E' quanto si deduce da cio' che e' accaduto in un liceo di Torino dove
Silvio Viale, medico gia' noto per essere uno dei pionieri della pillola
abortiva RU486, ha tentato di stimolare il confronto sull'eutanasia con la
presentazione di un filmato. Invece del confronto fra il ginecologo torinese
e don Giuseppe Zeppegno, teologo della curia della medesima citta', gli
studenti del liceo Einstein hanno solo potuto prendere atto di una
cancellazione all'ultimo minuto, probabilmente frutto di un'istituzione
imbarazzata ed intimorita. E fin qui niente di nuovo: l'esercizio del libero
pensiero e del libero confronto non e' spesso all'ordine del giorno delle
nostre scuole superiori; bastano -cosi' pare- i libri di testo.
Sorprende pero' che questo episodio, al di la' della cronaca, non abbia
stimolato un confronto intenso, anche in virtu' della presentazione di
un progetto di legge da parte del nuovo gruppo politico della “Rosa nel
pugno”. Condanne sotto forma di dichiarazioni, si', diverse, ma quasi niente
confronto. Abbiamo letto di “lezioni di morte”, di “dottor Morte”, dando
l'impressione che fosse indegna di attenzione ogni opinione diversa, a
parte, ovviamente quella dei “soliti noti” (radicali, socialisti, liberal
piu' meno tali e dichiarati, etc...). E la cosiddetta gente comune?
Inesistente! A parte un timido sondaggio dell'Eurispes tra i cattolici, che
da' il 38% di favorevoli (il 48% contrari) all'eutanasia: una percentuale
incredibile se commisurata al livello di informazione in materia che
circola.
Crediamo che l'assenza di dibattito non sia altro che la manifestazione
di un'assordante assenza di idee. Solo questo potrebbe spiegare il
non-confronto.
Stando alle dichiarazioni dei contrari dei -anche qui- “soliti noti”, che
bollano i favorevoli come amanti della morte, ci domandiamo: come si
fa a credere che ci sia qualcuno che ami la morte a dispetto della vita?
Per capire il contesto in cui ci stiamo muovendo ci dovremmo chiedere: come
mai la Corte Suprema degli Usa (con nove membri su nove di dichiarata
fede cristiana) ha confermato la legittimita' della legge dello Stato
dell'Oregon che ammette il suicidio assistito da parte un medico? Come e'
possibile che l'eutanasia sia legale in Paesi europei quali l'Olanda ed
il Belgio? Sono usciti di senno loro, o forse e' arrivata l'ora di
rimettere in discussione convinzioni tipiche di una societa' confessionale
che fondava il rapporto con i cittadini e gli individui sulla base di
ignoranza, non-informazione, non-consapevolezza?
Non vogliamo trasformare la nostra opinione a guisa di modello per il
futuro, ma l'esigenza e il dovere di parlarne -soprattutto a scuola- ci
sembra proprio il minimo per una societa' che non ha paura e che nasconde
sempre negli armadi tutto cio' che non capisce.
Archivio Malattie
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