Sono le famiglie "con bassi livelli di consumo",
ovvero quelle più povere, ad essere state più colpite
dall'inflazione nel 2006. Per loro lo scorso anno i prezzi sono infatti
aumentati del 2,85% mentre per tutte le famiglie italiane si è attestata
intorno al 2,5%. E' quanto emerge dalla nuova indagine condotta dall'Istat
sulla
dinamica dei prezzi al consumo relativa ad alcune specifiche
tipologie di famiglie. Nel corso dell'anno l'inflazione è stata più pesante
soprattutto nei mesi estivi, in coincidenza con l'aumento dei beni
energetici e quindi delle tariffe inserite nel capitolo abitazione. La
crescita dei prezzi per le famiglie con bassi consumi è infatti arrivata ad
agosto ad un picco del 3,5%. Considerando i metodi di calcolo utilizzati
dall'istituto di statistica appositamente per la nuova indagine,
l'inflazione 2006 per il totale delle famiglie italiane è stata pari al
2,5%.
Nel 2006 la penalizzazione subita dalle famiglie con bassi
livelli di spesa per consumi - spiega l'Istat - è da imputarsi in
gran parte al peso elevato che le spese per l'abitazione, e in particolare
quelle relative alle tariffe energetiche, hanno sulla loro spesa
complessiva. Infatti la forte crescita dei prezzi di beni e servizi compresi
nel capitolo relativo all'abitazione spiega il 57,9% dell'inflazione subita
nel 2006 dalle famiglie di pensionati con bassi livelli di spesa per consumi
e il 45,9% di quella relativa al complesso delle famiglie con bassi livelli
di spesa per consumi contro ad un 32,8% relativo al complesso delle
famiglie. Nel 2005 la spesa famigliare media mensile è stata pari a 1.831
euro, rispetto a questo dato è poco distante quello delle famiglie in
affitto o in subaffitto che mensilmente spendono 1755 euro, mentre le
famiglie di pensionati hanno una spesa di 1209 euro, le famiglie con basso
livello di spesa per consumi 721 euro e infine, quelle di pensionati con
basso livello di spesa per consumi è pari a 508 euro. Sempre nel 2005 il
peso relativo al capitolo prodotti alimentari è pari al 23,6% della spesa
per consumi nel complesso delle famiglie, ma raggiunge il 42% per le
famiglie di pensionati con basso livello di spesa per consumi. Mentre il
capitolo abitazione, acqua, elettricità e combustibili, corrisponde ad una
spesa media del 13,1% per il totale delle famiglie ma raggiunge il 25,6% per
le famiglie in affitto o subaffitto. Passando alla spesa per la salute, che
incide per il 5% nel complesso delle famiglie, il dato più alto si registra
nelle famiglie di pensionati con un 7,7%.
Al settore dei trasporti, poi, va il 14,3% della spesa di tutte
le famiglie, mentre i dati delle tipologie analizzate rimangono
sotto questa percentuale con il livello più alto raggiunto dalle famiglie in
affitto o subaffitto (12,5%). Emerge quindi che per le famiglie con basso
livello di spesa per consumi in larga misura la spesa si concentra sugli
alimentari (42%) e sulle abitazioni (21%). Nel complesso del periodo
2001-2006 i tassi cumulati di inflazione calcolate per le diverse
sottopopolazioni non risultano sostanzialmente differenti. Per il complesso
delle famiglie è pari al +15,41%, per le famiglie con basso livello di spesa
per consumi +15,76%, per le famiglie in affitto o subaffitto +15,56%, per le
famiglie di pensionati +15,27% e, infine, per le famiglie di pensionati a
basso livello di spesa per consumi +15,25%.
Adiconsum apprezziamo l'impegno dell'Istat nel recepire le
proprie richieste di un paniere più appropriato ai consumi delle
famiglie più povere. I risultati emersi evidenziano un'inflazione
leggermente superiore alla media, ma che si annulla sul lungo periodo. Ciò è
positivo, ma non è sufficiente, e soprattutto non spiega le differenze tra
inflazione percepita ed inflazione rilevata. Secondo l'associazione,
infatti, il punto è un altro ed è il c.d. "ribasamento".
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