Nel 2006 ogni mese una famiglia italiana ha speso
circa 2.461 euro, 63 euro in più rispetto all'anno passato (+2,6%). Lo rende
noto l'Istat, secondo il quale la voce che incide di più sulle uscite è
quella relativa ai generi alimentari e bevande, che rappresenta quasi il 19%
della spesa mensile totale. Stabili, rispetto al 2005, le spese per
abbigliamento e calzature, mentre continua ad aumentare la quota destinata
all'abitazione (che raggiunge i 639 euro al mese). La spesa varia
a seconda della zona geografica. Nel Nord la spesa media mensile
delle famiglie (2.786 euro) è superiore a quella del 2005 (2.689 euro)
mentre invariate sono le situazioni nel Centro e nel Mezzogiorno: la spesa
passa, rispettivamente, da 2.478 a 2.494 euro e da 1.913 a 1.952 euro. Nel
Nord la spesa per i generi alimentari è di circa 461 euro mensili (454 nel
2005), mentre quella per beni e servizi non alimentari a 2.326 euro mensili
(2.235 l'anno precedente). L'incremento si osserva nelle spese per
abitazione (comprensive di spese per utenze), per trasporti (sia pubblici
che privati), per istruzione (soprattutto rette, libri e trasporto
scolastico), per abbigliamento e calzature (in particolare per bambini e
ragazzi) e per altri beni e servizi (soprattutto vacanze, onorari
professionisti e mense scolastiche). Nel Centro, la spesa per alimentari e
bevande è pari a 474 euro mensili (467 euro nel 2005), quella per i non
alimentari passa da 2.011 a 2.020 euro, con aumenti importanti per le spese
destinate alla sanità, ai trasporti e all'istruzione. Al Sud la spesa per
beni e servizi non alimentari è stabile rispetto al 2005 (1.480 euro
mensili), mentre un aumento contenuto si osserva per le spese alimentari,
che passano dai 452 euro del2005 ai 472 euro (carne di vitello, manzo e
maiale, pesce e crostacei freschi, olio di oliva, patate, frutta e ortaggi).
Anche nel 2006 la spesa per generi alimentari e bevande
è rilevante: rappresenta il 19% della spesa mensile totale. Stabili,
rispetto al 2005, sono anche le quote di spesa totale che le famiglie
destinano all'abbigliamento e alle calzature, agli altri beni e servizi
(igiene personale, vacanze, onorari per professionisti, assicurazioni di
vario genere ad esclusione di quella per mezzi di trasporto, alle
comunicazioni, all'istruzione e ai tabacchi. Si conferma la diminuzione
della quota di spesa per arredamenti, elettrodomestici e servizi per la casa
(146 euro) e quella per tempo libero e cultura (110 euro). Diminuisce infine
la spesa per servizi sanitari (85 euro al mese). Oltre alla spesa per
trasporti, che raggiunge i 363 euro mensili (in aumento soprattutto quella
per trasporti pubblici, per carburanti e per manutenzione dei mezzi di
trasporto privati) continua ad aumentare, tra il 2005 e il 2006, la quota
per l'abitazione (che raggiunge i 639 euro al mese). Se si aggiungono le
utenze, anch'esse in leggero aumento (124 euro mensili), le spese per la
casa raggiungono il 31% della spesa complessiva.
Cambiano i consumi in base alla composizione familiare.
Nel 2006, la spesa media mensile totale varia da un minimo di 1.614 euro per
le famiglie composte da un solo individuo a un massimo di 3.167 euro per
quelle di quattro componenti. "Tuttavia - rileva l'Istat - le famiglie di
cinque o più componenti spendono, in media, meno di quelle composte da
quattro persone. Questo apparente paradosso è dovuto al fatto che le
famiglie più ampie, oltre a risiedere prevalentemente nel Mezzogiorno, dove
la spesa per consumi è più bassa, presentano un'incidenza di povertà
decisamente più elevata rispetto alle famiglie con un minor numero di
componenti". Per le famiglie di un solo individuo, l'abitazione è la prima
voce di spesa mensile: il 33,6%, contro il 20,1% osservato tra le famiglie
di cinque componenti e più. Le famiglie di anziani hanno livelli di spesa
molto più bassi di quelli delle famiglie con a capo un giovane o un adulto.
La presenza di figli in famiglia genera propensione all'acquisto di capi di
abbigliamento e calzature, un maggiore bisogno di spostarsi sul territorio
e, ovviamente, la necessità di affrontare spese destinate all'istruzione e
al tempo libero.
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