La teologia della vocazione universale alla santità, disse l'allora
cardinal Luciani (poi
Giovanni Paolo I) "aveva insegnato oltre trecento anni prima S. Francesco
di Sales... Anche questi propugna la santità per tutti, ma sembra insegnare
solo una «spiritualità dei laici», mentre Escrivá vuole una «spiritualità
laicale». Mentre Francesco di Sales suggerisce quasi sempre ai laici gli
stessi mezzi praticati dai religiosi con opportuni adattamenti, Escrivá è più
radicale: parla addirittura di "materializzare" - in senso buono - la
santificazione. Per Escrivá è lo stesso lavoro materiale che deve trasformarsi
in "preghiera e santità".
Durante un'udienza a
Castelgandolfo nell'agosto
del 1979, papa
Giovanni Paolo II disse ai membri dell'Opus Dei: "Grande ideale,
veramente, il vostro, che fin dagli inizi ha antecipato quella teologia del
Laicato, che caratterizzò poi la Chiesa del
Concilio e del post-concilio. Tale infatti è il messaggio e la
spiritualità dell'Opus Dei: vivere uniti a Dio, nel mondo, in qualunque
situazione, cercando di migliorare se stessi con l'aiuto della grazia, e
facendo conoscere Gesù Cristo con la testimonianza della vita".
Nell'articolo "Lasciare operare Dio", l'allora cardinale
Joseph Ratzinger e prefetto della
Congregazione per la Dottrina della Fede (e futuro papa
Benedetto XVI), scrisse su san Josemaría Escrivá e l'Opus Dei a proposito
di "un concetto sbagliato della santità", quello in cui "la santità allora
diventa una cosa riservata ad alcuni grandi, e che sono tutt'altro
rispetto a noi normali peccatori. Ma questo è un concetto sbagliato di
santità, una percezione errata che è stata corretta proprio da Josemaría
Escrivá. Essere santo è nient'altro che parlare con Dio come un amico parla
con l'amico"[2].
Alcuni autori[3]
hanno confrontato la concezione dell'etica del lavoro promossa dall’Opus Dei
in ambito cattolico con quella sostenuta dal
calvinismo in ambiente protestante, analizzata nel suo classico di
sociologia della religione da
Max Weber:
la specifica novità dell'Opus Dei sarebbe rappresentata, secondo tale
interpretazione, dall’affermarsi di un pensiero cattolico originale in tema di
teologia del lavoro, differente dalla dottrina sociale della Chiesa nata a
fine
Ottocento, che, di fatto, sarebbe divenuto sistematico solo con
papa Giovanni Paolo II. Una tale concezione fu prodotta dallo stesso
fondatore dell’Opus Dei, san Josemaría Escrivá de Balaguer, a partire dagli
anni Trenta
ed è stata gradualm
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