Il comico genovese stasera a Cagliari e domani ad Alghero «Basta! Mandiamo a casa questa classe dirigente»
CAGLIARI. «Basta, basta, basta... Può scrivere basta più volte che può? Perché, sa, della nostra classe dirigente non ne possiamo proprio più». Beppe Grillo torna in Sardegna, stasera alle 21.30 all’anfiteatro della Fiera di Cagliari e domani ad Alghero all’anfiteatro di Maria Pia, con il suo «Grillo is back», un work in progress che il comico genovese proporrà riveduto e aggiornato tenendo conto degli ultimi fattacci in tema di politica, economia e ambiente.
Raggiunto telefonicamente nella sua casa di Genova, Grillo risponde con la voce biascicata di chi ne ha le tasche piene delle solite manfrine politiche, ma non è stanco di battagliare. - Che spettacolo sarà quello di stasera? «Farò il curatore fallimentare: in questi ultimi due-tre mesi il Paese è cambiato. Ora che è affondato nel debito, il governo non sa fare di meglio che imporre modifiche traumatiche a chi è già indigente». - Ci risiamo: pagano i soliti e i privilegiati conservano il loro potere.
«Perciò dico che questa gente deve essere eliminata. Potrebbe farlo il Presidente della Repubblica, sciogliendo le Camere, ma non può perché è già sciolto lui...». - Che fare allora? «Il 10 settembre ci muoveremo con il mio movimento, andando in Parlamento a presentare le nostre proposte. Non si può pensare che siano gli italiani a fare sacrifici quando ci sono 1.850 persone che lavorano alla Presidenza della Repubblica contro le 600 di Buckingam Palace, o quando ci sono mille parlamentari, nominati dai segretari di partito, che sono contemporaneamente sindaci, assessori...
Questa gente deve stare fuori». - Vede dei passi verso il cambiamento? «La proposta di eliminare le nuove province mi vede assolutamente d’accordo. Ma tutto il resto non possono farlo i politici che abbiamo al governo, perché loro sono la causa dei nostri mali, non la soluzione». - A Cagliari pare sia arrivato il buon esempio: il neosindaco Massimo Zedda ha già tagliato sulle auto blu e sui compensi degli assessori. Anche a teatro ha deciso di pagarsi il biglietto, rinunciando ad averlo gratis.
«Sa che dico? Che è troppo tardi. Ora stanno tutti a dire “salto il pasto domenicale”, o qualcosa del genere, ma la verità è che bisognava pensarci prima». - Lei si è occupato della questione dei debiti degli agricoltori sardi. È sempre in contatto con loro? «Sì, ho seguito la questione insieme a Gavino Sale, anche se non conosco gli sviluppi degli ultimi tempi». - Il suo movimento ha attecchito anche in Sardegna, le amministrative però le avete perse.
«Con Sale volevamo fare una cordata, ma non è stato possibile: lui ha una visione più antica della politica. Noi chiedevamo di mettere nelle liste trentenni. Così, ognuno è andato per conto suo. E abbiamo perso entrambi». - È una critica a Sale? «Niente affatto: siamo sempre in buoni rapporti, condividiamo il programma, l’idea che il futuro, per l’Italia, sia il regionalismo.
Con lui andremo avanti». - Come vede la Sardegna? «Potrebbe vivere di bellezza, vento, energia, turismo, ma ancora non è valorizzata abbastanza. Fatelo voi prima che sia troppo tardi».
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