Un sito permette la pubblicazione di documenti “top secret”
in forma anonima
di Elizabeth Williamson - www.washingtonpost.com
Traduzione di Valeria Noli per Cani Sciolti
Sei un dipendente del governo cinese appena entrato in possesso di un appunto
che svela il vero volto del regime. Senza una rete di media indipendenti intorno
a te, come diffondere il documento senza finire in prigione o anche peggio?
www.wikileak.org è un
sito web che permette a chi è in possesso di documenti incriminanti,
potenzialmente utili o semplicemente scottanti, di renderli pubblici senza
correre il rischio di essere identificato. Modellato sull’enciclopedia
partecipativa Wikipedia, dovrebbe essere online entro due mesi.
James Chen, uno degli amministratori del sito, ha detto che, nonostante il
tentativo di non lasciar trapelare le notizie fino al lancio ufficiale, i
risultati su Google sono passati, in pochi giorni, da circa otto a più di
20mila.
“Così come avevamo immaginato, anche se molto prima del previsto, Wikileak sta
diventando un movimento internazionale di persone che intendono agevolare
eticamente la diffusione di notizie segrete con una visione di trasparenza
istituzionale,” ha detto.
Le FAQ sono scritte in vivace stile dissidentese: “Ciò che la coscienza
non può sopportare, e il segreto istituzionale ingiustamente nasconde, Wikileak
è in grado di diffonderlo nel mondo” e il sito ha come obiettivi i regimi
dell’Asia, dell’Africa sub sahariana e del Medio Oriente, ma non solo. È stato
fondato e in parte finanziato, dicono i fondatori, da dissidenti, matematici e
tecnologi cinesi, americani, taiwanesi, europei, australiani e sudafricani.
Funziona grazie a una rete mondiale di volontari e collaboratori, che curano e
inviano le informazioni resistendo ai tentativi di chiusura. Per proteggere chi
invia i documenti, e il sito stesso, la rete Wikileak utilizza software
codificati e programmati in proprio, combinati, per i techies esterni,
con versioni modificate di Freenet e PGP.
“Credo che sia uno sforzo interessante,” ha detto Steven Aftergood, fautore
dell’open government, che gestisce il blog della Federazione degli Scienziati
Americani sulle notizie segrete.
“È importante che l’attenzione di Wikileak si concentri su società relativamente
chiuse anziché sugli Stati Uniti o sull’Europa, che sono dotate di un sistema
mediatico piuttosto robusto. Ci sono le potenzialità per fare la differenza,” ha
detto.
Ma, per il momento, Aftergood ha rifiutato l’offerta di entrare nel gruppo dei
consulenti di Wikileak.
"Voglio vedere come partono e in quale direzione vanno,” ha detto “Rivelazioni
indiscriminate possono essere altrettanto pericolose di un’indiscriminata
segretezza”
L’idea che un piano di difesa nazionale possa automaticamente scattare, come un
segnale di “email ricevuta”, contemporaneamente e in tutto il mondo, è
raggelante. Così, pure, la possibilità, per un criminale, di fare danni
diffondendo indiscrezioni, vere o false, su documenti segreti.
“Se nell’intero processo non sono previste forme di tutela redazionale, questo
potrà essere facilmente sabotato. Era questa la preoccupazione che volevo
sottolineare,” ha dichiarato Aftergood. “Vedremo”.
Gli amministratori di Wikileak dicono che il sito sarà in grado di
auto-regolamentarsi. “Wikileak aprirà alla sua comunità di operatori un forum
globale in cui saranno inesorabilmente esaminati tutti i documenti, in termini
di credibilità, plausibilità, veridicità e falsificabilità,” hanno risposto alle
email che sollevavano la questione.
“Su un documento trapelato dall’amministrazione cinese, l’intera comunità dei
dissidenti cinesi potrà liberamente effettuare analisi e discussioni; un
documento divulgato in Somalia potrà essere analizzato e contestualizzato
dall’intera comunità di dissidenti somali. E così via.”
Siccome gli amministratori del sito sono sparsi in tutto il mondo, “Nello
sfortunatissimo caso in cui fossimo costretti a censurare i contenuti del sito,
molti altri collaboratori continueranno il lavoro in altre aree.”
È possibile prendere visione del primo dei documenti di Wikileak, che porta lo
strampalato titolo “Decisioni segrete” ed è firmato dall’ufficio del capo degli
Imam dei tribunali Islamici somali, su
http://www.wikileaks.org/inside_somalia_v9.html
fonte: Washington Post - Lunedi, 15 gennaio 2007
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