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Napoli è solo la punta dell’iceberg. L’Italia è una penisola
attraversata da montagne di spazzatura, ingentilita da pianure di rifiuti
tossici, percorsa da fiumi di liquidi nocivi e circondata da un mare di merda.
Napoli è ovunque. Discariche abusive, puzze insopportabili,
carogne a cielo aperto, veleni sversati nei campi sono una caratteristica del
paesaggio italiano. E’ sufficiente un giro in bicicletta fuori
porta per scoprire i nuovi tesori. Una macchina fotografica, una mascherina
contro gli odori pestilenziali. Tutti possiamo diventare cercatori di monnezza.
Napoli non è sola. Napoli è ovunque ci sia un’amministrazione pubblica corrotta.
Un partito che usa il voto di scambio per gonfiare le
assunzioni nelle società di raccolta dei rifiuti. Ovunque sia presente
un’azienda che paga dei criminali per buttare le scorie nei campi,
mescolati con la terra fertile. Napoli è ovunque i cittadini si voltino
dall’altra parte per paura, per indifferenza o per mancanza dello Stato. Ovunque
ci sia un sindaco, un assessore, un parlamentare che si faccia eleggere grazie
alle tangenti sui rifiuti o alla contiguità con le ecomafie.
La spazzatura è il simbolo della seconda Repubblica. L’ultimo e
più lucroso business dei partiti. Il pozzo nero di San Patrizio delle
concessionarie dello Stato, delle municipalizzate ripiene di funzionari
di partito quotate in Borsa. I partiti sono la vera piovra. Si sono divorati il
sistema industriale italiano. Gli rimane il business degli inceneritori e delle
discariche.
Napoli è a Castellamonte,
nel verde Canavese, con sindaci, dirigenti e impiegati dell’ASA,
azienda per il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, finiti sotto
inchiesta o agli arresti domiciliari. La Procura li accusa di aver disperso e
mescolato i rifiuti in terreni agricoli o stoccati in discariche abusive. Napoli
è in Piemonte dove, prima dell’esito dell’inchiesta: “I sindaci
sono schierati al fianco degli indagati” e: “I lavoratori sono solidali con i
vertici”.
Napoli è in Lombardia, nelle discariche di Gorla
Maggiore e di Olgiate. Nell’inchiesta
Monnezza Connection. I rifiuti provenienti dal Sud invece di essere
trattati erano mescolati con scarti industriali, tramutati nelle carte in
rifiuti non pericolosi e spediti a Grottaglie in provincia di
Taranto.
Napoli è nei
cinquecentomila metri cubi di spazzatura in una discarica abusiva in
Puglia che ha inquinato il fiume Cervaro.
Napoli è nel
degrado del Parco dell’Etna dove, più che la natura, sono protette le
discariche abusive, con un degrado spaventoso.
Basterebbero poche parole per cambiare tutto: “Raccolta differenziata” e “La
spazzatura è una risorsa”. La peste è intorno a noi. Napoli può
essere la tua terra, il tuo assessore, il tuo sindaco, il tuo partito.
Un’epidemia trasmessa dall’indifferenza.

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