No se ne sta
parlando molto, ma sono stati fatti i primi passi per sviluppare una rete di
centri di detenzione negli Stati Uniti.
Il 24 gennaio è stato
annunciato che
il Dipartimento per la sicurezza nazionale ha aggiudicato alla KBR,
un’affiliata della Halliburton un contratto da 385 milioni di dollari per
costruire centri di detenzione negli USA. Questi centri potrebbero essere
utilizzati per gli immigrati, per assistenza in caso di disastri o vagamente “…
per supportare il rapido sviluppo di nuovi programmi”.
Nel settembre del 2002, John Ashcroft
aveva addirittura parlato
di internamento di cittadini statunitensi che venivano considerati
“combattenti nemici”, e Peter Kirsanow della Commissione USA per i
diritti civili ha detto che “prevede uno scenario nel quale l’opinione pubblica
potrebbe richiedere campi di internamento per arabi statunitensi, se i
terroristi arabi dovessero attaccare nuovamente questo paese”. Se in futuro ci
sarà un attacco terroristico negli Stati Uniti “e i terroristi provengono dallo
stesso gruppo etnico che ha attaccato il World Trade Center, potete
dimenticarvi i
diritti civili”.
“Quasi sicuramente questi sono i preparativi per una maxiretata di
mediorientali, musulmani e forse dissidenti dopo il prossimo 11/9”
afferma
Daniel Ellsberg, un ex analista militare che nel
1971 ha
reso pubblici i Pentagon Papers, resoconto delle attività in Vietnam
dell’esercito USA. “Lo hanno già fatto su scala ridotta con le detenzioni a
‘registro speciale’ di uomini immigrati dai paesi musulmani e con Guantanamo”.
Si comincia a vedere questa notizia riportata da
numerose fonti
(1,
2,
3,
4,
5,
6,
7), ma
continua a non venire riportata dalle prime pagine dei giornali, nonostante non
siano solo musulmani e arabi ad essere
preoccupati e
a chiedersi quale emergenza potrebbe richiedere centri di detenzione. E cosa
sono questi
misteriosi
“nuovi
programmi”?
Credo che tutti gli statunitensi dovrebbero essere molto preoccupati. Potrebbero
arrivare prima da “qualcun altro”, ma questa è la direzione che ha preso il
nostro paese, chi sa dove andrà a finire.
Sheila Musaji è redattrice di
The American Muslim.
Fonte: http://www.altmuslim.com/
Link:
http://www.altmuslim.com/perm.php?id=1665_0_25_0_C
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da OLIMPIA BERTOLDINI
|