L’11 settembre 1990 George Bush dichiara ufficialmente il “Nuovo Ordine
Mondiale", ossia l’inizio di una guerra perpetua per la rapina delle
risorse, delle ricchezze e della sovranità dei popoli, che vengono
infatti privati dell’identità di Stato-Nazione.
Ecco ciò che è stata la guerra del Golfo del 1990, una guerra
premeditata Machiavellicamente che si atteggia a crociata moderna per
coprire gli enormi interessi finanziari, politici e militari delle logge
massoniche.
Prima del ritiro dell’esercito di Saddam Hussein dai territori del
Kuwait più di 1164 pozzi di petrolio sono stati incendiati, circa il 10%
delle riserve mondiali, che se non sedati avrebbero provocato una
catastrofe ecologica, economica ed energetica quasi planetaria. Un
disastro che può tuttavia trasformarsi in un business che vale il Pil
dell’economia di uno Stato, se si pensa ai guadagni derivanti dallo
spegnimento e dal recupero dei pozzi incendiati, e dei “risarcimenti”di
guerra pagato, ovviamente in petrodollari, dallo Stato sconfitto con
l’indebitamento del popolo. E così il 25 settembre 1989 il signor Adel
M.K Kharafi, Amministratore Generale della P.B.E. OIL SA , firmò un
contratto per lo spegnimento dei pozzi di petrolio in Kuwait, che un
probabile “intervento” avrebbe senz’altro incendiato.
Dopo l’incendio dei pozzi del Kuwait, nel 1991 Joseph FERRAYE progetta
due sistemi rivoluzionari di
estinzione per asfissia del fuoco e di
blocco del petrolio, che associati consentono non solo di ridurre di
20 000 volte il tempo per spegnere l’incendio, ma anche di evitare la
riesplorazione dei pozzi in quanto la produzione e la riutilizzazione
del fluido poteva riprendere rapidamente. Ferraye registrò i brevetti
dei suoi sistemi presso l’Istituto Nazionale della Proprietà
Industriale, allora diretto dal ministro Dominique Strauss-Rhan. Ben
presto fu contattato dalle Autorità del Kuwait su istruzione dell’ emiro
Jaber Al Ahmad AL SABAH, che intanto era in buoni contatti con
Strauss-Rhan: Ferraye mostrò i progetti dei suoi rivoluzionari sistemi
che gli sarebbero valsi più di 34 miliardi di dollari. In quell’occasione
ne rivelò la tecnologia e chi ascoltava aveva già mosso tutte le pedine
giuste per rubare quei brevetti dall’incredibile valore potenziale. E
infatti, mentre i due brevetti vengono depositati tra l’aprile e maggio
1991 presso l'INPI, l'estensione del brevetto ad una valenza
internazionale viene fatta per evitare la successiva registrazione a
nome di Ferraye. Strass-Khan si impossessa dei brevetti di estinzione e
blocco, sottoscrivendo subito concessioni a imprese private per
l’estinzione dei pozzi, e cancellando qualsiasi legame con l’INPI grazie
all’intervento del primo ministro francese Rochard, e poi ,Edith Cresson
che lo sostituirà al governo, e verrà successivamente nominata
Commissionaria dell’Unione Europea.

Inscenata la rapina, bisognava ottenere i fondi versati dal Kuwait e
deviarli attraverso Banche e Istituti di credito che potessero dunque
riciclare quel denaro e opportunamente segregarlo:
88 miliardi di dollari è la cifra
versata dal governo del Kuwait per l’utilizzazione dei sistemi di
Ferraye, fermo restando che questa cifra è solo un’anticipazione dei
Principi su quanto poi l’Iraq dovrà pagare. L’operazione viene portata a
termine grazie a due avvocati di Ginevra, Marc Bonnat e Warluzel, e un
notaio, Sirven che per il gran servigio prestato allo Stato gli è valso
la nomina da parte di Chirac di cavaliere della Legione di onore in
qualità di dirigente della ELF, mediante la quale, infatti, una grande
parte dei fondi è stata occultata. Gran Cavaliere verrà nominato anche
l’avvocato Marc Bonnat, in un momento in cui in Svizzera ricompare
l’affare Ferraye, forse come protezione o ricompensa presidenziale .
In tale contesto si innesta non a caso il progetto dell'ONU “Petrolio
Contro Cibo” come mezzo di riciclaggio dei petrodollari.
Ma dove sono andati a finire i miliardi di dollari pagati dal Kuwait?
Dopo aver pagato governi, giudici, intelligence e avvocati, che non
hanno raccolto che le briciole delle colossali cifre della truffa, chi
ha i soldi del Kuwait? Sono lì, nei forzieri svizzeri, ben protetti
dall’Onu e dal suo procuratore, Carla del Ponte, dall’Europa fatta dai
Banchieri, che emana direttive per limitare il potere di istruttoria
degli Stati, per negare le rogatorie e impedire di andare a spulciare
gli archivi e i dossier.
Viene creata una fitta rete bancaria di holding e società bancarie “a
tempo”, nate come funghi nei lontani paradisi fiscali per fungere da
scatola cinese e far smarrire il percorso e la destinazione dei fondi.
Le informazioni che abbiamo le dobbiamo alle indagini di uomini
coraggiosi, come Levavasseur Daniel morto poco prima del giorno in cui
avrebbe dovuto incontrare Ferraye per consegnagli i documenti e i
rapporti delle sue indagini che avrebbero consentito una prima svolta
per smascherare l’intero sistema, e far cadere governi, giudici e
avvocati da quattro soldi.
Un affare colossale che è costato un “contratto” per uccidere la
Famiglia Ferraye e tutti coloro che si fossero avvicinati alla verità o
a quei documenti.
Le logge massoniche hanno dettato il “nuovo ordine”, dinanzi al quale si
scontra l’impotenza dell’uomo, del popolo, dello Stato, ormai comprato
anch’esso. L’Iraq come la Jugoslavia, l’Iran come l’Afganistan: migliaia
di vittime decretate da un contratto, da un indice di borsa, dagli
interessi dei potenti per tenere imbavagliata e imprigionata l’umanità.
Archivio Massoneria