Quando la musica non ha etichette nasce da talenti
che usano la passione come primo ingrediente. La bravura del chitarrista
americano Danny Gatton e del pianista George Winston. Una rubrica nuova,
che parla di musica, ma di quella vera.
L’ecletticità e gli
assoli di Danny Gatton accanto alla musica del pianista George Winston
sono i protagonisti del terzo appuntamento curato da
Gianni Giletti,
membro della Fraternità del Sermig di Torino che ospita anche il
Laboratorio del Suono. Una rubrica nuova, che parla di musica, ma non
della solita “sbobba” che troppo spesso subiamo dai mass-media; parliamo
di musica vera, che trasmette emozioni, che tocca il cuore e che non è
tanto conosciuta. Meglio, tentiamo ogni settimana di trovare un disco -
di ieri o di oggi - che ancora ci possa far sognare, spaziando un po' su
tutti i generi. Le caratteristiche che deve avere il "lettore tipo" sono
la curiosità e la ricerca della qualità della musica.
DANNY GATTON, 88 ELMIRA
ST - Elektra entertainment 1991
Che fenomeno! Non conoscevo Danny
Gatton prima che un amico mi portasse per sbaglio un suo cd. Ma
l'ascolto del primo pezzo "Funky mama" mi ha folgorato. Americano,
nativo di Washington, grandissimo chitarrista, capace di spaziare dal
rock al jazz, dal pop al country e al bluegrass, Gatton impressiona,
oltre che per la velocità di esecuzione (che non sempre e' sinonimo di
qualità) anche per l'inventiva dei suoi riff (brevi frasi melodiche) che
non si ripetono mai e sono spesso molto espressivi. Lo dico con
cognizione di causa, certi suoi assoli mi ricordano Hendrix, per la
furia e l'estro che esprime.
Fine disgraziata la sua: morto suicida a 49 anni, dopo una vita passata
sul palco. Ha formato la sua prima band a 14 anni, mostrando una carta
di identità falsa, suonando con gente che avrebbe potuto essere suo
padre. Lo nota un chitarrista americano mediamente famoso, Roy Buchanan,
che ne diventa amico e mentore. La carriera di Gatton va avanti con alti
e bassi ma non diventa mai un artista famoso. Ne approfitta per suonare
di tutto, con collaborazioni spesso su versanti musicali distantissimi.
Questo disco è stato il suo primo inciso da un major (che sarebbe come
dire il primo disco uscito dai confini degli addetti ai lavori) e Danny
ci ha messo dentro di tutto, come suo solito. E' un lavoro non molto
omogeneo, ma i vertici sono altissimi. Brani come "Funky mama", "Blues
Newburg" e l'ultima traccia "Slidin home", più alcune altre all'interno
del disco, lo descrivono come un chitarrista che straripa energia e buon
gusto, alternando riff straordinariamente veloci e swinganti con alcuni
lenti e romantici; in entrambi i casi, l'effetto è assicurato e il
divertimento anche. Per chi vuole approfondire, sul sito ufficiale
www.dannygatton.com, si trovano molte
informazioni e files audio e video da scaricare. Gatton è un artista
fortemente consigliato a chi ama la chitarra elettrica in tutte le sue
espressioni.
Ascolta una pillola
GEORGE WINSTON, NIGHT
DIVIDES THE DAY – THE MUSIC OF THE DOORS - Bmg 2002
“Dal giorno in cui ascoltai il mio
primo disco, seppi che volevo suonare. Quel disco era The Doors e l'anno
in cu lo ascoltai era il 1967”. Così ha raccontato George Winston,
autore di questo sorprendente disco di solo pianoforte... aspettate, non
dite niente, prima ascoltatelo. Anch'io pensavo che di non riuscire ad
ascoltare più di tre tracce di un disco con musica suonata da un solo
strumento... e invece mi sbagliavo!
Senza paura di sbagliare, possiamo definire George Winston uno dei più
grandi musicisti del nostro tempo, non tanto perchè dotato di chissà
quale sopraffina tecnica strumentale, ma per la sua sorprendente
capacità di comunicare con uno strumento solo - sia pure il pianoforte,
uno dei più completi – tutta la gamma di emozioni che generalmente da'
un disco suonato (e cantato) da più persone. Questa virtù, credetemi, è
sempre più rara in un ambiente musicale come quello attuale, dove si
moltiplicano e si affinano strumenti per far musica e spettacolo, cresce
a dismisura la tecnica strumentale e vocale dei musicisti, ma, ahimè,
diminuiscono in maniera drammatica idee nuove e la capacità di
comunicarle. Questo disco per fortuna non ha di questi problemi.
Sorprende (forse l'ho già detto?!) e spiazza. Spiazza chi lo ascolta, se
leggendo nel titolo “La musica dei Doors” si aspetta psichedelia e
chitarre distorte. Niente di tutto questo. Solo un pianoforte. E un
grande artista. Buon ascolto!
Qui puoi ascoltarne un assaggio
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