarito da una scritta che scorrerà in sovraimpressione. "I
telespettatori - prosegue l'avv. Dona - hanno diritto alla trasparenza
e se decidono di partecipare al televoto devono essere certi che la
competizione sarà leale, senza interferenza da parte di chi compra
pacchetti di voti dai call centers".
"Per cantare vittoria in vista del Festival - ironizza
Massimiliano Dona - attendiamo il regolamento sul televoto
dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM): sarà importante
limitare il numero di voti che ciascuna utenza potrà esprimere: solo
rispettando il principio 'una testa, un voto' la votazione sarà realmente
democratica".
Intanto dal Grande Fratello giungono cattive notizie.
"Altra bestemmia, nuovo stop al televoto, ennesimo rimborso? Se si
continua così al 'Grande Fratello' converrebbe bloccare definitivamente il
televoto e lasciare le sorti dei concorrenti ufficialmente nelle mani
degli autori!"
Secondo il Segretario generale"poche ore fa il concorrente
Nathan Lelli (tra gli ultimi entrati e in nomination questa
settimana) ha bestemmiato mentre organizzava uno scherzo a bordo piscina
con gli altri inquilini. Nonostante l'affermazione blasfema sia stata
ignorata dagli altri concorrenti, l'audio non lascia adito a dubbi e
dunque si pone ancora una volta il problema del comportamento che la
produzione adotterà nei confronti di Lelli".
"Nathan sarà espulso come è accaduto con Massimo Scattarella,
Pietro Titone e Matteo Casnici e il televoto verrà, quindi, nuovamente
interrotto oppure il concorrente sarà graziato, come nel caso di
Guendalina Tavassi?", si chiede Dona che aggiunge: "Se Nathan Lelli sarà
punito dovranno essere rimborsati tutti coloro che hanno già votato (Lelli
é in nomination con Roberto Manfredini e Biagio D'Anelli) visto il
precedente delle scorse settimane quando è stato annunciato il
risarcimento, anche grazie al nostro intervento, per i telespettatori che
hanno votato per la riammissione di Massimo o hanno partecipato al
televoto tra Pietro Titone, Olivia Lechner e Giuliano Cimetti".
L'Unione Nazionale Consumatori ha lanciato qualche giorno fa una
"petizione per
un televoto pulito" che si può sottoscrivere su
www.consumatori.it .
27/01/2011 TLC. Festival di Sanremo, UNC: televoto non sia un bluff (BS, www.helpconsumatori.it)
Incombe il prossimo Festival di Sanremo.
E a partire dal lancio della campagna per il "televoto pulito", l'Unione
Nazionale Consumatori chiede che sia risparmiato lo scandalo dello scorso
anno, quando divenne famosa l'immagine dell'orchestra sanremese che
stracciò gli spartiti musicali per protestare contro i risultati emersi
dalle telefonate. "Almeno il Festival di Sanremo ci risparmi il bluff del
televoto", commenta Massimiliano Dona, segretario generale dell'Unione
Nazionale Consumatori, proprio nel giorno della presentazione della
manifestazione canora che si svolgerà dal 15 al 19 febbraio.
"Abbiamo rivolto un appello al presidente della Rai, Claudio
Petruccioli, e al direttore artistico del Festival, Gianmarco Mazzi,
perché non si ripetano - spiega Dona - gli scandali dell'anno passato
quando persino l'orchestra si ribellò al televoto manovrato. Faremo
recapitare il nostro appello anche al Ministro dello Sviluppo Economico,
Paolo Romani, e al presidente dell'Autorità per le garanzie nelle
comunicazioni Corrado Calabrò, perché attuino ogni necessaria iniziativa a
garantire che il televoto abbinato al Festival si svolga regolarmente e
non sia solo un'occasione per derubare gli utenti: se si chiede al
telespettatore di partecipare, si deve garantire a chi decide di
televotare una corretta informazione sui costi del servizio e,
soprattutto, regole chiare che impediscano il ricorso ai voti dei call
center. Senza dimenticare poi che sull'esito del Festival si può anche
scommettere, dunque ogni interferenza esterna deve essere scongiurata".
L'associazione sta conducendo una battaglia sul televoto:
proprio nei giorni scorsi ha lanciato la "Petizione per un televoto
pulito" presente anche su Facebook.
27/01/2011 TLC. Altroconsumo denuncia duopolio alla Commissione Ue: Sky può trasmettere su digitale (BS, www.helpconsumatori.it)
Sky può trasmettere in chiaro contenuti televisivi
sul digitale terrestre attraverso l'assegnazione di frequenze DTT, e
l'ingessatura del sistema-paese Italia passa anche da fatto che questo
passaggio viene ostacolato da un duopolio televisivo, mentre "ogni
iniziativa diretta ad ampliare agli utenti l'offerta di contenuti televisivi
in chiaro deve essere sostenuta e stimolata". È quanto sostiene Altroconsumo
che ha ribadito formalmente alla Commissione europea il suo parere positivo
sull'ingresso di Sky nelle trasmissioni di contenuti sul digitale terrestre.
Altroconsumo sostiene che in Italia si ripropone ancora il duopolio
televisivo, un assetto anticoncorrenziale, e spiega: "RTI è ricorsa
al Tribunale dell'Unione europea, chiedendo l'annullamento della
decisione della Commissione europea che permette a Sky
di entrare nel digitale terrestre. Ma l'ingessatura del mercato delle
frequenze tv continua anche nei palazzi della Capitale. Il Governo, tramite
il ministro Romani, chiedendo un ulteriore parare al Consiglio di Stato, sta
rallentando l'avvio della gara per l'assegnazione delle nuove frequenze del
DTT, gara che vedrebbe partecipare anche Sky. Diversi attori istituzionali
in gioco, come l'Agcom, a cui è stato chiesto il parere dal Consiglio di
Stato, hanno dato risposte positive all'ingresso di Sky in quanto nuovo
concorrente nell'offerta in chiaro". È invece, denuncia Altroconsumo, un
"sistema malato" quello dove le sorti del mercato televisivo sono decise da
un'azienda privata.
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