«La camorre ha due facce, una
territoriale e l%u2019altra transnazionale», l%u2019analisi del
procuratore aggiunto della Dda Franco Roberti nel gruppo di lavoro
Economia illegale ed economia legale agli Stati generali
dell%u2019Antimafia / di GENNARO BUONAURO «Bisogna creare meccanismi sanzionatori
verso gli istituti di credito, controllare le partite iva, monitorare i
flussi transnazionali illeciti» ha detto il Pubblico ministero di Roma Luca
Tescaroli oggi a Contromafie durante il gruppo di lavoro Economia illegale
ed economia legale. A questo va aggiunta «una struttura che gestisca i beni
confiscati, colmare le inerzie sulla mancata ratifica della convenzione Onu
sui crimini internazionali e razionalizzare le risorse degli uffici della
procura. Tutto questo al fine di prosciugare le risorse finanziarie delle
associazioni mafiose».
Tescaroli ha posto l’accento sugli uomini cerniera: «Sono politici,
banchieri, professionisti il cui scopo è quello di mascherare operazioni di
riciclaggio; il loro contributo all’associazione mafiosa è fondamentale. Un
esempio per tutti, Michele Sindona. Purtroppo, questi concorrenti esterni
non sono equiparati ai mafiosi nell’attribuzione delle pene». Francesco
Giuffrida, consulente tecnico della Banca d’Italia ricorda che «l’istituto
per cui lavora ha costruito un decalogo sulle operazioni sospette per
raccordarsi con le aziende di credito». Infatti, le banche devono valutare
il cliente e segnalare, se necessario, l’attività illecita. «Il punto debole
– continua Giuffrida - è il coordinamento delle informazioni che non può
essere più individuale (sulle singole iniziative giudiziarie), bisogna
fornire un quadro generale sui flussi finanziari dei mafiosi». Conclude
Giuffrida suggerendo «la necessità di coordinamento tra le istituzioni e la
creazione di un’unità antiriciclaggio con caratteristiche di autonomia e
indipendenza». A rappresentare il governo Rosa Rinaldi, sottosegretario al
Ministero del Lavoro: «Sono qui perché il sommerso ed il lavoro nero sono
strettamente connessi all’economia illegale». Parla della rete del
caporalato nel lavoro agricolo e cita il libro “Gomorra” annunciando che
cercherà di contrastare l’economia sommersa a partire dal settore tessile.
Il professore D’Agostino suggerisce lo snellimento del sistema normativo
italiano e parla del Sistema Europeo dei Pagamenti che nasce nell’ottica di
contrastare il riciclaggio: «è un accordo tra le banche che entrerà in
vigore nel 2008. Non prevede l’uso della moneta così da favorire il
controllo delle operazioni bancarie. Il problema è che nessuno lo conosce».
Il professore Angelici, invece, difende in parte la normativa sul
riciclaggio. Ammette che è imperfetta ma sostiene che spesso è
l’interpretazione della stessa ad essere sbagliata. «Non possiamo e non
dobbiamo aspettare la formazione di nuove norme in materia. Ognuno deve fare
la propria parte».
«La camorra presenta due facce: una tipica dell’insediamento
territoriale, l’altra, peculiare, le permette di muoversi con estrema
agilità nel sistema criminale transnazionale», così Franco Roberti
(procuratore aggiunto Dda Napoli). Continua dicendo: «La camorra non fa
usura ma un esercizio abusivo del credito spesso a tassi concorrenziali
rispetto alle banche». In generale ricorda che: «chi delinque sceglie di
farlo in seguito ad un’analisi costi/benefici. Il traffico dei rifiuti,
soprattutto quelli speciali, è stato alimentato proprio dalle imprese a cui
conviene smaltirli per via illecita». Conclude criticando il sindaco di
Napoli, la quale ha rimproverato i giornalisti per aver danneggiato
l’immagine di Napoli: «Significa che non c’è la volontà politica di cambiare
le cose».
Mario Vandano è un magistrato dell’Ufficio europeo antifrode e anticrimine (Olaf).
Descrive la struttura di cui fa parte: «ha compiti amministrativi ma anche
di investigazione. L’aspetto peculiare è che, a differenza dell’Italia, gli
investigatori non hanno limiti nell’accedere alla documentazione commerciale
e contabile di qualunque operatore che abbia relazioni con gli istituti da
essi indagati».
Infine, Ernesto Nardo della Dia, parlando di sequestri, ci tiene a precisare
che tra sequestro e confisca c’è differenza: «il sequestro è ciò che si
constata e la confisca è ciò che effettivamente diventa dello Stato». La Dia
controlla le grandi opere. «Oggi il grande lotto viene appaltato da un solo
soggetto, il quale, a sua volta, si avvarrà di altri che dipendono
esclusivamente da lui e questo può essere un problema, come lo può essere la
finanza di progetto con cui si utilizzano soldi di privati». La Dia si
occupa anche del monitoraggio dei flussi finanziari. Il magistrato dice che
stanno cercando di costruire una banca dati per controllare i movimenti di
chi lavora nel settore delle grandi opere eliminando i contanti per far
restare traccia dei movimenti. Potrebbero prendere spunto dal sistema
europeo di cui parlava D’Agostino, peccato che non lo conosca nessuno.
19/11/2006 Archivio Contromafie
Archivio Mafia
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