Il consiglio direttivo della Bce, riunito oggi a
Francoforte, ha deciso di rialzare di un quarto di punto il tasso
di rifinanziamento pronti contro termine, portandolo al 4%, il massimo da
quasi sei anni. Analogamente ha aumentato dello 0,25% anche il tasso sui
depositi e il tasso marginale, portandoli rispettivamente al 3% e al 5%. Si
tratta dell'ottavo graduale intervento rialzista nel corso di un anno e
mezzo.
L'aumento si ripercuote in maniera molto forte sui mutui fondiari
che vedono la rata aumentata di più di 1/3 nello stesso arco di
tempo. Lo sostiene Fabio Picciolini, Segretario Nazionale Adiconsum, che
aggiunge che la politica della BCE mette in crisi le famiglie e rallenta la
ripresa economica, colpendo in particolare i redditi dei giovani e delle
famiglie a basso reddito che sono state costrette ad accendere mutui a
lunghissimo termine 25/30 anni.
Il Segretario Nazionale ricorda che "il consumatore ha però oggi
una possibile alternativa utilizzando i mezzi messi a disposizione
dai vari Decreti Bersani che consentono di modificare il mutuo,
sostanzialmente senza costi di estinzione e di rinnovo".
L'associazione calcola che nel caso di un mutuo da 100mila euro
stipulato nel 2001 con durata quindicennale, la nuova rata sarà di
771 euro a fronte delle 762 di quella precedente; con durata ventennale 648
euro (638 euro); con durata trentennale 535 euro (522 euro).
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