Libera e Legambiente contro
l'illegalità ambientale. Il ruolo della criminalità organizzata e il
business delle ecomafie. Fontana: «urge un codice contro le ecomafie» /
di STEFANIA BIZZARRI (Narcomafie) «Il vento dell’illegalità ambientale
soffia sempre più forte, un vento che gonfia le vele dei criminali e
ammorba ogni angolo del pianeta». È questo, in sintesi, il giudizio di
Legambiente sulle ecomafie, neologismo che comprende il vasto mondo della
criminalità che lucra grazie al traffico nazionale e internazionale di
rifiuti, al ciclo del cemento, al racket degli animali, alle archeomafie
(l’aggressione al patrimonio artistico nazionale). Di ecomafie e delle
ricadute sul piano economico e sociale si è parlato oggi nelle seconda
giornata degli Stati Generali dell’Antimafia, nel gruppo di lavoro
coordinato da Enrico Fontana, responsabile del settore ambiente e legalità
della storica organizzazione ambientalista. Gli interventi arricchiti da
testimonianze degli “addetti ai lavori” - Raffaele Del Giudice e Umberto
Mazzantini, rispettivamente Legambiente Campania e Legambiente Toscana -
hanno offerto una chiara panoramica della situazione nazionale. I dati più
allarmanti riguardano i traffici internazionali di rifiuti, che producono un
giro di affari di 15 miliardi di euro l’anno. L’incontro è stato soprattutto
un momento di confronto e un tavolo di proposte per cambiare una situazione
che prospera anche grazie all’indifferenza della società civile. Da più
parte è emersa la necessità di elaborare un codice specifico contro le
ecomafie.
L’intervento di apertura è stato affidato al sostituto procuratore
Donato Ceglie, che ha illustrato alcune risposte giudiziarie contro le
ecomafie, sottolineando come in Italia ancora oggi manchi il delitto di
“cava abusiva”, reato dimostrabile solo «barcamenandosi» con soluzioni
giudiziarie come il disastro ambientale. Numerose anche le relazioni delle
forze dell’ordine (Pino Bianco, della Dda di Reggio Calabria; Rosario Meo,
Maggiore di Vascello, Capitaneria di Porto; Antonio Menga, Tenente
Colonnello del Comando dei Carabinieri Tutela Ambiente di Roma; Emilio
Errigo, Comandante del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza
e Massimo Quagliarella, Capitano dei Carabinieri, Tutela del Patrimonio
Culturale), che hanno illustrato ai partecipanti il ruolo specifico in cui
sono impegnate nel contrasto alle mafie. Unanime l’esortazione di tutti i
relatori a non delegare il controllo della legalità esclusivamente alle
forze dell’ordine, alle procure o alle associazioni di volontariato. Tutti
possiamo fare qualche cosa per difendere il nostro patrimonio ambientale e
architettonico, perché le ecomafie sono la realtà che ci circonda
quotidianamente. Quando si parla di ecomafie, infatti, parliamo di imprese
quotate in borsa, di ditte di trasporti conniventi, di bracconieri, di
trafficanti di specie protette, di ladri di opere d’arte contenute nelle
chiese.
19/11/2006 Archivio Contromafie
Archivio Mafia
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