I consumi delle famiglie italiane resteranno
stagnanti ancora per diversi trimestri. I consumi finali nazionali
segnano infatti un meno 0,1% nel 2008; per il 2009, si prevedono pari a
zero; previsioni a più 0,9% solo per il 2010. Sono i dati che emergono dal
Rapporto Confesercenti-Ref "Il quadro macroeconomico per l'economia
italiana" presentato oggi.
Il quadro di partenza è quello di un 2008 caratterizzato
per l'Italia da "un valore sostanzialmente nullo nel tasso di crescita". Nel
panorama internazionale "l'Italia è l'unico paese la cui crescita nella
media del 2008 si posiziona su valori prossimi a zero". Mutui e inflazione
hanno eroso il potere d'acquisto delle famiglie. "I consumatori - rileva lo
studio - hanno risentito degli effetti dei rincari legati all'aumento dei
prezzi delle materie prime, che si sono sovrapposti al forte incremento
dell'onere per il servizio del debito avvenuto nel corso degli ultimi due
anni. La dinamica dei consumi ha risentito quindi del deterioramento del
potere d'acquisto delle famiglie".
Previsioni? Il 2009 "risulta in sostanza un anno di blanda
ripresa, con alcuni segnali di recupero, ma ancora insufficienti a
far sì che si materializzino le condizioni per un vero rafforzamento dei
ciclo". Le prospettive disegnate per l'Italia vedono un rientro
dell'inflazione dai valori massimi, ma a velocità incerta: "il tasso
d'inflazione italiano, dai massimi intorno al 4 per cento toccati nel corso
dell'estate 2008, si ritroverebbe su valori mediamente prossimi al 2.5 per
cento nel 2009 - rileva Confesercenti - Ma la discesa dell'inflazione è
ancora incerta sia nell'intensità che nella tempistica".
I consumi saranno ancora stagnanti per diversi trimestri.
"La reazione dei consumatori alla discesa dell'inflazione rappresenta a sua
volta un altro evento destinato a materializzarsi con lentezza - rileva il
rapporto - Soprattutto, le famiglie non hanno completamente trasferito sui
livelli di spesa i rincari del costo dei mutui e la maggiore inflazione, e
per questo stenteranno a portarsi su un sentiero di ripresa della spesa.
Inoltre, nel corso del 2008, e sino a inizio 2009, si andrà configurando un
quadro decisamente sfavorevole sul versante della crescita occupazionale,
con un probabile aumento del tasso di disoccupazione, che influenzerà
sfavorevolmente il clima di fiducia dei consumatori".
Forte la debolezza e segno negativo per gli alimentari.
"Va però anche ricordato - ricorda Confesercenti - lo shock specifico sui
prezzi di questi beni, che ha reso il consumatore più attento al costo dei
prodotti, e più propenso a modificare la composizione della propria
struttura di consumo, seguendo anche le promozioni e gli sconti ma anche
scendendo verso mix qualitativi differenti, basati su prodotti a più basso
valore unitario".
C'è più attenzione ai consumi di energia e riduzioni di
alcuni tipi di spesa, come i viaggi aerei. A rischio comparti come
l'abbigliamento, le automobili e l'elettronica di consumo. "In generale -
spiega il rapporto - il meccanismo in corso è quindi riassumibile come
segue: ai rincari dei prezzi degli alimentari e degli energetici segue una
perdita di potere d'acquisto che solo in parte è compensata dalle
contrazioni dei consumi di questo tipo di beni; l'impoverimento del
consumatore va quindi a condizionare anche gli acquisti nelle altre
tipologie di beni e servizi".
12/09/2008 ENERGIA. Nomisma: possibili nuovi rincari ad ottobre (VC, http://www.helpconsumatori.it)
Rischiano un nuovo pesante balzo le bollette di
luce e gas nel mese di ottobre. Secondo le stime di Nomisma
Energia, sulle bollette del metano dovrebbe abbattersi un rialzo del 6% e su
quelle della luce del 3,7%. L'ultima parola in materia spetta, ovviamente,
all'Autorità per l'energia, che entro fine mese renderà noto l'aggiornamento
tariffario ufficiale in vigore dal primo ottobre a fine anno. Ma se la stima
di Nomisma Energia fosse confermata dall'Authority, le famiglie dovranno
farei conti con un nuovo aggravio da oltre 81 euro su base annua: le
bollette della luce salirebbero, infatti, di oltre 18 euro l'anno mentre
quelle del gas subirebbero un aumento superiore ai 63 euro. Per la famiglia
'tipo', cioè con 3 kw di potenza impegnata, 225 chilowattora di luce
consumati in un mese e 1.400 metri cubi di gas 'bruciati' in un anno, si
tratterebbe del maggior aumento in termini di impatto di spesa media
annuale. Secondo l'Unione Nazionale Consumatori il rincaro
avanzato da Nomisma è del tutto verosimile. "Non bisogna mai
dimenticare - continua l'Unione Consumatori - un aspetto fondamentale della
bilancia energetica italiana: il fabbisogno di gas dipende per il 30/35 per
cento dal metano russo che arriva in Italia dalla Siberia occidentale
passando per l'Ucraina, i cui rapporti con il governo di Mosca sono molto
tesi. Cosa accadrebbe per l'Italia se la crisi tra Georgia e Russia si
estendesse proprio alla vicina Ucraina, eventualità purtroppo tutt'altro che
improbabile nell'attuale scenario geopolitico?".
"L'aumento della tariffa del gas - conclude l'Unione Consumatori
- è il prezzo della nostra debolezza energetica, che sarà possibile
affrontare efficacemente solo attraverso la progressiva diversificazione
delle fonti di approvvigionamento, la riduzione costante della dipendenza
dalle fonti non rinnovabili e massicci investimenti in quelle rinnovabili.
Comunque, in una situazione così difficile è prioritario tutelare le fasce
più deboli e perciò consideriamo apprezzabile l'iniziativa dell'Eni di
versare 200 milioni di euro nel fondo di solidarietà per i cittadini meno
abbienti".
12/09/2008 PREZZI. Ministro Scajola segnala all'Antitrust aumenti di prezzo del pane a Catania e Foggia
(GA, http://www.helpconsumatori.it)
Aumenti del prezzo del pane nelle province di
Catania e Foggia. E' quanto è emerso da un'indagine conoscitiva
condotta dal Garante per la sorveglianza dei prezzi, Antonio Lirosi, a
seguito di numerose lamentele da parte dei consumatori, arrivate attraverso
il numero verde delle Camere di Commercio e basata anche sulla
documentazione inviata dalle associazioni dei consumatori, che hanno
denunciato aumenti quasi contemporanei e della stessa entità del prezzo del
pane. Pur riferendosi a episodi ed ipotesi di intesa che
riguardano piccoli produttori e singoli Comuni, il Ministro dello
Sviluppo Economico Claudio Scajola ha ritenuto opportuno sottoporre alla
valutazione dell'Antitrust questi comportamenti perché, si legge nella
relazione del Garante, "potrebbero essere espressione di una prassi assai
diffusa fra i piccoli produttori di pane, soprattutto nel Mezzogiorno, di
concordare i prezzi di vendita. Una pratica che probabilmente è conseguenza
dell'eredità culturale del regime dei prezzi amministrati, operante fino al
1993, ma non per questo non meritevole di censura da parte delle
istituzioni, anche al fine di diffondere nel sistema una maggiore
consapevolezza sul rispetto delle regole di mercato e tutela dei
consumatori".
http://www.helpconsumatori.it
Archivio Moneta e Inflazione
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