Confcommercio e Censis hanno presentato questa mattina l'Outlook
Censis-Confcommercio, un osservatorio permanente sui consumi
per monitorare, a cadenza trimestrale, come spendono le famiglie italiane,
le loro aspettative per il futuro e il clima di fiducia del Paese.
Oltre il 60% delle famiglie non ha modificato il proprio livello di
consumi nel corso dell'ultimo anno e il 15% li ha ridotti. E'
quanto emerge da un'indagine realizzata da Confcommercio e Censis nel corso
degli ultimi 12 mesi e che, secondo l' organizzazione dei commercianti,
testimonia una crescita "al rallentatore" dell'economia. Dalla ricerca
emerge inoltre che il 20% dei nuclei familiari dichiara di aver incrementato
il livello di spesa, dato che secondo Confcommercio va interpretato per
alcune tipologie di famiglie, come un maggiore esborso dei consumi
incomprimibili.
Più nel dettaglio, per quanto riguarda i tre gruppi presi in
considerazione, si va da un 73,2% che non ha variato il livello dei
consumi; un 15,8% che lo ha ridotto e un 21% che lo ha aumentato nel terzo
trimestre del 2005, a un 74,4% con consumi stabili, un 15,1% con consumi in
contrazione e un 20,5% con consumi in aumento nel secondo trimestre 2006.
Per quanto riguarda le famiglie che nel corso dell'ultimo anno
non hanno incrementato i consumi, questa quota tende ad aumentare
nell'ultimo trimestre di rilevazione (64,4% contro il 62% del periodo
precedente). Per quanto concerne il 15% delle famiglie che hanno ridotto i
consumi, la percentuale aumenta per lo più per i monogenitori con figli
(23%) e le coppie con più di un figlio (18%) accomunati da livelli di
reddito piuttosto contenuti. Percentuali lievemente più basse di famiglie
che hanno ridotto i consumi, si riscontrano anche tra persone con un reddito
medio (14,3%) e medio alto (13,1%). All'interno della percentuale di
famiglie che ha incrementato i consumi si ritrovano sia coloro che hanno una
maggiore propensione al consumo dovuta a maggiori possibilità economiche (vi
rientra il 18,4% delle famiglie con oltre 3mila e cento euro di reddito),
sia coloro che appartengono alle fasce di reddito medio e medio-basso (il
25,2% delle famiglie con redditi fino a mille euro). Per queste ultime
verosimilmente l'aumento dei consumi, sta ad indicare un maggiore esborso
per spese incomprimibili. Quanto all'analisi territoriale, si riscontra una
maggiore vitalità dei consumi soprattutto nel nord-ovest e nel Mezzogiorno.
Il nord-ovest e il Mezzogiorno risultano le aree moderatamente
più dinamiche nell' andamento dei consumi. In particolar modo, per
quanto riguarda il secondo trimestre 2006 rispetto al periodo precedente, a
nord-ovest risulta del 65,4% la quota delle famiglie che dichiara consumi
stazionari, del 23,8% quella che dichiara consumi in aumento e del 10,7% la
quota di famiglia che afferma di aver diminuiti i consumi. Per queste tre
categorie di rilevazione le percentuali registrate a nord-est sono
rispettivamente del 66,2%, del 18,7% e del 15,2%. Al centro sono del 64,4%,
del 18,5% e del 17,1%. Al sud e nelle isole, infine, sono del 62,4%, del
20,1% e del 17,5%.
Negli italiani rimane costante la percezione di prezzi in
crescita. Più della metà delle persone intervistate ha lamentato
spese bancarie eccessive, oltre all' incremento costante delle tariffe per
le utenze domestiche e costi in crescita del carburante. Per queste ultime
voci di spesa, nei quattro differenti trimestri di rilevazione (terzo
trimestre 2005 - secondo trimestre 2006) la percentuale di chi ha lamentato
incrementi di prezzi e tariffe é aumentata, cogliendo l' effettivo
surriscaldamento registrato dal carburante e dai prezzi praticati sulle
utenze di energia elettrica e gas. Confcommercio e Censis fanno notare che,
se nella prima rilevazione effettuata nel terzo trimestre 2005 il 69% delle
famiglie intervistate aveva percepito in aumento le tariffe delle utenze
domestiche, questa percentuale è salita all' 83% nel corso dell' ultima
rilevazione, aumentando di 14 punti percentuali nell' arco di 12 mesi.
Inoltre la percentuale di chi ha segnalato incrementi nelle spese di
trasporto pubblico e del carburante è passata, nello stesso periodo, dal 74%
all' attuale 87%. La percentuale di chi ha segnalato spese su conto corrente
in aumento è passata dal 47% al 55%.
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