Cina, Siria, Cuba e Corea del Nord. Sono questi i
paesi in cui la libera diffusione dell'informazione appare più
ostacolata. Secondo il rapporto 2007 della Freedom House, l'anno passato
mostra ancora notevoli difficoltà per la circolazione delle notizie,
specialmente in Asia, nelle nazioni dell'ex Unione Sovietica ed in America
Latina. Se ne discute oggi, in occasione della Giornata mondiale per la
libertà di stampa. Quest'anno, per la prima volta, la celebrazione per
l'evento curato dall'Unesco, ha luogo a Medellin, in Colombia. In Italia la
Free Lance International Press ha organizzato una manifestazione a Roma,
presso la Fondazione Europea "Dragan". A rischio, in ogni parte
del mondo, non solo l'informazione su giornali e tv, ma anche via
internet. E, nella classifica della Freedom House, fra le posizioni più
basse compaiono nazioni apparentemente libere, come Brasile, Messico,
Turchia Romania ed Argentina. In testa all'elenco Finlandia ed Islanda, a
pari merito: sono le due nazioni in cui l'informazione è più libera al
mondo. Seguono Belgio, Danimarca, Norvegia e Svezia. Fra le prime dieci
anche Lussemburgo e Svizzera (7°posto), e Andorra, Olanda e Liechtenstein
(9° posto). Germania e Stati Uniti sono 16°, San Marino 22°.
Rispetto agli anni precedenti migliora la sua posizione l'Italia,
finalmente inserita nell'elenco dei Paesi che godono di una
informazione libera. Il nostro Paese "era l'unico membro dell'Unione Europea
- si legge nel rapporto della
Freedom House - ad apparire nella categoria dei Paesi 'parzialmente
liberi', ed è stata promossa nel 2006 soprattutto in conseguenza della fine
dell'incarico di presidente del Consiglio del magnate dell'informazione
Silvio Berlusconi". Attualmente occupiamo la 61° posizione, a pari merito
con Israele, Capo Verde, Guyana e São Tomé e Principe. Davanti all'Italia si
trovano Giamaica Costa Rica, Belize, Suriname, Trinidad e Tobago, Ghana e
Guyana.
Fra i 195 Paesi analizzati dal rapporto, all'ultimo posto si
colloca la Corea del Nord, con Libia e Cuba penultime, al 191mo
posto. Posizione 181, a pari merito, Cina, Iran e i Territori Palestinesi.
Dura la valutazione della libertà di stampa anche per la Russia del
presidente Vladimir Putin (164°), dietro persino al Venezuela di Hugo Chavez
(161°), all'Iraq del post Saddam Hussein, (posizione 158), ed
all'Afghanistan post talebano (154°).
La libertà di stampa si scontra spesso con la repressione più
violenta. Lo sottolinea lo studio di Reporter Sans Frontieres,
secondo il quale i giornalisti sono vittime di rapimenti, torture o
uccisioni in molti paesi del mondo. Fra le zone più a rischio il Medio
Oriente, l'America Latina e l'Africa dove, per Freedom House, il 96% della
popolazione vive in paesi senza libertà d'informazione. "Qui - denuncia
Reporter Sans Frontieres - gli assassini dei giornalisti (in Gambia come in
Burkina Faso, nella Repubblica democratica del Congo come nei territori
palestinesi) beneficiano quasi sempre della protezione dei governi".
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